parrocchia
san Gennaro all'Olmo Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 16 luglio 2017

Domenica 15ª Tempo Ordinario /A
 
 

Letture: Isaia 55,10-11; Salmo 64; Romani 8,18-23; Matteo 13,1-23 (breve 1-9)

 

Dal Vangelo di Matteo capitolo 13, versetti da 1 a 23

1 Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. 2Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.

3Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. 5Un'altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c'era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, 6ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. 7Un'altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. 8Un'altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. 9Chi ha orecchi, ascolti».

10Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». 11Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. 12Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell'abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. 13Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. 14Così si compie per loro la profezia di Isaia che dice:

Udrete, sì, ma non comprenderete, guarderete, sì, ma non vedrete. 15Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca!

16Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. 17In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!

18Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. 19Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. 20Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l'accoglie subito con gioia, 21ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. 22Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. 23Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».


BEATI QUELLI CHE ASCOLTANO LA PAROLA DI DIO
E LA VIVONO OGNI GIORNO

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«Ecco, il seminatore uscì a seminare ...»

 

Gesù, il seminatore della vita di Dio

Il Vangelo di oggi ci presenta Dio come un seminatore, Gesù, il figlio suo, venuto per seminare la parola che ci comunica la vita stessa di Dio: «quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare … e parlò loro di molte cose» (Mt 13,1.2). Ogni volta che ci riuniamo attorno al Signore, egli ha molte cose da dirci. Anche oggi si fa incontro a noi donandoci la sua parola di vita.

C’è un mondo dove tanti uomini e donne soffrono, c’è la natura che soffre violentata al pari di tanti uomini e donne che vedono il loro desiderio di vita soffocato, oppressi da ingiustizie e abbondono. La parola del Signore, il suo Vangelo, viene come la pioggia che scende dal cielo per rendere feconda la terra, per rendere feconda la nostra vita.

Anche tutta la creazione geme, soffre, come vediamo con i nostri occhi ogni giorno violentata per l’egoismo degli uomini che non rispettano la terra, l’aria, il mare; sappiamo quanto mali produce l’inquinamento dovuto alla rapacità degli uomini.

La Parola di Dio aspetta di essere accolta

Il Signore sta in mezzo a noi come il seminatore della parabola. E il seme della sua parola aspetta di essere accolto, perché la sua parola intenerisce il cuore, rende nitida la nostra vista, ci conduce incontro agli altri, ci rende accoglienti.

Dove cade oggi la Parola che riceviamo, che tipo di terreno siamo noi dinanzi alla Parola che il Signore viene a comunicarci? Egli comunica con noi durante la liturgia, nella preghiera comune, nei momenti in cui ci mettiamo a leggere e meditare la sua parola. Non diciamo: io sono come il terreno duro della strada o come quello pieno di sassi o di spine, o anche il terreno buono e accogliente.

Il Signore prova sempre a darci la sua Parola

Noi conosciamo l’instabilità del nostro cuore e della nostra volontà. Siamo diversi nei tanti momenti o periodi della nostra vita. Ma il Signore ci prova sempre a seminare la sua Parola, spera sempre di trovare accoglienza così da farci sperimentare la forza che si sprigiona da questa sua parola quando viene accolta. Il Signore ci prova sempre perché ci ama, ci vuole bene, non si rassegna a lasciarci andare secondo le parole di questo mondo che dividono, chiudono in noi stessi, rendono arido il nostro cuore.

Gesù nella parabola esemplifica le varie situazioni che la sua parola seminata può incontrare. Sono situazioni che conosciamo, di cui renderci conto perché se vogliamo, possiamo disporci ad accogliere e far produrre frutti alla Parola del Signore.

I diversi atteggiamenti dinanzi al Signore che ci parla

Possiamo essere distratti e questa parola subito vola via, si può ascoltare superficialmente e la parola non trova il terreno interiore in cui radicarsi e germogliare manifestando i frutti di vita che vengono da Dio; può essere accolta assieme alle tante incombenze delle nostre giornate, ai tanti pensieri che occupano la nostra mente, alle preoccupazioni che ci assorbono: la parola cerca di sviluppare le sue energie di vita, di amore, di apertura agli altri ma finisce per essere soffocata.

Ma possiamo anche disporci come un terreno morbido, accogliente, libero dalle durezze del nostro cuore, dalla superficialità di fronte al Signore che ci parla, dalle preoccupazioni che vogliono prevalere su tutto, allora vediamo i frutti abbondanti che ne vengono: amore, gioia, pace, gioia, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, autocontrollo (Gal 5, 22).

Accogliamo l’esortazione della lettera di Giacomo: «Siate di quelli che mettono in pratica la Parola, e non ascoltatori soltanto, illudendo voi stessi» (1,22). Meditiamo ogni giorno la Parola del Signore e sperimenteremo la beatitudine di quelli che ascoltano ed attuano quanto il Signore ci dice, la gioia della maternità e della fraternità che genera questa Parola.

Intenzioni di preghiera

1) Ti ringraziamo, o Signore, per il dono della tua Parola. Concedici di accoglierla e custodirla nel nostro cuore, perché sia fondamento della nostra fede, nutrimento della nostra speranza e lievito di fraternità.

2) Ti preghiamo, o Signore, perché il seme della tua Parola sia sparso con abbondanza e generosità nella vita degli uomini del nostro tempo. Sostieni l’opera evangelizzatrice della Chiesa e la predicazione di Papa Francesco perché il Vangelo orienti le scelte e la vita dell’umanità intera. Sostieni e accompagna il nostro vescovo Crescenzio.

3) Ti preghiamo, Signore, per tutti i cristiani che, in tante aree del mondo, vivono la loro fede in situazioni difficili e pericolose: proteggi la loro vita.

4) Accogli, Signore, le invocazioni dei poveri che facciamo nostre: consola chi soffre, guarisci chi è malato, dona a tutti la pace del cuore.

5) Signore, ti preghiamo: veglia sul Medio Oriente, sulla Terra Santa, sull’Iraq, sulla Siria, perché cessi il tempo dell’odio e si tornino a cercare vie di pace. Ricordati di Mar Gregorios Ibrahim, di Paul Yazigi, di Padre Dall’Oglio e di quanti sono ancora sequestrati e in pericolo.