parrocchia
san Gennaro all'Olmo Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 08/05/16

Ascensione del Signore /C
 
 

Letture: Atti 1, 1-11; Salmo 46; Ebrei 9, 24-28;10,19-23; Luca 24, 46-53.

 

Dal Vangelo di Luca capitolo 24, versetti da 46 a 53

46Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni. 49Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».

50Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. 51Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. 52Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia 53e stavano sempre nel tempio lodando Dio.


GESÙ CHE SALE AL CIELO INAUGURA UNA NUOVA PRESENZA IN MEZZO A NOI

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Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo

Termine della presenza visibile di Gesù sulla terra

Oggi celebriamo la festa dell’Ascensione di Gesù al cielo. Così si conclude il Vangelo che racconta tutto quello che ha fatto Gesù dagli inizi fino a quando parte da questa terra per ritorna accanto al Padre suo da dove era venuto.

Dopo i giorni della morte e resurrezione di Gesù, gli apostoli lo hanno visto più volte vivo: sono stati con Lui, hanno mangiato con Lui. Il Vangelo di oggi ci riporta le sue ultime parole mentre stanno a tavola insieme, momento intimo con Lui. Voi – dice loro Gesù – sarete quelli che farete conoscere al mondo quello che ho detto e ho fatto, la mia morte e resurrezione, la possibilità donata ad ogni uomo di convertire la propria vita. Sarete voi a far conoscere quello che avete visto e vissuto accanto a me.

Gesù benedice i suoi discepoli

Ma i discepoli non sono ancora pronti per questa missione che a partire da loro, sarà la missione della Chiesa nel corso della storia. Gli apostoli pensano ancora ad un regno terreno. E Gesù prova ancora a spiegare la diversità del regno di Dio e li prepara alla venuta dello Spirito Santo che li illuminerà e li guiderà nella loro missione.

Forse proprio dal Monte degli Ulivi da dove era partito per l’ingresso in Gerusalemme, li benedice, mentre viene portato verso il cielo. I discepoli si prostrano per adorarlo, lo riconoscono come Figlio di Dio e guida della loro vita. Poi tornano a Gerusalemme e stanno nel tempio, diventato luogo della presenza dei testimoni del Risorto e punto di partenza da cui la Parola di Dio si diffonderà nel mondo.

L’incontro con Gesù nella Liturgia

Nella liturgia di ogni domenica noi celebriamo l’incontro con Gesù e la sua Parola, non più come presenza visibile, ma come presenza spirituale. Egli continua a parlarci, ci chiede di essere suoi testimoni, ci nutre per mezzo dell’Eucaristia e ci benedice perché per mezzo nostro si diffonda nel mondo la buona notizia del Vangelo e del suo amore verso tutti.

Gesù ora sta alla destra di Dio ma è vicino a noi non più come avvenne in Palestina, ma forse in maniera ancora più reale di quando era presente fisicamente. Nella Liturgia si fa presente, parla come faceva con i primi discepoli e ci apre alla comprensione di quanto siamo chiamati a vivere con Lui e della bellezza di essere suoi testimoni accanto agli altri.

Dio vuole abitare in mezzo agli uomini

La liturgia è uno spazio di comunione particolare con Dio, uno spazio che ci purifica interiormente, ci rigenera e ci rende consapevoli di quanto ci viene donato vivendo legati a Lui. E per questo la liturgia è anche lo spazio per rendere lode a Dio, per ringraziarlo. È anche questo il senso del canto con cui manifestiamo la nostra gioia e gratitudine di vivere con Lui. E dalla liturgia usciamo con gioia e comunicare nella nostra città e in ogni luogo quello che abbiamo ricevuto.

Dio vuole abitare nella nostra città, nella nostra vecchia Europa – ha detto il Papa – ma ha bisogno di testimoni e di evangelizzatori. Il cristianesimo in Italia e in Europa è molto debole, tanti sono quelli che vivono un’altra cultura, quella di un mondo consumista e avaro nei confronti degli altri, perché tanti che si dicono cristiani si sono assimilati a questa cultura.

C’è bisogno di testimoni ed evangelizzatori

C’è bisogno di testimoni che vivono la bellezza del Vangelo, che manifestano la loro fraternità in mezzo agli altri, che comunicano con la loro vita, prima ancora che con la parola, la vicinanza, l’accoglienza, l’integrazione con coloro che la cultura dominante considera gli scarti da buttar via o da ignorare. Possa questa liturgia, ogni liturgia, essere occasione per noi di rinnovarci, rinvigorirci nell’esperienza di vita col Signore per essere testimoni ed evangelizzatori.

E prepariamoci alla Pentecoste, festa dello Spirito Santo, di domenica prossima pregando il Signore di inondarci con questa forza di amore che è il suo Spirito per essere portatori e diffusori di questo fuoco di amore, di cui il mondo ha grande bisogno.

Intenzioni di preghiera

1) O Signore Gesù, che sei accanto a noi con la tua parola e il tuo Spirito, aiutaci a compiere la missione che ci affidi, a comunicare la forza della Pasqua ad ogni creatura, senza timore e con speranza.

2) O Signore, noi ti preghiamo per Papa Francesco, testimone infaticabile di carità, e per il nostro vescovo Crescenzio: sostienili nel ministero che hai loro affidato e dona a tutti noi di cooperare con loro.

3) Signore, che chiami gli uomini e le donne a collaborare alla tua opera di salvezza e ad essere tuoi testimoni, suscita anche oggi nuovi apostoli, pronti a continuare la tua missione per il bene della Chiesa e dell’umanità intera.

4) O Signore, noi ti preghiamo per i giovani, perché scoprano il desiderio di incontrarti e la gioia di servirti e mettano le loro energie a servizio della pace. Sostieni le nostre comunità nell’impegno di trasmettere loro il Vangelo.

5) Ti preghiamo, o Signore, per Aleppo, stretta in una morsa di distruzione e per la Siria. Fa’ che tacciano le armi; e i cuori, anche quelli più violenti, si convertano alla pace. Veglia sulla vita di quanti sono ancora in pericolo come i vescovi Mar Gregorios Hibrahim, Paul Yazigi e padre Paolo Dall’Oglio.