parrocchia
san Gennaro all'Olmo Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 3 giugno 2018

Festa del Corpus Domini /B

 
 

Letture: Esodo 24,3-8; Salmo 115; Ebrei 9,11-15; Marco 14,12-16.22-26.

Memoria di san Carlo Lwanga che assieme a dodici compagni subì il martirio in Uganda (†1886).

Dal Vangelo di Marco capitolo 14, versetti da 12 a 16 e da 22 a 26

12Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». 13Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d'acqua; seguitelo. 14Là dove entrerà, dite al padrone di casa: «Il Maestro dice: Dov'è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?». 15Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». 16I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.

22E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». 23Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. 24E disse loro: «Questo è il mio sangue dell'alleanza, che è versato per molti. 25In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».

6Dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.


L’EUCARISTIA SEGNO DI UNITÀ E DI PACE


Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione,
lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo»

 

L’incontro della domenica col Signore

La celebrazione di oggi ci richiama a quella prima liturgia la sera del giovedì santo, vigilia della passione e morte di Gesù. Un momento di intimità che egli vuole vivere con i suoi discepoli, che essi avrebbero compreso pienamente solo dopo.

Il luogo era stato preparato con cura, secondo le indicazioni che Gesù stesso aveva dato. È quello che facciamo anche noi ritrovandoci insieme la domenica: per ascoltare la parola di Dio e rinnovare quel gesto che Gesù stesso ha chiesto di compiere: «fate questo in memoria di me».

Un segno di unità e speranza

Da allora i cristiani vivono questo evento che ci unisce al Signore e fra di noi, chiamati ad essere un corpo spirituale fatto di tante membra del quale Gesù stesso è il capo. La liturgia domenicale è un segno di unità dei cristiani in mezzo al mondo, un segno di speranza dinanzi alle divisioni che allontanano gli uni dagli altri e lasciano soli.

Nella pagina dell’Esodo troviamo l’alleanza che Mosè rinnova fra il suo popolo e Dio attraverso il rito del sangue, dopo aver ascoltato le parole del Signore. E anche noi, in modo diverso, nella santa liturgia rinnoviamo l’alleanza col Signore: dopo aver ascoltato la parola delle Scritture ci uniamo a Dio e fra di noi non col sangue di animali, ma ricevendo il corpo e sangue del Signore che si fa presente nel pane e nel vino offerto sull’altare.

Un’alleanza che si rinnova con Dio e con gli uomini

Non sono gesti che ripetiamo nell’abitudine, ma ogni volta ci portano a stringere i nostri legami col Signore e con gli uomini e le donne, nostri fratelli e sorelle. Ed è rinnovare l’impegno a lavorare per l’unità e la pace fra gli uomini. Noi cristiani, ad imitazione di Gesù, siamo i cultori dell’amicizia, un’amicizia che va verso tutti, accoglie tutti e porta alla pace.

L’altare dell’Eucaristia richiama e rinnova quella cena particolare la vigilia della passione di Gesù, quando egli prende il pane, lo spezza e lo dà ai suoi discepoli dicendo «questo è il mio corpo» e poi il calice dicendo «questo è il mio sangue». Ma questo Corpo ci rimanda ad un altro corpo di Cristo, quello dei poveri, dei deboli, dei piccoli; anche in essi vi è la carne di Cristo. È un corpo pieno di ferite da sanare, di membra da ricomporre dando ad ognuna la sua dignità.

Comunichiamo la vita che viene dal Signore

«Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» – dice Gesù. Nei piccoli e nei poveri che il Signore ci fa incontrare vediamo il volto del Signore. Perciò: amiamo il corpo di Gesù nella Eucaristia, amiamo il corpo del Signore nel corpo dei poveri e dei fratelli.

E così operiamo per rinnovare la vita degli uomini, ritessere il tessuto umano nelle nostre città. È il lavoro del Vangelo che porta all’unità, all’amicizia tra chi serve e chi è servito, costruendo quel “noi” di cui tutti abbiamo bisogno. Ogni nostro gesto, ogni nostro sguardo, ogni nostra parola può diventare occasione di unità, di cambiamento nella vita di tante persone. Andiamo con fiducia e con gioia incontro agli altri, comunicando la vita che il Signore ci fa vivere.

Intenzioni di preghiera

1) Signore, ti preghiamo perché dall’Eucarestia scaturisca il dono della nostra unità e della pace. Tu che ti sei fatto cibo per tutti, rinnova la nostra vita, apri il nostro cuore alla tua misericordia senza confini.

2) Signore, tu che nutri continuamente il tuo popolo, custodisci la Chiesa, perché fortificata dal pane della vita cammini per le strade del mondo, annunziando con le parole e con le opere il Vangelo di salvezza. Proteggi Papa Francesco e il nostro vescovo Crescenzio.

3) Ti preghiamo, Signore, per noi che spezziamo insieme il pane della vita e ci nutriamo al calice della salvezza, perché sempre impariamo a condividere con generosità il pane terreno e a soccorrere i poveri, gli affamati, gli assetati, coloro che sono nel dolore e nell’indigenza.

4) Signore, ti preghiamo per le vittime del terrore di Liegi e ti invochiamo perché la pace sia quel lievito capace di cambiare l’umanità intera, sconfiggendo ogni spirito di inimicizia. Proteggi la vita di quanti sono ancora sequestrati e in pericolo.

5) Ti preghiamo, Signore, particolarmente per coloro che soffrono nel corpo, che sono malati: liberali da ogni male, dona loro conforto, compagnia e salvezza.