parrocchia
san Gennaro all'Olmo Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 19 marzo 2017

Domenica 3ª Tempo Quaresima /A
 
 

Letture: Esodo 17,3-7; Salmo 94;  Romani 5,1-2. 5-8; Giovanni 4,5-42 - (oppure Gv 4, 5-15.19b-26.39a.40-42)

Ricordo di san Giuseppe, sposo di Maria, che nell’umiltà «prese con sé il bambino». Anniversario dell’inaugurazione del ministero pastorale di papa Francesco.

Dal Vangelo di Giovanni 4, 5-15.19b-26.39a.40-42

5Gesù giunse a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: 6qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. 7Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». 8I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi.

9Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. 10Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: «Dammi da bere!», tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». 11Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? 12Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?».

13Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; 14ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». 15«Signore - gli dice la donna -, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua. 19Vedo che tu sei un profeta! 20I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare».

21Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. 22Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. 23Ma viene l’ora - ed è questa - in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. 24Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». 25Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». 26Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».

39Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». 40E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. 41Molti di più credettero per la sua parola 42e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».


Un incontro che libera e salva


«Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me,
che sono una donna samaritana?»

 

La sete di Gesù

Questa pagina del Vangelo è la storia di un incontro di Gesù con una donna, uno dei tanti incontri di cui è pieno il Vangelo, incontri che cambiano in profondità la vita delle persone, se accolgono la sua parola.

Il racconto è dettagliato, mette in evidenza l’iniziativa di Gesù che parte da un bisogno materiale suo e di quella donna, la sete. Ma la sete di Gesù non è solo sete di acqua, è sete di salvare la vita di quella persona. È una samaritana, membro di un popolo separato dai giudei, ritenuto eretico, da cui stare lontano. E la storia personale di questa donna è una storia di delusioni, fallimenti e tradimenti che la rendono rassegnata e aggressiva.

L’amore di Gesù fa breccia nei cuori induriti e rassegnati

Se questa donna è rassegnata, Gesù non lo è nei suoi confronti. E attraverso un dialogo che inizia con un atteggiamento diffidente da parte della donna, Gesù arriva al suo cuore per farle conoscere e sentire il suo amore.

Si parte da un bisogno materiale, l’acqua, per farle conoscere un’altra acqua che soddisfa il desiderio di amicizia, di amore che c’è in ogni uomo, un’acqua che purifica e libera dai tanti pregiudizi che, come dei muri, separano gli uni dagli altri.

E siamo accompagnati a vedere come pian piano la parola di Gesù fa breccia nel cuore di quella donna che non sperava più nulla dalla vita. E quando, dopo un faticoso e amorevole dialogo di Gesù, la donna si apre a quell’amore gratuito, avviene in lei come una liberazione, tanto da correre incontro a quelli da cui prima rifuggiva perché si sentiva giudicata e non accolta. Ora è lei che invita i suoi paesani all’incontro con Gesù.

Col Vangelo la nostra vita può cambiare

Col Vangelo Gesù apre un dialogo anche con noi, con ciascuno di noi, in maniera personale come fa con la samaritana. Egli non vuole che restiamo rassegnati di fronte a un mondo che alza muri nei confronti dei profughi, un mondo che uniti a lui possiamo cambiare, di fronte ad una vita personale che può aprirsi al suo amore. Questo mondo cambia se ciascuno di noi si lascia toccare il cuore come avviene per la samaritana.

C’è la resistenza che viene dalle nostre abitudini, dall’esperienza della vita che spesso ci indurisce. È la resistenza di quella donna ferita dagli eventi della sua vita, ma è anche la resistenza dei discepoli che pure camminano con lui. Si meravigliano che Gesù parli con una donna, contrariamente alla cultura di quel tempo, tanto più perché quella donna fa parte del popolo samaritano da cui stare ben lontani.

Un incontro personale che Gesù desidera avere anche con noi

I discepoli sono andati in paese a procurare del cibo per Gesù e per loro. Tornando, non colgono quello che sta avvenendo nel cuore e nella vita di quella donna e dicono a Gesù: «maestro, mangia». Ma per Gesù la prima preoccupazione è un’altra: riunire gli uomini, immettere fiumi di amore nel loro cuore. Tutti abbiamo bisogno del cibo materiale, ma il Signore ricorda che «non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio» (Mt 4, 4).

La parola di Gesù ha fatto breccia nel cuore di quella donna e ormai corre incontro agli altri per comunicare loro la sua esperienza di liberazione e di amore gratuito. Ai discepoli Gesù risponde: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete … Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera» (Gv 4, 32.34).

Anche noi possiamo fare l’esperienza della samaritana, anche noi possiamo avvicinarci al Signore per prendere l’acqua dell’amore e della consolazione che ci vivifica e ci fa essere fonte di amore per gli altri, servendo chi ha sete. Anche a noi il Signore dice: «Chi ha sete, venga; chi vuole, prenda gratuitamente l’acqua della vita» (Ap 22, 17).

Intenzioni di preghiera

1) O Signore, fa' che la tua Parola, "l'acqua viva" che ci offri, diventi in noi sorgente feconda di fede e di carità generosa, affinché la nostra vita porti frutti abbondanti.

2) Ti preghiamo, Signore, per Papa Francesco, per il nostro vescovo Crescenzio e per tutta la Chiesa, perché sappia andare incontro agli uomini assetati di Dio e, comunicando il Vangelo, li aiuti a scoprirlo e a incontrarlo.

3) O Signore, purifica in questa Quaresima i nostri cuori, rendici capaci di un colloquio lungo e confidenziale con te, come fece la Samaritana, per essere liberati dal nostro peccato e da ogni infedeltà.

4) Ti preghiamo, Signore, per tutti coloro che vivono la difficile prova della guerra e particolarmente per la Siria. Ti invochiamo perché nel buio, possa sorgere presto la luce della tua pace e ti chiediamo di liberare chi è ancora prigioniero.

5) Signore Gesù, che attendi chi ancora non ti ha incontrato per confermargli il tuo amore, concedi a coloro che sono assetati di giustizia di trovare in te la sorgente per estinguere la loro sete di bene.