parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

2
la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 25/12/18

Natale del Signore /C
 
 

Letture: Isaia 52, 7-10; Salmo 95; Tito 2, 11-14; Luca 2, 1-20.

 

Dal Vangelo di Luca capitolo 2, versetti da 1 a 20

1 In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. 2Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. 3Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. 4Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. 5Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. 6Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. 7Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'alloggio.

8C'erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all'aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. 9Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, 10ma l'angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: 11oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. 12Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». 13E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste, che lodava Dio e diceva: 14«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

15Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l'un l'altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». 16Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. 17E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. 19Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. 20I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.


NELLA MANGIATOIA DI BETLEMME CONTEMPLIAMO DIO FATTO BAMBINO

Cristo_Giudizio
Maria diede alla luce il suo figlio primogenito,
lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia,
perché per loro non c'era posto nell'alloggio.

Voglia di festa, di familiarità

C’è un’aria di festa in questi giorni del Natale e soprattutto oggi si scambiano gli auguri, si accendono luci per le strade e nelle case, si sentono musiche natalizie. C’è l’albero di Natale, il presepe, e poi si fanno regali. C’è una voglia di gioia, di festa, di familiarità.

Anche se tutto questo non è proprio il Natale di Gesù, bisogna dire che questo clima festivo ha radici – anche se lontane - nel Natale cristiano. Ma questa voglia di festa, di familiarità, di scambio di doni, di auguri è qualcosa di buono e di bello, da non disprezzare.

Voglia di aiutare

Possiamo dire che nonostante i limiti del consumismo, dell’individualismo, questa nostra società è animata da una voglia di Natale, voglia di incontrare l’altro, voglia di gioia. Sono tanti quelli che in questi giorni hanno manifestato il desiderio di aiutare gli altri. E sono venuti ad aiutarci.

Anche oggi sono con noi per preparare e partecipare al pranzo di Natale con i nostri amici poveri, con le persone rimaste sole, anziani, i bambini e tanti nostri amici provenienti da vari paesi dove non c’è pace e sicurezza.

Apriamo il Vangelo

In tutto questo, spesso senza saperlo, c’è voglia di Vangelo. E allora apriamo il libro della Parola di Dio, apriamo il Vangelo e ascoltiamo il motivo radicale di questa gioia. «Alcuni pastori pernottavano all’aperto di notte».

Vedono una luce e sentono la voce dell’angelo: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia».

In silenzio ascoltiamo la buona notizia

Oggi, tanti sono confusi, e anche noi: siamo come al buio quando non comprendiamo questo mondo, quello che sta succedendo, quando non sappiamo dove andare, quando siamo nella solitudine e nel disinteresse nei confronti degli altri. E il Signore anche a noi manda il suo angelo che ci parla e ci invita a non temere, a non avere paura. Non facciamoci prendere dal pessimismo, dalla rassegnazione alla realtà.

C’è quasi un commento anticipato a questo annuncio e a gioire per quanto ci viene comunicato: «Come sono belli sui monti i piedi del messaggero che annuncia la pace, che porta buone notizie» (Is 52,7). C’è un invito a fare silenzio per ascoltare questa voce. Il Signore Dio che molte volte e in modi diversi aveva parlato agli uomini, ha scelto di parlare a noi per mezzo del Figlio, un figlio che nasce povero. Non c’è da temere, da aver paura. È il Signore che viene in nostro aiuto e ci porta fuori dal buio della mente e del cuore, e dalle piccole o grandi tempeste della vita.

Una visione di angeli

Ma possiamo credere a una visione di angeli che annunciano una grande gioia per tutti gli uomini? Il Natale è un bambino avvolto in fasce in una mangiatoia, è questa la scelta di Dio per farsi vicino agli uomini. Accanto al bambino c’è Maria e Giuseppe, una coppia povera che non ha a Betlemme né legami né casa. Tutti avevano negato loro una stanza, perché appartenevano al mondo di quelli che non contano. Ma la storia di Dio che viene in mezzo agli uomini comincia proprio con queste persone, quelle che stanno in basso, che non contano, in periferia.

E subito apparve una moltitudine di angeli che dicevano: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama». Sì, fratelli, gli angeli ci sono. Anche noi siamo angeli quando portiamo un po’ di luce a chi è nel buio, a chi vive nella solitudine. E la gioia si comunica e si moltiplica. In queste parole degli angeli c’è una visione del futuro. Noi non possiamo andare avanti da soli. Nel Natale di Gesù c’è il dono della comunione e della solidarietà. È un grande dono per la nostra vita e per la vita di questo mondo.

Da Betlemme un fonte di amore alla quale abbeverarci

Facciamo anche noi la scelta dei pastori: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo quest’avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». E così si mettono in cammino insieme. Sì, il Natale ci chiama a metterci in cammino insieme. Il Natale genera e rigenera l’unità del «noi». È la sfida di amarsi e di tenersi per mano. In un mondo dove ci sono tanti muri e tante divisioni, c’è bisogno di tenersi per mano, di camminare insieme.

Non possiamo più far aspettare il Signore, far aspettare i bisognosi. Andiamo a Betlemme. È l’appuntamento con Gesù, con Gesù povero: dove c’è il pranzo insieme a tanti poveri. E noi con loro. Lì si crea la cultura della fraternità, che parte proprio dal mondo dei piccoli, dove le persone si incontrano, si affratellano, e la vita si trasforma da deserto in giardino, un giardino ricco di rapporti, di amicizie, di incontro, di solidarietà.

E così la mangiatoia di Betlemme si rivela a noi come la fonte inesauribile dell’amore che non finisce. Alla mangiatoia dove contempliamo Dio fatto bambino, lì comprendiamo che ogni uomo ha diritto alla gioia e a non essere solo. Avviciniamoci tutti in fretta e con simpatia a questa fonte di amore alla quale dissetarci e poter comunicare agli altri simpatia, amore e gioia.

Intenzioni di preghiera

1) Signore Gesù, che nasci in mezzo a noi come una nuova speranza per ciascuno e per il mondo intero, apri il nostro cuore e donaci di rinnovarci profondamente nel tuo amore.

2) O Signore, noi ti preghiamo per papa Francesco, per il nostro vescovo Crescenzio e per tutta la Chiesa, perché comunichi fino all’estremità della terra la gioiosa notizia della nascita del nostro Salvatore e tutta l’umanità partecipi alla lode del suo nome.

3) Ti preghiamo, o Signore, la nostra comunità e la Chiesa tutta, perché testimonino nella gioia e nella Misericordia il tuo amore davanti a tutti gli uomini, nell’accoglienza ai poveri e ai diseredati della terra.

4) O Signore, davanti alla tua mangiatoia preghiamo per coloro che nel nostro mondo, come te, non trovano un posto: per i poveri, i senza fissa dimora, i rifugiati, gli stranieri, i nomadi, per chi è solo, per i carcerati e i condannati a morte, e per i malati. Fa’ che questo Natale tutti possano essere consolati e, in te che nasci, trovare speranza.

5) Signore Gesù, principe della pace, fa’ che la pace annunciata a Betlemme percorra le strade di tutti i paesi del mondo, vinca ogni divisione e inimicizia. Accogli la nostra supplica e fa tacere le armi in Terra Santa, in tutto il Medio Oriente e in ogni luogo dove c’è guerra. Veglia su tutti coloro che sono ancora sequestrati e in pericolo.