parrocchia
san Gennaro all'Olmo Napoli

2
la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 01/05/16

6ª Domenica dopo Pasqua /C
 
 

Letture: Atti 15, 1-2.22-29; Salmo 66; Apocalisse 21,10-14.22-23; Giovanni 14, 23-29.

Le Chiese ortodosse festeggiano oggi la Pasqua. Memoria di san Giuseppe lavoratore e festa del lavoro.

Dal Vangelo di Giovanni capitolo 14, versetti da 23 a 29

23Gesù disse [ai suoi discepoli]: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. 24Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.

25Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. 26Ma il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

27Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. 28Avete udito che vi ho detto: «Vado e tornerò da voi». Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. 29Ve l'ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.


Chi ama il Signore osserva la sua parola

Amatevi500
Gesù disse: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amera e
noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui»

Il Vangelo ci genera all’amore del Signore

Il brano del Vangelo di oggi ci riporta all’ultima Cena e ai discorsi che quella sera Gesù ha con i suoi. C’era la preoccupazione per quella piccola comunità che doveva affrontare le ore difficili della passione e morte di Gesù fino alla sua resurrezione.

Gesù li conforta, promette loro lo Spirito Santo e spiega come restare uniti a Lui.
Quando noi pensiamo e diciamo di amare il Signore lo leghiamo spesso a qualcosa di sentimentale, di emotivo, di psicologico. Dobbiamo molto riflettere sulle parole di Gesù: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola, e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14,23). L’amore per il Signore passa per l’ascolto della sua Parola, un ascolto che trasforma i nostri pensieri e le nostre azioni.

Vivere con Gesù

È attraverso il Vangelo, ascoltato, accolto e assimilato che si instaura un rapporto profondo non solo con lui, ma anche col Padre suo, anzi c’è di più. Gesù dice: “verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”. Gesù che vive con noi, cammina e opera con noi. C’è una identità tra l’amore per Gesù, il seguire la sua parola e la presenza di Dio in noi.

E questa identità va vissuta per tutta la nostra vita. Pensiamo all’espressione di Paolo quando dice: “non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me” (Gal 2,20). Questo è quello che ci unisce, ci fa essere famiglia, ci fa vivere la misericordia verso i fratelli, particolarmente verso i più poveri.

Un Vangelo “senza aggiunte”

Il Signore conosce i nostri limiti, le nostre debolezze, come conosceva bene quelli dei suoi primi discepoli. E promette lo Spirito che “vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto” (v.26). Mentre ci avviciniamo alla celebrazione della Pentecoste Gesù con la sua Parola ci unisce a lui e ci dispone ad accogliere la forza del suo Spirito di amore.

Sappiamo che lungo la storia della Chiesa, per spiegare e specificare l’insegnamento di Gesù, si sono inventate tante aggiunte, come se la sua parola non bastasse. Ricordiamo la scelta di Francesco d’Assisi che dice ai suoi frati: io voglio vivere il vangelo senza aggiunte.

La Parola di Dio illumina la storia e ci apre al mondo

Sin dagli inizi si è corso il rischio delle aggiunte. Man mano che la comunità dei primi anni dopo Gesù cresceva, si volevano aggiungere al Vangelo altre pratiche provenienti dalla religione di Mosè. Nacquero discussioni animate. E solo la celebrazione di una riunione speciale, quella che possiamo chiamare il primo Concilio tenuto a Gerusalemme, riuscì a richiamare al primato del Vangelo.

La Parola di Dio anche oggi continua ad essere feconda se con essa leggiamo e comprendiamo gli eventi attuali, i cambiamenti, le nuove domande, i nuovi poveri. È molto illuminante per noi l’immagine della città santa, Gerusalemme, descritta nel libro dell’Apocalisse: una città con dodici porte, tre per ogni lato, aperta in tutte le direzioni, per accogliere da ogni lato e per andare incontro in tutte le direzioni.

Gesù ci dona la sua pace perché la viviamo e la comunichiamo

È immagine della Chiesa, della comunità, fondata sull’insegnamento degli apostoli, coloro che ci hanno comunicato le parole dell’Agnello, di Gesù, colui che “ci lascia la pace, ci lascia la sua pace”, tanto diversa da quella del mondo fondata sul più forte, sulla paura, sul compromesso.

Una pace, quella che dona il Signore, che porta a cercare vie di dialogo, vie di riconciliazione, vie suggerite dall’amore per gli uomini, dal rifiuto dell’odio, della guerra, che seminano distruzione e morte. Lavoriamo ogni giorno per la riconciliazione e la pace, animati dalla parola del Signore che comunica amore.

Intenzioni di preghiera

1) O Signore, fa’ che la nostra vita si apra ai doni del tuo Spirito perché siamo pronti a rispondere a chiunque ci domandi ragione della speranza che hai posto in noi.

2) Ti preghiamo, o Signore, per papa Francesco: sostienilo con i doni del tuo Spirito perché guidi il tuo popolo nell’unità e nella pace; ti preghiamo per il nostro vescovo Crescenzio e per tutta la Santa Chiesa perché sia sempre illuminata dalla grazia dello Spirito.

3) Signore Gesù, che non ci lasci orfani, ma soccorri la nostra debolezza con la consolazione del tuo Spirito, dona a questi tuoi servi di amare la tua Parola, di custodirla nel loro cuore, di farla crescere e di metterla in pratica.

4) Signore, noi ti preghiamo perché cessi il tempo dell’odio, perché termini ogni guerra, perché si tornino a cercare vie di dialogo, di riconciliazione, di pace. Veglia sulla Siria, libera da ogni male e pericolo coloro che lì sono ancora sequestrati come i vescovi Mar Gregorios Hibrahim, Paul Yazigi e Padre Paolo Dell’Oglio.

5) Ti preghiamo, o Signore, per chi lotta contro la morte, per chi soffre, per chi è gravemente malato: perché trovi in te soccorso, guarigione, salvezza.