parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 08/03/15

3ª domenica Tempo di Quaresima /B
 

Letture: Esodo 20,1-17; Salmo 18; 1Corinzi 1,22-25; Giovanni 2,13-25.

 

Dal Vangelo di Giovanni capitolo 2, versetti da 13 a 25

13Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. 14Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. 15Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, 16e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». 17I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà.

18Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». 19Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». 20Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». 21Ma egli parlava del tempio del suo corpo. 22Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

23Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. 24Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti 25e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull'uomo. Egli infatti conosceva quello che c'è nell'uomo.


Il VANGELO CI LIBERA DALLA LEGGE DEL MERCATO

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«Gesù scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi»

Lasciamo che Gesù purifichi i nostri cuori

«Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe». All’inizio della Quaresima abbiamo ricevuto l’invito a camminare con Lui verso la Pasqua. Gesù che sale a Gerusalemme con i discepoli ci fa chiedere come stiamo vivendo l’invito alla conversione del cuore.

Il tempio di Gerusalemme era il luogo per eccellenza della preghiera, il luogo sacro degli ebrei. E questo ci rimanda agli spazi della nostra preghiera, ai luoghi e tempi del nostro incontro e dialogo col Signore. Gesù vede il tempio come la casa del Padre suo.

Gesù è venuto a manifestarci la volontà del Padre suo e ricondurre gli uomini a lui. Quando i suoi genitori lo ritrovano, appena dodicenne nel tempio, così risponde al loro rimprovero: «non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?» (Lc 2,49). E più volte ha detto ai suoi discepoli: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato a compiere la sua opera» (Gv 4, 34).

L’amore del Signore per la sua casa e per i suoi discepoli

Per questo non rimane passivo dinanzi allo spettacolo del tempio e rivendica con un gesto forte la sacralità di quel luogo di preghiera e di incontro con Dio. Per noi la Quaresima è un momento forte nel quale il Signore ci chiama con insistenza alla conversione. Lo zelo per il tempio ci rimanda alla sacralità dei luoghi della preghiera, della celebrazione della liturgia dove il Signore ci raduna, ci parla, ci educa, ci manifesta il suo amore.

La reazione dei giudei è quella di chi ha finito per piegare quel luogo alle proprie esigenze, alle proprie consolidate abitudini che quel giovane profeta viene a turbare. È sempre forte la tentazione di addomesticare la religione, di viverla a uso e consumo proprio. E ci si difende dal cambiamento, dall’invito a seguire gli insegnamenti del Signore senza adattamenti o riduzioni.

I tanti segni dell’amore del Padre

I giudei irritati da Gesù gli chiedono un segno. Tante volte, in più occasioni faranno gli stesso: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai?» (Gv 6, 30). Glielo chiedono anche dopo la moltiplicazione dei pani per migliaia di persone. E Gesù risponde: «Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell'uomo vi darà» (Gv 6, 27).

Quanti segni abbiamo noi ricevuto dal Signore e ancora indugiamo nel prendere sul serio la sua Parola? In quanti modi il Signore ci ha manifestato la sua misericordia, il suo amore tutti gli uomini, la sua predilezione per i poveri e i deboli, il prenderci per mano e invitarci a seguirlo in modo umile e fedele?

Gesù è straniero alla nostra mentalità

Dinanzi a tanti segni si rischia di non riconoscerlo perché egli parla ed opera in maniera estranea al comune modo di pensare e di operare, perché è un uomo di un altro mondo, maestro di un’altra vita, un uomo di un altro cuore, di un altro sentire. E col tempo il non riconoscerlo diventa una malattia.

Ai giudei che chiedono un segno Gesù risponde che il segno è la sua croce, morte e resurrezione: «distruggere questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». È il tempio del suo corpo, dove il Verbo di Dio è venuto ad abitare. È il Figlio di Dio fatto uomo colui che ci parla, che cammina per le strade degli uomini, cammina con noi e ci manifesta la vita, i pensieri, i sentimenti e le opere del Padre suo.

Ma c’è di più, c’è qualcosa di grande che è per noi. Ce lo dice l’apostolo Paolo: «non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?» (1Cor 3, 16). Nella seconda lettura di oggi, quasi facendo eco alla richiesta dei giudei nel tempio Paolo scrive: «Mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani» (1Cor 1, 22-23).

La paura della croce

La croce è qualcosa che ci turba. E così finiamo ad adattare tante volte la parola di Dio. Svuotare la croce è una tentazione ricorrente, tirarsi indietro per paura del contagio della sofferenza, del dolore. Gesù non ci chiede di soffrire ma di non fuggire. Restare vicino alla sofferenza della croce di Gesù, questo salva.
Lo sperimentiamo stando vicini ai poveri, ai malati, ai coloro che sono soli, messi da parte, considerati uno scarto. Essi ci salvano dall’indifferenza, dalla concentrazione su di sé, dalla comoda pigrizia che ci riporta indietro, alle abitudini di sempre. Pensiamo ai cristiani in Medio Oriente, cacciati dalle proprie case solo perché cristiani, perché “nazareni” come vengono indicati dallo Stato Islamico. Penso alla paura di chi è fatto prigioniero, ai bambini, alle donne rese schiave.

Viviamo il primato di Dio nella nostra vita

Gesù vuole purificare il tempio che è il nostro corpo, dove vuole vivere con i suoi sentimenti della gratuità, della generosità, della misericordia, del perdono. Il gesto di Gesù che rovescia i banchi dei cambiamonete vuole mandare all’aria le bancarelle dei nostri interessi meschini perché viviamo il primato di Dio nella nostra vita.
Apriamo ogni giorno la Parola di Dio. Il Signore ci parla con un linguaggio straniero, tanto diverso dal nostro. Ma è quello della vita, del domani, della salvezza di questo mondo da un futuro nebuloso. Non disprezziamo la debolezza della sua Parola, la debolezza della Chiesa, della Comunità, perché – come ci ricorda l’apostolo Paolo - «Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio. Ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini» (1Cor 1, 24-25).

Intenzioni di preghiera

1) O Signore, tu che non desideri un culto esteriore, ma che venga dal cuore, purificaci in questa Quaresima, liberaci e perdonaci da ogni infedeltà, perché possiamo essere tuo tempio santo.

2) Ti preghiamo, Signore, per papa Francesco e per il nostro vescovo Crescenzio, sostienili e proteggili, mentre guidano la tua Chiesa e testimoniano con umiltà e coraggio l’amore di Dio per il suo popolo.

3) Ti preghiamo, o Signore, per chi è più debole, per gli anziani e i malati, per chi è considerato un peso e scartato. Aiutaci ad affermare il valore di ogni vita e a restituire a tutti un posto.

4) Ti preghiamo, o Signore, per la pace in Siria, in Iraq, in Libia e per tutti i cristiani nel Medio Oriente, perché la loro vita sia protetta dal male. Libera chi è ancora sequestrato come i vescovi Mar Gregorios Hibraim, Paul Yazigi e padre Paolo Dall’Oglio.

5) Signore, ricordiamo dinnanzi a te tutti i migranti, donne, uomini, bambini che fuggono dalla miseria e dalla guerra. Proteggi la loro vita e fa’ che le nostre città si aprano all’accoglienza e all’integrazione, superando pregiudizi e diffidenza.