parrocchia
san Gennaro all'Olmo Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 25 marzo 2018

Domenica delle Palme /B

 
 

Letture: Marco 11,1-10; Isaia 50, 4-7; Salmo 21; Filippesi 2, 6-11; Marco 14,1 – 15,47.

Memoria del beato Omeljan Kov?, prete greco-cattolico ucraino ucciso nel lager di Majdanek nel 1944 per avere difeso gli ebrei dalla persecuzione.

Dal Vangelo di Marco capitolo 11, versetti da 1 a 10

Quando furono vicini a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli e disse loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito, entrando in esso, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è ancora salito. Slegatelo e portatelo qui. E se qualcuno vi dirà: “Perché fate questo?”, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito”».

Andarono e trovarono un puledro legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo slegarono. Alcuni dei presenti dissero loro: «Perché slegate questo puledro?». Ed essi risposero loro come aveva detto Gesù. E li lasciarono fare.

Portarono il puledro da Gesù, vi gettarono sopra i loro mantelli ed egli vi salì sopra. Molti stendevano i propri mantelli sulla strada, altri invece delle fronde, tagliate nei campi. Quelli che precedevano e quelli che seguivano, gridavano:«Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide! Osanna nel più alto dei cieli!».


IL MALE CHE SEMBRA VINCERE, PUÒ ESSERE SCONFITTO


Portarono il puledro da Gesù,
vi gettarono sopra i loro mantelli ed egli vi salì sopra.

 

Noi dinanzi alla forza del male

Il racconto della Passione e morte di Gesù ci mette dinanzi alla forza del male che non smette di operare e seminare violenza e morte, eliminare chi non si conforma alle sue regole. Eppure, dopo qualche reazione momentanea dinanzi ad episodi efferati, noi facilmente ce ne dimentichiamo e continuiamo a vivere tranquilli, riprendendo i nostri ritmi abituali.

Ma qualcuno intuisce: nel racconto della Passione vediamo una donna che seguiva Gesù compiere un gesto di misericordia, di tenerezza verso quell’uomo disarmato, senza difese: versa un profumo prezioso sul capo di Gesù (Mc 14,3ss). C’è chi non comprende, vede solo gli aspetti economici mascherati da una preoccupazione per i poveri.

Un amore che non si lascia vincere dal male

In realtà si evidenzia solo una distanza dall’amore di quell’uomo, Signore della vita. E sarà proprio lui, Giuda, che per pochi soldi consegna Gesù ai suoi nemici, a un ingiusto processo e alla morte.

Ma Gesù non si ferma, non smette di amare, continua ad indicare la via della vita fraterna, della comunione. È l’immagine di quella tavola del giovedì santo, quando gli ebrei per la Pasqua immolavano l’agnello. Ma ora è lui, Gesù, l’agnello che si immola per noi. Anche per Giuda, per i violenti, perché anche loro – soprattutto loro - hanno bisogno di amore. Questa presenza del Signore in mezzo a noi, con la sua parola, con l’Eucaristia, ci accompagna e ci indica la strada.

Il conformismo dei cristiani è come dormire dinanzi a chi soffre

Gesù parla a Giuda che siede a tavola con lui, mette sull'avviso i discepoli sulla loro debolezza, mentre Pietro con tutti gli altri insistono che mai lo rinnegheranno. E nel Getsemani, mentre Gesù sente l’angoscia per la forza del male sta per abbattersi su di lui, il sonno prende i discepoli. È il sonno del conformismo dei cristiani alla logica di questo mondo. E Gesù, oppresso e angosciato per tre volte torna dai discepoli a cercare conforto e non lo trova.

Arriva Giuda con un gruppo armato, il bacio è il segno del tradimento, qualcuno pensa di difendere Gesù con la spada. Ma non è con la spada che difendiamo Gesù, il bene, l’amore. Un giudizio con un’apparenza di legalità perpetra la più grossa ingiustizia sull’innocente. Quanti falsi giudizi e quante ingiuste condanne. Pilato incapace di assumersi le sue responsabilità, i soldati, a loro volta oppressi, si sfogano contro l’innocente debole e indifeso. Lo portano fuori città, quasi a voler dire che non c’è posto per lui dentro le città degli uomini.

Come le donne del Vangelo, stiamo vicino ai crocifissi di oggi

Ma ai piedi della croce troviamo il piccolo nucleo di donne e poi Giuseppe che nonostante fosse membro del Sinedrio, il tribunale che ha condotto Gesù, compie il gesto di pietà, di compassione verso quel corpo privo di vita. Ma quell’uomo che si pensa ormai sconfitto, rinasce alla vita perché gli uomini hanno bisogno di lui.

Dinanzi alla violenza del male su donne e uomini innocenti, pensiamo a Gesù crocifisso e alle tante croci degli uomini, dei tanti Golgota in tante parti del mondo. Il lungo racconto della passione di Gesù che troviamo in tutti i quattro i vangeli vogliono ci aiutano a comprendere la forza terribile del male e quanto l’uomo, ogni uomo, può fare tanto male.

Entriamo con Gesù in questo mondo bisognoso di pace

La liturgia di questa domenica possiamo dire che ha due facce: da un lato le palme festose dell’ingresso di Gesù nella città e dall’altro la lettura della Passione. Da una parte Gesù ci chiede di uscire con lui, come facciamo portando le palme per strada, nei luoghi dove viviamo perché tanti non conoscono ancora Gesù, un re umile, signore della pace; dall’altra restiamo in silenzio dinanzi al Vangelo della Passione, che ci chiede di entrare in noi stessi, stare svegli accanto al Signore, meditando sul mistero del dolore e del male nel mondo.

In questi giorni della Settimana Santa leggiamo e rileggiamo il racconto della Passione. Saremo aiutati a comprendere la sapienza della croce, a guardare con attenzione e compassione questo mondo bisognoso di misericordia, di pace, di artigiani di pace. Il Signore ci aiuterà a non arrenderci alla cultura aggressiva della rabbia e della paura e a portare con lui misericordia e pace.

Intenzioni di preghiera

1) O Signore, mentre entri a Gerusalemme e vai verso la tua Passione, aiutaci a stringerci a te, a seguirti con fedeltà ed amore nell’ora dolorosa della croce, per rinnovare profondamente la nostra vita.

2) Ti preghiamo, o Signore, per Papa Francesco, proteggilo e guidalo nel suo ministero; per il nostro vescovo Crescenzio e per tutta la Santa Chiesa perché viva la Settimana Santa in unità e pace.

3) Ti preghiamo, o Signore, proteggi i cristiani perseguitati in tante parti del mondo. Fa’ che non dimentichiamo mai le loro sofferenze e siamo loro vicini nella preghiera e nell’amicizia.

4) Ti preghiamo, o Signore, per le tante periferie del nostro mondo, per i poveri, per gli emarginati e i disprezzati e ti domandiamo che nessuno sia più lasciato solo sotto il peso della sua croce.

5) Ti preghiamo, o Signore, per la pace e perché mai, anche nelle ore più buie della violenza e della guerra, ci venga a mancare la speranza di poterla raggiungere. Proteggi e salva la vita di tutti quelli che ancora sono sequestrati in tanti luoghi del mondo.