parrocchia
san Gennaro all'Olmo Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 31/07/16

Domenica 18ª Tempo Ordinario /C
 
 

Letture: Qoèlet 1,2;2,21-23; Salmo 94; Colossesi 3,1-5.9-11; Luca 12,13-21.

 

Dal Vangelo di Luca capitolo 12, versetti da 13 a 21

13Uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di' a mio fratello che divida con me l'eredità». 14Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». 15E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell'abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».

16Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. 17Egli ragionava tra sé: «Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? 18Farò così - disse -: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. 19Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!».

20Ma Dio gli disse: «Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?». 21Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».


TENETEVI LONTANO DA OGNI CUPIDIGIA

Gesùdiscepoli500
«Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia
perché, anche se uno è nell'abbondanza,
la sua vita non dipende da ciò che egli possiede»

Non usiamo i beni terreni solo per noi stessi

Camminare dietro Gesù seguendo i suoi percorsi, essere giorno dopo giorno nutriti dalla sua Parola è il dono più grande che viene fatto continuamente alla nostra vita. Viviamo in un mondo dove è sempre più largo lo spazio che si dà alle cose di questa terra, ai beni materiali, al vivere pensando di usare questi beni solo per la propria soddisfazione e il proprio benessere.

Il comportamento di quest’uomo ricco che dinanzi ai suoi affari andati molto bene non viene sfiorato minimamente dal pensiero che questi beni non sono solo per lui ignorando la situazione di quelli che gli vivono attorno. Il suo è un comportamento non solo molto diffuso oggi, ma è ritenuto “normale”.

Diventare ricchi della misericordia di Dio

C’è un fascino delle cose della terra che non lascia nessuno insensibile. Ma questo porta alla voglia di avere sempre di più, di possedere sempre di più. Tante volte anche noi dobbiamo più che demolire i magazzini, allargare i nostri guardaroba perché non c’è più spazio per i nuovi acquisti. C’è una cupidigia, una voglia di “avere” che entra silenziosamente dentro di noi e ci conquista.

La Parola di Dio continuamente ci illumina, ci rafforza, ci guarisce dall’avarizia e dall’egoismo. I poveri ci aiutano a comprendere che i beni che abbiamo non sono per fare felici solo alcune persone, essi ci aiutano a comprendere l’importanza e la bellezza della condivisione, dell’amicizia che è la vera ricchezza. Il Signore con il suo Vangelo ci spinge continuamente a rivolgere la mente e il cuore «alle cose di lassù», alle cose che non passano, a diventare ricchi della misericordia di Dio.

Tanti hanno dimenticato Dio, come fece il ricco della parabola

Ricordiamo il comportamento del giovane ricco quando Gesù gli dice «Se vuoi essere perfetto, va', vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!» (Mt 19,21). Quel giovane se ne va triste perché possedeva molte ricchezze. E il ricco della parabola del vangelo di oggi si era dimenticato di Dio, pensa che quei suoi beni sarebbero stati la fonte della sua felicità.

Gesù conosce bene quanto è facile l’attaccamento ai beni della terra, per questo non si stanca di mettere in guardia i suoi discepoli, di esortarli: «accumulate per voi tesori in cielo» (Mt 6, 21), «fatevi degli amici con la ricchezza disonesta» (Lc 16,9), «Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio» (Lc 6,38).

Sottomettere i beni della terra all’amore e alla compassione

Viene da pensare al gesto di Zaccheo, commosso per avere a casa sua il Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri» (Lc 19,8), oppure a quello che leggiamo nel libro degli Atti riguardo alle prime comunità: «vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno» (At 2, 45).

I beni della terra possono essere utili per il cielo se sono sottomessi all’amore e alla compassione. Se i nostri beni sono a disposizione dei poveri e dei deboli, essi diventeranno ricchezza vera per il cielo. E qui vediamo quanto il Vangelo capovolge i criteri di questo mondo, dove accumulare per sé sembra divenuta l’unica vera regola di vita.

Condividere con umiltà quanto abbiamo ricevuto

Svestirsi dell’«uomo vecchio» con le sue azioni significa lasciar cadere questo attaccamento ai beni materiali, usarli senza esserne posseduti; e «l’uomo nuovo» è quello che giorno dopo giorno si lascia forgiare dal Vangelo, dai sentimenti di Gesù, dalla misericordia, dalla compassione, dalla tenerezza, dall’amore.

Quanta stoltezza nel ragionare come quell’uomo ricco: «hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!». E quanta saggezza nel vivere diventando ricchi degli stessi sentimenti del Signore, fermandosi accanto come lui, mossi dal suo amore, condividendo con umiltà e semplicità quanto abbiamo ricevuto.

Intenzioni di preghiera

1. Signore, liberaci dall’ansia dei beni terreni, dalla cupidigia del possesso e dall’egoismo; insegnaci a ricercare la felicità che viene dall’accogliere la tua presenza nella nostra vita.

2. Ti preghiamo, o Signore, per papa Francesco e per tutti i giovani riuniti con lui a Cracovia: perché nel giubileo della Misericordia possano tutti incontrare il tuo Vangelo e con esso un senso pieno della vita. Ti preghiamo per il nostro vescovo Crescenzio.

3. O Signore, la tua grazia converta il cuore degli uomini, ci renda tutti più attenti al prossimo e disposti nella carità alla condivisione dei nostri beni.

4. Ti preghiamo, Signore, per chi in questo tempo d’estate è più solo: per i malati, per gli anziani, per i detenuti e per quanti sono afflitti nell’anima e nel corpo. Sii tu la loro consolazione.

5. Ti preghiamo, o Signore, perché le ferite della guerra, di cui soffrono molti paesi possano essere guarite e perché la pace, salvezza per ogni popolo, venga presto in Siria. Veglia sulla vita di Mar Gregorios Hibrahim, di Paul Yazigi e di Padre Paolo Dall’Oglio.