parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 15/12/19

Domenica 3ª Tempo di Avvento /A -
 
 

Letture: Isaia 35,1-6.8.10; Salmo 145; Giacomo 5,7-10; Matteo 11,2-11.

Ricordo di Gigi, bambino di Napoli, morto violentemente nel 1983. Con lui ricordiamo tutti i bambini che soffrono o che sono morti per la violenza degli uomini. Preghiera per i bambini.

dal Vangelo di Matteo 11, 2-11

2Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò 3a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». 4Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: 5i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. 6E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».

7Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? 8Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! 9Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. 10Egli è colui del quale sta scritto: Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via.

11In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.


L’AVVENTO DEL REGNO DI DIO


Giovanni, che era in carcere,per mezzo dei suoi discepoli mandò a dire a Gesù:
«Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?»

Giovanni Battista, uomo dell’Avvento

Giovanni Battista era un profeta che non solo aspettava la venuta del Signore, ma esortava con coraggio tutti quelli che andavano da lui a purificarsi dai propri peccati, a preparare nel loro cuore la strada per accogliere il Signore.

Tanta gente andava da lui perché era un uomo di Dio, viveva poveramente e con la sua stessa vita era un esempio, un testimone di come cercare ed accogliere il Signore.

Era finito in carcere perché anche al re Erode aveva rivolto l’invito a convertirsi ma la risposta era stata farlo incarcerare. In carcere continua a riflettere, a interrogarsi circa Gesù che aveva battezzato nel Giordano e sul quale era disceso lo Spirito Santo. Ha sentito parlare di quello che faceva.

La domanda di Giovanni Battista

Senza dubitare di lui era sorpreso di vedere un tipo di Messia differente da quello che attendeva: «già la scure è posta alla radice degli alberi … colui che viene dopo di me è più forte di me … egli tiene in mano la pala e pulirà la sua aia … brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile» (Mt 3,10-12). Giovanni attende, riflette, si interroga. Chi soffre, chi è nel dolore, aspetta, spera nell’avvento di una buona notizia. Pensiamo alle migliaia di migranti e rifugiati che cercano un altro mondo, hanno un sogno di una vita umana, guardano all’Europa che per loro è la terra del futuro. E la speranza del futuro è più forte di ogni paura.

I segni dell’avvento del regno di Dio

In questo tempo di Avvento, un tempo liturgico che prepara il Natale, la Chiesa ci parla di attesa della venuta di Gesù nel Natale. Egli venuto nel Natale, deve ancora venire con il suo regno che scende dall’alto e cambia la terra degli uomini. Ecco i segni dell’Avvento che Gesù indica ai due discepoli inviati da Giovanni: «i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo» (Mt 11, 5).

I segni di questo avvento ci sono anche oggi. C’è chi ha iniziato ad annunciare il Vangelo ai poveri, c’è chi compie i miracoli della carità, della giustizia, della misericordia di Dio, c’è chi, dimenticando se stesso, si è posto al servizio dei più deboli e dei più poveri, ci sono ciechi che vedono amici affettuosi accanto a loro, ci sono coloro che sanno consolare chi è nel pianto e sanno essere teneri e premurosi con chi è malato e abbandonato.

La lampada della Parola di Dio è luce sul nostro cammino

L’immagine del pranzo di Natale assieme ai poveri è immagine dell’avvento del regno di Dio, dove gli uomini si riconoscono fratelli e sorelle; è immagine non solo di accoglienza, ma di fraternità, riconoscendo nei poveri Gesù stesso. E quest’anno i pranzi si sono moltiplicati, nella nostra città, nel nostro paese e in tante parti del mondo.

Rallegriamoci per tutto questo, apriamo gli occhi oltre la tristezza e la rassegnazione, apriamoci alla speranza e all’attesa dell’avvento di Dio. La domanda di Giovanni Battista portata a Gesù da due suoi discepoli - «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?» - è la domanda non solo di questo tempo di Avvento, ma domanda dell’uomo religioso e dell’uomo che ha a cuore le sorti del mondo, da farsi ogni giorno.

La Parola di Dio, il Vangelo, è la lampada che ci fa avvicinare al buio dei poveri, che nel silenzio ci fa ascoltare il grido dei disperati della terra, ci fa comprendere che c’è bisogno di amicizia, di accoglienza, di fraternità e ci rende umili. I poveri ci aiutano ad essere umili. L’Avvento avviene in un mondo di umili. Saranno Maria, Giuseppe, i pastori, ad accogliere Gesù, il principe della pace. L’Avvento del regno di Dio comincia nel bambino Gesù, che è il regno di Dio in se stesso, un regno di umili e di poveri che cammina insieme.

Intenzioni di preghiera

1) Ti ringraziamo, o Signore, per l’annuncio di gioia che oggi riceviamo, vera consolazione per la nostra vita. Aiuta questi tuoi figli a comprendere qual è la tua volontà e donaci di venirti incontro nell’attesa umile e fiduciosa e nella preghiera incessante.

2) Ti preghiamo, o Signore, per la Santa Chiesa: perché testimoni a tutti il Vangelo della gioia, annunciando il Signore che viene a ridonare speranza all’umanità smarrita, stanca e sfiduciata. Sostieni con il tuo Spirito Papa Francesco e il nostro vescovo Crescenzio.

3) Signore, che porti il lieto annuncio ai poveri, fa’ che la tua venuta in mezzo agli uomini inauguri un tempo nuovo di riconciliazione e di pace per tutta l’umanità e particolarmente per chi soffre, per chi ha il cuore spezzato, per i profughi, per chi è respinto e tenuto ai margini.

4) Ti preghiamo per tutti i malati, per chi è solo, per chi è tentato di lasciarsi andare. Dona a tutti sostegno, consolazione e guarigione.

5) Signore, libera il mondo dal male della guerra e della violenza. Veglia sul Centrafrica, sul Mozambico e sulla Siria, sullo Yemen e su tutti i paesi in conflitto. Proteggi tutti coloro che sono ancora sequestrati e in pericolo.