parrocchia
san Gennaro all'Olmo Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 19/06/16

Domenica 12ª Tempo Ordinario /C
 
 

Letture: Zaccaria 12, 10-11; Salmo 62; Galati 3, 26-29; Luca 9, 18-24.

Memoria di san Romualdo (950-1027), anacoreta e padre dei monaci camaldolesi.

Dal Vangelo di Luca capitolo 9, versetti da 18 a 24

18Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». 19Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia; altri uno degli antichi profeti che è risorto». 20Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». 21Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno.

22«Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».

23Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. 24Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà.


UNA VITA ITINERANTE CAMMINANDO DIETRO AL SIGNORE

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Gesù domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?».
Pietro rispose: «Il Cristo di Dio».

Conoscere meglio colui che ci chiama a seguirlo

La liturgia della domenica è una sosta settimanale nel nostro camminare insieme, come discepoli, dietro il Signore. Una sosta per comprendere chi è colui che seguiamo, aiutati dalle sue parole e da quello che egli ci fa vivere durante la settimana.

Nel racconto di Luca questa sosta con Gesù che si ferma a pregare e poi a dialogare con i discepoli sulla sua identità, segue il racconto della moltiplicazione dei pani. L’evangelista ci aiuta a comprendere che seguire Gesù significa scoprire la sua vita a servizio degli uomini e imparare anche noi a fare altrettanto.

Le risposte che la gente si è data circa Gesù – Giovanni Battista, Elia o uno degli antichi profeti che è risorto – sono inadeguate perché rinchiudono la realtà di Gesù nel già visto e non si aprono alla novità di Dio. Camminare dietro Gesù significa fare propria la sua esistenza itinerante. Questo incontrare con lui tante persone lungo la settimana, a partire dai poveri e dai deboli e poi dagli smarriti di cuore, ci fa entrare nel mistero di amore che riguarda la persona di Gesù e l’agire di Dio.

Poco a poco diventare «uno in Cristo Gesù»

Camminare con Gesù, dietro di Lui, è scoprire sempre cose nuove. Non possiamo camminare con lui come coloro che ripetono le stesse cose nell’abitudine. C’è una novità in ogni incontro, c’è una curiosità che viene dallo Spirito che ci fa vedere e scoprire tratti nuovi del nostro rapporto col Signore e ci aprono ad una conoscenza più profonda dei nostri fratelli e sorelle, ad una comprensione del legame nuovo che nasce dall’essere una sola cosa in Cristo, e riconoscerci tutti figli dell’unica famiglia del Signore

Come ci spiega l’apostolo Paolo: «Non c'è Giudeo né Greco; non c'è schiavo né libero; non c'è maschio e femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù» (Gal 3,28). Questa unità si realizza attraverso una comunione di vita col Signore, che cresce giorno dopo giorno. Per questo c’è bisogno di essere sempre in ascolto di lui, seguirlo nelle diverse strade che apre dinanzi a noi, spesso imprevedibili e impreviste. Essere aperti ad ogni novità che egli ci mostra, cogliere con lui i nuovi segni dei tempi, senza lasciarci imprigionare dalla istituzionalizzazione dei servizi alle persone, per scoprire e cogliere nuove domande, vedere nuove vie per accogliere e rispondere alle invocazioni che salgono da tante parti.

I segni di questo tempo da cogliere

La realtà della guerra in tanti paesi, la fuga di tanti che hanno perso tutto e cercano un futuro nella nostra Europa, la mancanza del necessario in paesi dove tanti vivono in estrema povertà, la minaccia di quelli che sono prigionieri dell’odio e della violenza, la chiusura di tanti all’accoglienza e la gioia di tanti, anche in Italia, contenti di donare agli altri: sono tante domande da raccogliere alle quali cercare insieme delle risposte.

Per questo c’è bisogno di rinunciare a pensare all’affermazione di se stessi e incamminarsi, ammaestrati dal Vangelo, in un’esistenza non più dominata dal proprio egocentrismo. E percorrere con gioia le strade che il Signore ci indica: vedremo tante persone che si fanno vicine le une alle altre, segno del regno di Dio che viene.

Diventare nuove creature che vivono la gioia di donarsi agli altri

Rinnegarsi non significa abdicare a quello che si è o rinunciare ad essere se stessi, significa piuttosto ricevere la propria vita come una grazia di cui non si dispone da padroni. Il rapporto personale col Signore, sostenuti e accompagnati da tanti fratelli e sorelle, da tanti amici poveri che entrano a far parte della nostra vita ci fa diventare creature nuove; «cosicché – dice Paolo – non guardiamo più nessuno alla maniera umana … tanto che, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate, ecco, ne sono nate di nuove» (2Cor 5, 16-17).

Il Signore si ferma a parlare con noi, come ha fatto con i suoi primi discepoli per accompagnarci a vivere una vita che si dona agli altri, vivendo uniti a lui. Perdere la propria vita per lui significa accettare ogni giorno di vivere per un altro da sé, un altro che non ci fa correre dietro cose vane e illusorie ma ci fa vivere da figli di Dio che operano perché venga il suo regno in questo mondo.

Intenzioni di preghiera

1) Signore Gesù, che indichi a chi vuole seguirti la strada impegnativa del dono di se stessi, fa’ crescere in noi una fede generosa e ricca di entusiasmo per compiere con gioia la missione del Vangelo che ci affidi.

2) Ti preghiamo, o Signore, per Papa Francesco, testimone della fede e messaggero della misericordia che germoglia dalla croce. Proteggilo e sostienilo con tutto il popolo che gli hai affidato. Guida e sostieni il nostro vescovo Crescenzio.

3) Ti preghiamo, o Signore, per tutti i sacerdoti, chiamati a servirti nel ministero sacerdotale. Accompagnali e guidali con il tuo Spirito perché nel servizio generoso al Vangelo, sappiano vivere gioiosamente come tuoi testimoni.

4) O Signore, scaccia il buio del male, dell’inimicizia, della guerra. Dona al mondo intero la tua pace. Veglia sulla vita di Mar Gregorios Ibrahim e di Paul Yazigi, di Padre Paolo Dall’Oglio e di quanti sono ancora sequestrati e in pericolo.

5) Ti preghiamo, o Signore, per chi soffre, per chi è gravemente malato: perché trovi in te soccorso, guarigione, salvezza.