parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

2
la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 19/01/20

2ª Domenica del Tempo Ordinario /A -
 
 

Letture: Isaia 49,3.5-6; salmo 39; 1 Corinzi 1,1-3; Giovanni 1, 29-34.

Preghiera per l’unità dei cristiani. Memoria particolare delle Chiese ortodosse.

dal Vangelo di Giovanni 01, 29-34.

29Vedendo Gesù venire verso di lui, Giovanni disse: «Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! 30Egli è colui del quale ho detto: «Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me». 31Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell'acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».

32Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. 33Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell'acqua mi disse: «Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo».

34E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».


TESTIMONI DEL VANGELO, COME GIOVANNI BATTISTA


Giovanni disse: «Ecco l'agnello di Dio,
colui che toglie il peccato del mondo!».

L’incontro di Giovanni Battista con Gesù

Il Vangelo di oggi ci fa ritornare su Giovanni Battista che ha battezzato Gesù. Egli con la sua testimonianza ci aiuta a comprendere quello che abbiamo visto, abbiamo vissuto e che vogliamo continuare a vivere, dopo questo tempo di grazia del Natale. Il Battista attendeva il Messia e invitava tutti a prepararsi interiormente ad accoglierlo.

Ma la sua idea del Messia era un po’ diversa da quello che si trova a scoprire. Egli che aveva una idea di forza del Messia, aveva detto «dopo di me viene uno che è più forte di me»; ma si trova davanti Gesù che umilmente si è messo in fila aspettando il suo turno per farsi battezzare. Rimane sconcertato e glielo dice: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù insiste e Giovanni lo battezza.

Giovanni accoglie quanto gli viene rivelato

Giovanni aveva detto di Gesù: «colui che viene ha in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile», un Gesù forte, e si trova davanti Gesù umile, mite. E Giovanni con molta sincerità lo confessa: «io non lo conoscevo» anche se tante volte lo aveva già incontrato. Ma egli è pronto ad aprirsi alla novità, non rimane fermo a quello che già sapeva.

Aveva già risposto alle interrogazioni dei sacerdoti e leviti del Tempio venuti da lui: «Tu chi sei? E perché battezzi? …Io non sono Elia, non sono il profeta …» e poi aveva aggiunto: «in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me». Quando vede venire Gesù verso di lui lo indica agli altri con una parola che mostra la sua nuova comprensione: «Ecco l’agnello Dio!», cioè: ecco il mite e mansueto come un agnello, come il servo di Dio di cui parla il profeta Isaia, colui che si fa carico del peccato del mondo.

Abbiamo bisogno che qualcuno ci indichi il Signore

Tutti abbiamo bisogno che qualcun altro ci indichi il Signore. Ne aveva bisogno Giovanni che ascolta quanto gli viene detto: «Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo». E lui non solo lo riconosce per sé, ma lo indica a noi come «agnello di Dio», manifestandoci quello che egli sta comprendendo del suo mistero, e riconoscendolo, ha compreso il senso della propria esistenza.

È un invito per noi, a guardare Gesù che viene in mezzo a noi, che inaugura un nuovo rapporto fra noi e Dio, fra noi e gli altri. Un Dio vicino che ci parla, si commuove, ci purifica, ci perdona, che ci fa mettere a tavola con lui. Anche noi, come Giovanni siamo invitati ad una comprensione più profonda e appassionata di Gesù, a guardare il suo volto, a crescere nella conoscenza di lui, ad ascoltare e accogliere le tante domande che ci vengono fatte, specialmente quelle che vengono dai periferici, dai dimenticati, dai deboli.

Essere testimoni come Giovanni

«Io ho visto», dice Giovanni, anzi «ho contemplato lo Spirito discendere e rimanere su di lui». Anche noi abbiamo visto, abbiamo contemplato la gioia sul volto di tanti, che sono tornati nei propri luoghi incoraggiati e sollevati. Lo Spirito di Gesù che si manifestava nelle sue parole e nelle sue opere è donato anche a noi, suoi discepoli, chiamati a parlare e testimoniare la forza di cambiamento che viene da Lui.

Questo nostro mondo è un mondo a pezzi, diviso per le guerre, per le disuguaglianze, per il male che si presenta in tante forme. Lo Spirito che il Signore ci dona, unisce, sana, riconcilia. Con la forza del suo Spirito, imparando da Gesù, agnello di Dio, mite, paziente e misericordioso, possiamo essere operatori di pace, pregando, avvicinando coloro che si combattono, dialogando con pazienza e intelligenza. Penso agli accordi di pace raggiunti nei giorni scorsi per il Sud Sudan. Ricordo il gesto umile di papa Francesco che si abbassa a baciare i piedi dei rappresentanti del Sud Sudan, di coloro che erano divisi, provocando morte e distruzione. E oggi è iniziato un tempo di pace.

Lavorare con generosità per la riconciliazione e la pace

Pensiamo anche alle chiese cristiane che oggi sono ancora divise, ma che da tempo hanno cominciato a incontrarsi, a parlarsi, a compiere gesti comuni di preghiera e di carità. Preghiamo perché continui questo avvicinamento e riconoscimento reciproco. Pensiamo anche ai rapporti con le altre religioni: anche qui tanti passi sono stati compiuti e tanti rapporti sono nati e vanno irrobustiti. Coltiviamo sempre di più i rapporti di amicizia gli uni con gli altri: è la strada che prepara e avvicina l’unità delle Chiese, che dispone al rispetto delle altre religioni. È la strada che tutti possiamo percorrere con piccoli gesti, con incontri, con la preghiera vicendevole.

Giovanni ci aiuta a comprendere che Gesù è la luce che ci fa vedere i volti degli altri, ce li fa riconoscere come nostri fratelli, ce li fa incontrare, ce li fa amare. Possa crescere ogni giorno la nostra conoscenza di Gesù, come è stato per Giovanni: io non lo conoscevo, ma ho visto e ho creduto. Anche noi come discepoli testimoniamo quello che il Signore ci fa vivere e aiutiamo gli altri ad accogliere questa luce che è Gesù.

Intenzioni di preghiera

1) Signore Gesù, nelle parole di Giovanni sentiamo risuonare l’annuncio di un tempo nuovo in cui la salvezza è per tutti e tutte le genti vengono accolte nella pace. Ti preghiamo perché questo tempo si affretti e il mondo intero si apra all’amore di Dio.

2) Ti preghiamo, o Signore, per la Chiesa perché sappia guidare ogni uomo verso la salvezza e sia segno di unità e di pace in questo mondo. Sostieni Papa Francesco e aiutaci ad accogliere la sua esortazione a vivere una autentica cultura dell’incontro. Ti preghiamo per il nostro vescovo Crescenzio.

3) Ti preghiamo, o Signore, in questa settimana di preghiera per l’unità tra i cristiani, perché i tuoi figli, ovunque vivono, sappiano superare nella carità vicendevole le barriere etniche, nazionali, confessionali, indicando nella fede e nella vita l’unità di tutta la famiglia umana.

4) Ti preghiamo, Signore, per tutti malati, dona loro guarigione e salvezza e aiutaci ad avere verso ogni sofferente i tuoi stessi sentimenti di compassione e condivisione.

5) Signore, ti ringraziamo per il felice esito dei colloqui di pace per il Sud Sudan. Fa’ che cessi ogni violenza lì e in ogni paese dove ci sono tensioni. Ricordati di quanti sono ancora sequestrati e in pericolo.