parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 28/06/15

13ª domenica Tempo Ordinario /B
 

Letture: Sapienza 1,13-15; 2,23-24; Salmo 29; 2Corinzi 8,7.9.13-15; Marco 5,21-43.

Ricordo di sant’Ireneo, vescovo di Lione e martire (130-202): dall’Anatolia giunse nelle Gallie, l’odierna Francia, per predicare il Vangelo.

Dal Vangelo di Marco capitolo 5, versetti da 21 a 43

21Essendo Gesù passato di nuovo in barca all'altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. 22E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi 23e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». 24Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.

25Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni 26e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, 27udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. 28Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». 29E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.

30E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». 31I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: «Chi mi ha toccato?»». 32Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. 33E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. 34Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va' in pace e sii guarita dal tuo male».

35Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». 36Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». 37E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. 38Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte.

39Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». 40E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. 41Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». 42E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. 43E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.


Lo sguardo DI amore DI Gesù ci contagi

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«Figlia, la tua fede ti ha salvata.
Va' in pace e sii guarita dal tuo male»

Bisogno di guarigione e di pace

Celebriamo il giorno del Signore, la domenica, giorno della memoria della resurrezione di Gesù. Memoria significa non solo ricordare, ma vivere oggi la resurrezione e la pace che il Signore ci dona: “vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo io la do a voi” (Gv 14, 27). Il nostro mondo ha bisogno di pace, della sua pace, perché troppe sono le guerre, troppe le violenze, troppa morte di vittime innocenti. Ma a tutto questo fa riscontro troppa rassegnazione, troppa indifferenza: qualche reazione momentanea, indignata e poi facilmente si passa oltre.

Questa lunga pagina del vangelo di oggi ci mostra quello che più volte avveniva nella vita pubblica di Gesù: una folla di uomini e donne che si stringono attorno a lui cercando guarigione e conforto. In mezzo a questa folla Marco fa risaltare due persone: Giairo capo della sinagoga e una donna che di nascosto arriva a toccare il lembo del mantello di Gesù. Giairo cerca la guarigione per  sua figlia gravemente malata, questa donna cerca la fine delle sue sofferenze e umiliazioni.

Tenerezza e compassione di Gesù

Gesù è attento alle persone, ascolta le loro invocazioni accorate, a volte espresse solo con un gesto: è la grande misericordia di Dio che si manifesta in lui, la compassione di Dio per tutti gli uomini. Gesù percorre le città e i villaggi della Galilea non distrattamente come facilmente avviene per noi. Egli vede le persone che incontra, si lascia toccare dalle sofferenze e dalle grida di aiuto.

Sappiamo che Gesù ha anche pianto sulla città. Il suo amore misericordioso, la sua tenerezza fa uscire dalle case tanta gente che lo cerca e lo invoca. Quante invocazioni di aiuto salgono al Signore anche oggi da tante parti del mondo, specialmente dai luoghi dove in questi giorni la follia cieca ha seminato distruzione e morte.

Lasciarci ammaestrare da Gesù

Gesù si lascia ferire dalle domande della gente. Per questo attorno a lui si raduna la folla. Con Gesù ci sono i discepoli, inizio di un popolo di pace per pacificare questo mondo. Ma essi hanno ancora tanto da imparare da quel maestro che li ha chiamati a camminare con lui. Forse camminano con lui con gli stessi pensieri e comportamenti di prima, mentre Gesù vuole portarli ad avere i suoi sentimenti, la stessa passione sua perché venga presto la pace: “sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso” (Lc 12, 49).

Siamo troppo pessimisti, troppo rassegnati nel credere che si possa cambiare qualcosa. Lo sguardo di Gesù è sguardo di amore, di misericordia, il suo è uno sguardo profetico, di passione, uno sguardo da padre e profeta in un mondo di orfani. Noi guardiamo ancora con occhi troppo terreni.

 La fede rende possibile ciò che è impossibile

La nostra fede è piccola. Gesù dice a quella donna: “Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace”. “Figlia”, perché lui si sente padre di questa donna disperata, malata da dodici anni. Al padre della bambina, quando gli vengono a dire che ormai sua figlia è morta, Gesù dice: “non temere, soltanto abbi fede!”.

Crediamo troppo poco a quella forza che esce da lui e porta guarigione e pace. Il profeta Geremia dinanzi alla violenza e oppressione che grava sulla città di Gerusalemme cerca chi lo ascolti e dice: “curano alla leggera la ferita del mio popolo, dicendo: «Pace, pace!», ma pace non c’è” (Ger 6, 14). Non prendiamo alla leggera la parola del Vangelo, il dono del talento che ci è stato affidato.

“Fermatevi nelle strade e guardate!

Gesù, in mezzo a quella folla vuole vedere il volto di quella donna che con fede ha allungato la mano per toccare l’orlo del suo mantello; e prende per mano quella bambina e le dice “Fanciulla, io ti dico: alzati!”. Questo rapporto diretto, reale, ci pone domande sui nostri rapporti, sugli incontri che abbiamo ogni giorno. Gesù ci chiede di vedere con la sua attenzione, di guardare in faccia le persone, ascoltarle, di non camminare come sordi e ciechi.

“Fermatevi nelle strade e guardate, - dice il profeta Geremia - informatevi dove sta la strada buona, percorretela, così troverete pace per la vostra vita” (Ger 6, 16).  La strada buona è quella che Gesù ci manifesta, che ha percorso per primo e ci chiama a percorrerla con lui. Lui ci insegna a fermarci, a guardare, a percorrere la strada della misericordia, una strada che porta alla pace. Preghiamo con la fede di quella donna, preghiamo con la fiducia di Giairo perché finiscano tante violenze che si abbattono su vittime innocenti, preghiamo con forza, senza stancarci, perché venga la pace.

Intenzioni di preghiera

1) Signore, tu che non sei indifferente a nessuna sofferenza e passi risanando i malati e riconducendo dalla morte alla vita quelli che pongono in te la loro speranza, rendici saldi nella fede, forti nella speranza, grandi solo nell’amore.

2) Ti preghiamo, o Signore, per Papa Francesco, per il nostro vescovo Crescenzio Crescenzio e per tutta la Chiesa: perché sempre radicata nella testimonianza degli apostoli, sappia vivere e comunicare con fede il Vangelo a tutto il mondo.

3) Ti preghiamo, Signore, per tutti i cristiani che vivono in situazioni difficili e pericolose. Proteggili, rischiara la notte del dolore e rendici a loro vicini nella preghiera e nella carità. 4) Signore, ti preghiamo per le vittime degli attentati in Francia, in Tunisia e in Kuwait. Ferma i disegni di terrore e di morte e ricordati dei vescovi Mar Gregorios Hibrahim e Paul Yazigi, di Padre Dall’Oglio e di tutti i sequestrati in Siria.

5) Ti preghiamo, Signore per tutte le Comunità nel mondo, fa’ che in ogni luogo possano comunicare a tanti il tuo Vangelo e vivere l’amicizia verso i nostri fratelli più poveri come una benedizione per la nostra vita.