parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 14/07/19

Domenica 15ª Tempo Ordinario /C
 
 

Letture: Deuteronomio 30,10-14; Salmo 18; Colossesi 1,15-20; Luca 10,25-37.

 

Dal Vangelo di Luca capitolo 10 versetti da 25 a 37

25Ed ecco, un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». 26Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». 27Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». 28Gli disse: «Hai risposto bene; fa' questo e vivrai».

29Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». 30Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. 31Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. 32Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre.

33Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. 34Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. 35Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all'albergatore, dicendo: «Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno».

36Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». 37Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fa' così».


VICINI A DIO E VICINI AL PROSSIMO


Un Samaritano, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione.

Amore di Dio e del prossimo camminano insieme

La parabola del buon samaritano è la risposta all’indifferenza verso tanti che sono come quell’uomo mezzo morto lasciato ai bordi della strada.

È facile credersi persone religiose come il sacerdote e il levita della parabola che vedono quell’uomo ferito a terra e passano oltre. Ma si può pensare di amare Dio senza amare il prossimo, specialmente quando ha bisogno di aiuto?

Non si può separare l’amore di Dio dall’amore del prossimo. Scrive l’apostolo Giovanni: «Chi non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. Questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche suo fratello» (1Gv. 4, 20-21).

E Gesù stesso ci dice che i poveri sono i suoi fratelli più piccoli e quindi anche nostri fratelli.

Gesù è il buon samaritano

In quel samaritano, straniero, che prova compassione per quell’uomo ferito, che si avvicina a lui, gli presta le prime cure e lo porta nella vicina locanda, noi vediamo Gesù stesso che più volte nei vangeli lo vediamo fermarsi accanto a coloro che hanno bisogno di cure. Gesù è il buon samaritano che ci mostra la via che ci unisce a Dio e agli uomini.

È una via che tutti possiamo percorrere. Il Vangelo è una via che – come dice l’antico libro del Deuteronomio – non è troppo alta o troppo lontana da te. Se lo facciamo nostro, se lo accogliamo nel nostro cuore ne gustiamo la dolcezza che viene dal metterlo in pratica. Facendo nostro l’esempio del buon samaritano noi entriamo in intimità con Dio, rendiamo viva l’immagine di Dio impressa profondamente in ciascuno di noi.

Piccoli gesti che salvano vite

Quei gesti che il samaritano compie verso quell’uomo mezzo morto, sono gesti di amore, ma sono gesti di vita, che salvano quella vita, danno sollievo e speranza e invitano altri a collaborare a difendere una vita fragile. Possiamo dire che sono gesti di riconciliazione, perché la compassione rende vicini a chi è solo, scioglie la durezza del cuore e ci rende migliori.

In mezzo alla violenza di tanti che colpiscono come i briganti della parabola, tanti sono i buoni samaritani che si fermano, aiutano e salvano vite. E c’è bisogno di solidarietà, di collaborare insieme, c’è bisogno di albergatori come quello della parabola che aiutano e si prendono cura. Il bene di alcuni suscita in altri il desiderio di fare altrettanto.

Anche oggi ci sono albergatori contenti di aiutare

È l’esperienza di tanti di noi, che dinanzi a gesti come quelli del buon samaritano, vedono farsi avanti tante persone pronte a dare una mano, a collaborare, in una catena di solidarietà che si moltiplica e rende possibile portare a compimento la salvezza di tante vite.

Viviamo con gioia l’esperienza di farci prossimi accanto ai tanti feriti della vita. Troveremo tanti albergatori pronti a fare la propria parte e a gioire con noi.

Intenzioni di preghiera

1) Signore, tu che ti chini con commozione su ogni uomo mezzo morto, suscita uomini e donne disponibili al servizio del Vangelo e a vivere il tuo amore senza confini.

2) Ti preghiamo, o Signore, per ciascuno di noi: perdona la nostra indifferenza al dolore degli altri e fa che sappiamo rispondere con generosità all’invito che ci è stato oggi annunciato: “Va’ e anche tu fa’ lo stesso”.

3) Ti ringraziamo, Signore, per la voce autorevole e materna di Papa Francesco che richiama tutti ad essere vulnerabili al grido di chi è povero e disperato. Ti preghiamo per tutta la Chiesa perché nel mondo sappia essere segno del tuo amore gratuito e universale e tante siano le braccia che si tendono, non per respingere ma per sostenere e soccorrere. Ti preghiamo per il nostro vescovo Crescenzio.

4) Signore, ti preghiamo per tutti i bambini, gli uomini e le donne che muoiono feriti dalla vita e dalla miseria. Aiutaci ad ascoltare sempre le voci di chi soffre più di noi e farle nostre nella preghiera e nell’operosità dell’amore.

5) Ti preghiamo, o Signore, per la resurrezione di tanti paesi feriti dalla violenza e dall’inimicizia. Libera tutti coloro che sono prigionieri.