parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 03/03/19

Domenica 8ª Tempo Ordinario /C
 
 

Letture: Siracide 27,4-7; Salmo 91; 1Corinzi 15,54-58; Luca 6,39-45.

 

Dal Vangelo di Luca capitolo 6, versetti da 39 a 45

39Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? 40Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.

41Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? 42Come puoi dire al tuo fratello: «Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio», mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.

43Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d'altronde albero cattivo che produca un frutto buono. 44Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. 45L'uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda».


LE PAROLE DI GESÙ EDUCANO ALLA CONVIVENZA PACIFICA


«Può forse un cieco guidare un altro cieco?
Non cadranno tutti e due in un fosso?»

Apprendere da Gesù a rapportarci con gli altri

Le parole del Signore che riceviamo quando ci mettiamo in ascolto di Lui, sono un dono grande per la nostra vita, perché possiamo vivere e stare in mezzo agli altri come una forza mite che avvicina, accoglie, unisce e aiuta a vivere in pace.

Siamo chiamati ad apprendere da Gesù il suo modo di stare in mezzo agli altri, ad imitarlo, ad assimilare profondamente il suo modo di essere e di rapportarsi con gli altri.

Con un linguaggio che tutti possiamo comprendere, attraverso le parabole, Gesù ci porta a scoprire i nostri comportamenti e come correggerli per vivere in comunione con gli altri.

La misura della misericordia

Quando giudichiamo gli altri rassomigliamo a ciechi, perché non ci comportiamo secondo il comandamento dell’amore, cuore delle parole e della vita di Gesù. Egli è il nostro maestro, da lui impariamo anche noi ad usare la misura della misericordia verso tutti. L’immagine della trave nell’occhio corrisponde alla situazione di ogni uomo dinanzi a Dio. Ricordiamo la parabola del servo spietato che dopo aver sperimentato l’infinita misericordia di Dio verso di lui non sa essere misericordioso verso un suo simile per un debito molto più piccolo (Mt 18, 23-35).

Come possiamo togliere dal nostro occhio la trave che non vediamo, se non è Dio stesso a toglierla? Se questa è la nostra situazione, nei confronti degli altri noi possiamo usare soltanto misericordia. Prima di correggere un nostro fratello, prendiamo coscienza della nostra situazione interiore, non dimenticando quanto il Signore ha fatto e continua a compiere verso di noi.

Partecipi dell’amore universale di Dio

Pensiamo alle parole di Gesù sull’amore per i nemici e sull’amore fraterno: «amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli» (Mt 5,44-45); «se tu presenti la tua offerta all'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare, va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono» (Mt 5,23-24).

Gesù pone l’amore per gli altri al di sopra di ogni situazione. E ci chiama a vivere l’amore stesso di Dio, un amore universale verso tutti. Dalla misericordia di Dio che ci è data gratuitamente misuriamo la nostra misericordia nei confronti degli altri: «gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» dice il Signore (Mt 10,8).

La relazione stretta tra il nostro essere e il nostro agire

Abbiamo bisogno di tenere gli occhi sempre aperti sul Vangelo perché la nostra vita non sia guidata dal proprio orgoglio, dal rimanere concentrati su noi stessi. Nessun discepolo pensi di diventare superiore al maestro. Anche quando avremo fatto progressi nella vita spirituale, non cadiamo nella tentazione di non aver più bisogno di ascoltare il Vangelo.

E qui il Signore con l’immagine dell’albero buono che produce un frutto buono ci ricorda la relazione stretta che c’è tra il nostro agire e il nostro essere. Il cuore dell’uomo è la fonte del nostro agire, buono o cattivo. Le parole rivelano quello che c’è nel cuore. Ma che cosa rende buono il cuore dell’uomo? L’obbedienza effettiva alla parola di Gesù.

La pagliuzza e la trave

Conosciamo tutti l’antico vizio di essere buoni con se stessi e severi con gli altri. Il Vangelo ci comunica un nuovo atteggiamento, quello dell’amore e non del giudizio, della mitezza e non della durezza; non ci fa più insistere sulla pagliuzza nell’occhio degli altri ma piuttosto sulla trave che distorce il nostro occhio.

L’amore è un collirio anche per i nostri occhi perché possiamo vedere senza giudicare, commuoverci e andare incontro agli altri con misericordia. E questo rende possibile e bella la convivenza fra gli uomini.

Intenzioni di preghiera

1) Signore, liberaci dai giudizi e dai pregiudizi e donaci l’amore che apre gli occhi del cuore per vedere, commuoverci e andare incontro agli altri con misericordia.

2) Fa’, o Signore, che teniamo ben aperti i nostri occhi sul tuo Vangelo, per essere attenti alla nostra vita interiore, per accrescere la nostra fede e renderla più viva nell’incontro personale con te e con la tua Parola.

3) Ti preghiamo, Signore, per Papa Francesco, per il suo impegno instancabile nel dialogo ecumenico e interreligioso. Aiutaci a sostenerlo e fa’ che tutta la comunità cristiana sia unita a lui. Ti preghiamo per il nostro vescovo Crescenzio.

4) Ti preghiamo, Signore, per tutti coloro che vivono la difficile prova della violenza, dell’inimicizia, della guerra e ti invochiamo perché, nel buio, possa sorgere al più presto la luce della tua pace. Libera chi è ancora prigioniero e in pericolo.

5) Signore, ascolta la nostra preghiera perché tutti amino la vita, la difendano e la rispettino soprattutto quando è più fragile, segnata dalla malattia, sofferente.