parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

2
la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 06/12/15

2ª domenica di Avvento /C
 
 

Letture: Baruc 5,1-9; Salmo 125; Filippesi 1,4-6.8-11; Luca 3,1-6.

Memoria di san Nicola (+350). Fu vescovo in Asia minore (attuale Turchia); è venerato in tutto l’Oriente.

Dal Vangelo di Luca capitolo 3, versetti da 1 a 6

1 Nell'anno quindicesimo dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell'Iturea e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell'Abilene, 2sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto.

3Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, 4com'è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia:

Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! 5Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. 6Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!


FACCIAMO SPAZIO AL SIGNORE NEL SILENZIO E NELLA PREGHIERA

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«Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri».

Gli umili accolgono la parola di Dio

Anche al tempo di Gesù c’era gente importante. Il Vangelo nomina l’imperatore Tiberio, Ponzio Pilato governatore, il re Erode e suo fratelli Filippo anch’egli re, poi c’erano i sommi sacerdoti Anna e Caifa. Ma la parola di Dio non scende su di loro, ma su Giovanni Battista, un uomo umile, disinteressato che si è ritirato nel deserto a pregare e riflettere.

Il Signore, per realizzare il suo sogno di cambiare il mondo, non si affida alla forza degli eserciti, ai potenti, ai ricchi, ma alla debolezza di un uomo che riceve dall’alto una parola e la porta agli uomini. Giovanni è per noi “l’uomo dell’Avvento”. Dai vangeli sappiamo che egli è parente di Gesù, figlio di Elisabetta, cugina di Maria.

Giovanni ci indica il Signore che spera su di noi

Lui, uomo austero, essenziale, disinteressato, è colui che ci invita a preparare la strada al Signore che viene. Molti lo cercano, lasciano per andare da lui le comodità e le abitudini della città. Eppure egli non prometteva ricchezze, comodità, benessere, e – a differenza di altri – non proponeva se stesso, anzi invitava a guardare qualcun altro: «Dopo di me viene uno che è più forte di me, al quale io non sono degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei calzari». È un uomo di Dio e invita a capire che non possiamo salvarci da noi stessi, invita a cercare qualcuno che sta per venire ed essere pronti ad accoglierlo.

Sì, Dio ci viene incontro; non è deluso da noi, non ha smesso di sperare su di noi e sceglie la via umile ed umana dell’incontro, della parola, della vicinanza piena di sollecitudine. Dio sceglie di parlare con noi, a ciascuno di noi, anche se spesso pensiamo che la parola di Dio è rivolta ad altri, sono gli altri a dover cambiare. Sì, noi fuggiamo non prendendo sul serio quella parola, oppure rimandando sempre al domani il fatto di prenderla su serio e di viverla.

Il Signore viene a dare un senso nuovo al nostro tempo

“La parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto” – dice il Vangelo. Egli non ha lasciato cadere nel vuoto la parola che il Signore gli rivolge, l’ha presa sul serio. E questo lo rende un uomo che attende il Signore. Il deserto, luogo inospitale, pericoloso in cui è facile smarrirsi ci ricorda le nostre città, così anonime, così indifferenti, dove i più deboli soccombono perché dimenticati e scartati, dove è facile smarrire le tracce della nostra identità profonda: Chi siamo? Dove andiamo?

Il deserto è però nella Bibbia anche il luogo dove Dio si rivela, dove Dio ha parlato a tanti amici, a tanti profeti. E oggi Giovanni - a noi ripiegati in una vita individualista, prigioniera del presente, - viene a parlarci di qualcuno che viene, di un tempo nuovo che vuole irrompere nel nostro tempo e dargli un senso nuovo. Dio ci viene incontro.

Occorre ribellarsi al male dentro di noi e fuori di noi

Giovanni chiede a tutti di preparare la strada per farsi raggiungere da Dio. Egli “predicava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati”. Convertirsi. Per accogliere davvero Gesù è necessario convertirsi, iniziare a scandalizzarsi ed a ribellarsi nel cuore e nella preghiera al male che c’è nel mondo e che fa soffrire tanti, ma anche riconoscere il male che c’è dentro di noi, riconoscere la nostra complicità con l’ingiustizia.

È un cambiamento di mentalità, del modo di ragionare spontaneo, per accogliere un pensiero più ampio e più grande che viene da Dio. C’è bisogno di «fare spazio a Dio». Per questo il Vangelo ci parla. Tutti abbiamo bisogno di ascoltarlo e riascoltarlo ancora. Nessuna età e nessuna generazione può farne a meno. È l’unico modo per far cambiare direzione al nostro cuore: passare dalla rassegnazione all'amore, dall’orgoglio all'umiltà, dall'avarizia al dono gratuito, dalla pigrizia al servizio concreto dei nostri fratelli. Sì, Giovanni innanzi tutto ci chiede di partire da noi stessi, dal peccato che ci allontana da Dio.

Nella preghiera e nel silenzio inizia la conversione

Il peccato è la distanza dal Signore, dai suoi pensieri, dai suoi sogni. Ammettere la nostra rassegnazione di fronte alle speranze del Signore è il primo passo per convertire se stessi e rinnovare la realtà attorno a noi. Apriamo la porta del cuore nel silenzio e nella preghiera. Spesso siamo frettolosi e insensibili, assorbiti da noi stessi e non lasciamo aperta una porta e una strada perché venga il Signore.

Il Natale non sia un’occasione perduta, un incontro mancato perché interessati ed occupati da altro. La liturgia ci esorta oggi ad aprire il cuore per accogliere colui che sta per venire. Non c'è più tempo per distrarsi o per ascoltare altre voci.
Questa Parola – ci dice Giovanni – ha il potere di colmare i vuoti del cuore, di appianare i monti di divisione che allontanano gli uni dagli altri, di abbattere i muri che separano, di strappare le radici amare che avvelenano i rapporti, di raddrizzare i sentieri distorti dall’odio, dalla maldicenza, dall’invidia, dall’indifferenza, dall’orgoglio, dalla disonestà.

Accogliamo la Parola del Signore, come fece Maria

Cominciamo a ‘raddrizzare’ quello che è storto, dentro di noi e accanto a noi, cominciamo a ‘colmare’ gli avvallamenti che incontriamo; ogni uomo vedrà la salvezza di Dio! Egli vuole raggiungere ogni uomo, per deporre la sua Parola nel cuore, come fece con il grembo di Maria, seme di speranza e di un mondo nuovo e felice. Il seme è piccolo certo, come può sembrare piccola la parola ma ha in sé già tutto quanto desideriamo avere.

Guardiamo a Maria, l’Immacolata, colei che ha accolto la Parola e gli ha dato carne, prepariamoci a passare per la porta santa della misericordia. Il Natale ci chiama a preparare strade di amicizia, di accoglienza, di simpatia e di solidarietà per tanti cuori feriti dal male e dalla vita.

Intenzioni di preghiera

1) Signore raddrizza i sentieri del nostro cuore, perché esso sia abitato dalla tua Parola, spiana le asprezze del nostro orgoglio, perché possiamo accogliere la speranza che ci doni di un mondo rinnovato dal tuo amore.

2) Signore Gesù, difensore dei poveri e conforto degli afflitti, ascolta le voci che dalla terra salgono a te e vieni incontro alle speranze di quanti ti attendono con cuore sincero.

3) Mentre attendiamo, Signore, l’apertura del Giubileo della Misericordia, ti preghiamo di proteggere papa Francesco, il nostro vescovo Crescenzio e di sostenere la Chiesa, perché fedele al Vangelo sappia comunicarlo al mondo, aiutando gli uomini a cercare il tuo regno e ad attendere il tuo ritorno.

4) Ti preghiamo, o Signore, perché tutti amino la vita, la difendano e la rispettino soprattutto quando è più debole, come quella degli anziani. Ricordiamo innanzi a te in particolare tutti gli uomini e le donne che muoiono soli e abbandonati, perché tutti trovino consolazione.

5) O Signore, sul nostro mondo lacerato dalla violenza e dall’odio, sui paesi colpiti più duramente dalla guerra, venga il tuo regno di giustizia e di Pace. Libera i vescovi Mar Gregorios Hibrahim, Paul Yazigi, Padre Paolo Dall’Oglio e quanti ancora sono sequestrati in Siria.