parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 21/07/19

Domenica 16ª Tempo Ordinario /C
 
 

Letture: Genesi 18, 1-10; Salmo 14; Colossesi 1, 24-28; Luca 10, 38-42.

 

Dal Vangelo di Luca capitolo 10 versetti da 38 a 42

38Mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. 39Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. 40Marta invece era distolta per i molti servizi.

Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti».

41Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, 42ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».


DAL SIGNORE IMPARIAMO A SCEGLIERE
QUELLO CHE È BUONO PER LA NOSTRA VITA


Marta si fece avanti e disse:

«Signore, non t'importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire?»

Imparare ad accogliere

Il Signore non è un Dio lontano, ma s ifa vicino, si rende visibile, cammina per le strade degli uomini: bisogna essere pronti a riconoscerlo ed accoglierlo. Abramo viene visitato da Dio sotto le sembianze di tre forestieri nell’ora più calda del giorno, quando è facile sonnecchiare. Quando alza gli occhi e li vede corre loro incontro e li accoglie.

Anche Marta è pronta ad accogliere Gesù nella sua casa, come fa ogni volta che egli passa per Betania, diretto a Gerusalemme. Abramo si preoccupa di preparare in fretta qualcosa che possa ristorare quei tre pellegrini non immaginando il dono che sta per ricevere proprio da loro: «tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio».

Lasciamoci istruire dal Signore

Abramo e Sara sono diventati vecchi senza la gioia di una discendenza. Ma il Signore ha preparato il dono di un figlio quando essi non pensano più sia per loro possibile. E anche Marta, pronta ad accogliere Gesù nella sua casa, pensa di saper bene che cosa fare, dargli ristoro e cibo, senza comprendere che ha molto da apprendere e ricevere da lui.

Sia Abramo che Marta pensano di poter offrire al Signore quello che essi hanno, quello che sanno fare: accoglierlo, preparare un pasto per lui. Ma il Signore ha qualcosa di prezioso per la loro vita, come per la nostra. Abramo riceve il dono di un futuro in cui non spera più. Marta ha bisogno di ricevere quello che lei ancora non ha: la parola del Signore che la apre a nuovi sentimenti, a un nuovo modo di accogliere e di porsi accanto agli altri.

Dal Signore impariamo ad accogliere

Il Signore ci viene incontro, ci visita perché impariamo da Lui ad accogliere come lui ha accolto i discepoli, i malati, gli stranieri e anche quelli che si opponevano a lui. Se alziamo gli occhi da noi stessi, vediamo che il Signore vuole stare e parlare con noi. Abramo corre incontro a quei tre pellegrini, coinvolge Sara nell’accoglienza e mentre mangiano egli sta in piedi presso di loro.

Marta tutta presa da quello che sta preparando per il Signore crede di sapere come accogliere, che cosa fare per quell’ospite a cui tiene. Ma c’è un modo più profondo di accogliere, di preparare, di servire, di dare. Marta ospita Gesù nella sua casa e fa bene. Ma che cosa significa ospitare, accogliere? Va bene aprire la sua casa a quel pellegrino, va bene preparare qualcosa per lui stanco del viaggio, anche qualcosa da mangiare. Ma quel pellegrino ha qualcosa da donare che lei non ha. Per questo è importante mettersi in ascolto.

Diventare partecipi della vita degli altri, delle loro sofferenze

Aiutare i poveri, accoglierli, andare loro incontro, dare qualcosa da mangiare, anche qualcosa con cui coprirsi, è importante. Ma dall’ascolto del Signore, della sua parola impariamo a metterci in ascolto degli altri, a incontrare e conoscere le persone con le loro domande, le loro preoccupazioni, la loro storia. Da Gesù impariamo ad accogliere, ad ascoltare, a servire, ad aiutare, a diventare partecipi delle sofferenze di tanti, a «dare compimento - come scrive Paolo - a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca alla mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa» (Col 1, 24).

In questi giorni più di 1000 giovani europei si sono ritrovati ad Auschwitz per un pellegrinaggio silenzioso sui “binari della morte”, scegliendo di lavorare ogni giorno per la pace, non rimanendo indifferenti di fronte al risorgere di pregiudizi antisemiti e razzisti, ai segnali gravi di intolleranza contro gli stranieri.

Anche noi, ammaestrati dalla parola del Signore, stando ai suoi piedi in ascolto come Maria, la sorella di Marta, siamo chiamati a lavorare ogni giorno per rendere più umani i rapporti fra le persone, specialmente con coloro che sono più deboli, più bisognosi di amicizia, più bisognosi di essere accompagnati e sostenuti.

Intenzioni di preghiera

1) Signore, noi ti preghiamo, allarga il nostro cuore e la nostra mente, rinnova in noi l’ascolto della tua Parola, perché sull’esempio di Maria sappiamo scegliere la parte migliore che tu ci offri e che nessuno può toglierci.

2) Ti preghiamo, Signore, per papa Francesco, per il nostro vescovo Crescenzio e per tutta la Santa Chiesa, perché sappia comunicare al mondo il Vangelo della salvezza, nutrendosi ogni giorno della parola del suo Maestro.

3) Ti preghiamo, o Signore, per chi è straniero, per gli immigrati, per i profughi, perché possano trovare case ospitali - come quella di Marta e Maria - e fratelli che offrano loro aiuto e amicizia.

4) Ti preghiamo, Signore, per i più giovani, per quelli riuniti in questi giorni a Cracovia, perché non si scoraggino davanti alle difficoltà del tempo presente, cedendo alla rassegnazione, ma sappiano trovare speranza e senso pieno per la loro vita nel tuo Vangelo.

5) Guarisci Signore, l’umanità dal male e dalla violenza e dona la pace al mondo intero. Fa’ che siano liberati tutti i prigionieri.