parrocchia
san Gennaro all'Olmo Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione dell'8 luglio 2018

14ª domenica del tempo ordinario /B

 
 

Letture: Ezechiele 2,2-5; Salmo 122; 2Corinzi 12,7-10; Marco 6,1-6.

Memoria di Floribert Bwana Chui, giovane congolese della Comunità di Sant’Egidio, ucciso nel 2007 da ignoti a Goma per essersi opposto a un tentativo di corruzione.

Dal Vangelo di Marco capitolo 6, versetti da 1 a 6

1 Gesù partì di là e venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. 2Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? 3Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.

4Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». 5E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. 6E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d'intorno, insegnando.


«QUANDO SONO DEBOLE, È ALLORA CHE SONO FORTE»


Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato
se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua»

 

Il Vangelo ci chiede di cambiare

Da più parti, in questi ultimi tempi, sentiamo voci di chiusura verso i più deboli, misure forti verso quelli che non possono difendersi; sembra che la solidarietà e la compassione vengano coperte da scelte che spingono alla violenza e all’egoismo. In questo contesto noi riceviamo la parola del vangelo per lasciarci interrogare da esso.

Gesù torna nella sua Nazaret dove aveva vissuto per trent’anni. Non è solo ma torna assieme al piccolo gruppo dei suoi discepoli. Anche a Nazaret è giunta la voce di quello che egli aveva cominciato ad operare in altre città. Si riuniscono in tanti nella sinagoga per ascoltarlo. Ma la loro disposizione interiore non accetta che quel loro compaesano possa chiedere un cambiamento della propria vita, del loro cuore, dei propri sentimenti.

Ma è questo quello che il Vangelo chiede ad ogni uomo che si vuole avvicinare a Dio. Dio agisce attraverso l’uomo, con la sua pochezza e debolezza; ed è solo la forza che viene dal Signore che accolta produce frutti di guarigione, di pace, di fraternità. A Nazaret Gesù fa l’amara esperienza di non essere accolto, la sua autorità non viene accettata ed egli non può operare cambiamenti e guarigioni. «Egli poté guarire solo alcuni malati» - dice il Vangelo, quelli che umilmente invocavano il suo aiuto mentre passava.

Una voce profetica si è alzata da Bari

Ieri a Bari la Chiesa ha vissuto un evento originale e significativo da non lasciar passare come un evento fra tanti: papa Francesco si è incontrato con i capi delle Chiese del Medio Oriente, quasi un “sinodo” di fronte ad un’emergenza terribile, quella della guerra in tanti suoi aspetti, e di fronte al crollo della presenza dei cristiani nella regione. È stato l’aprire una nuova via, una svolta nella storia dell’ecumenismo. A partire da una rete di rapporti personali è stato possibile questo incontro fraterno e si è alzata una voce comune di queste chiese unite che chiede a chi detiene il potere di porsi decisamente al vero servizio della pace e non dei propri interessi.

Possiamo dire che è una voce debole di fronte ai poteri forti di quelli che vendono armi, che occupano terre, che usano il Medio Oriente per profitti estranei a quei popoli. Ma possiamo dire che è stata una voce profetica corale che si è levata da questi uomini di fede. E noi, uniti a loro, siamo chiamati a non rassegnarci dinanzi alle violenze e alle chiusure, a non tacere e a camminare nella via del Vangelo, della solidarietà, della misericordia, della compassione e dell’accoglienza.

Essere umili, coraggiosi e profetici

Non spingiamo ai margini della nostra vita il Vangelo, come fecero i paesani di Gesù, lasciandolo muto perché non parli e non agisca. Il Vangelo non si impone, ma chiede di essere accolto con fede, sapendo che Dio si serve proprio dei deboli per manifestare la forza del suo amore. Quanto più ci spogliamo della mentalità comune, della nostra sapienza, la parola del Signore può compiere miracoli.

Questo ci vuol dire l’apostolo quando afferma: «mi compiaccio delle mie debolezze … infatti quando sono debole, è allora che sono forte» (2Cor 12,10). Quando noi ci spogliamo del nostro orgoglio, della nostra “sapienza”, allora il Signore può operare nella nostra vita e attraverso di noi nella vita degli altri. L’evento umile e coraggioso delle Chiese orientali unite al Papa, la voce profetica che si è elevata da Bari, renda anche noi umili e coraggiosi, voce profetica in mezzo alle tante voci divisive e non pacificatrici.

Intenzioni di preghiera

1) Signore, perdonaci per quando abbiamo chiuso il cuore e reso inefficace la tua Parola con la nostra disillusione. Guariscici dall’incredulità e dalla rassegnazione. Sérviti della nostra debolezza per manifestare al mondo la tua potenza rigeneratrice.

2) Ti preghiamo, Signore, per la nostra Comunità, perché non si lasci intimidire dal male, ma annunci fiduciosa e con franchezza a tutti il tuo regno, incontrando l’umanità incerta e smarrita.

3) Guarda, Signore, la Chiesa, sparsa in tutto il mondo, che continua ad annunciare il Vangelo nelle difficoltà e nella debolezza: perché sempre trovi in Te la sua forza. Donale profeti di speranza, come Papa Francesco che ti preghiamo di proteggere. Ti preghiamo per il nostro vescovo Crescenzio.

4) Signore Gesù, che hai conosciuto l’incomprensione e l’ostilità degli uomini, consola e sostieni tutti coloro che subiscono il rifiuto e l’umiliazione, che sono respinti mentre cercano soccorso e accoglienza.

5) Fa’ cessare, Signore, il livore dell’odio e ogni male: che la pace venga presto nei luoghi dove si ode ancora il fragore delle armi. Proteggi la vita di chi è ancora sequestrato e in pericolo.

6) Ti rendiamo grazie, Signore, per l’incontro che ha visto riuniti a Bari Papa Francesco e numerosi capi di Chiese e delle Comunità cristiane del Medio Oriente, per pregare e operare per la pace in un clima fraterno, profetico e coraggioso di unità. Benedici l’amore audace gli uni per gli altri, per ogni minoranza, per tutti gli uomini e i popoli che soffrono, segno luminoso per l’umanità intera.