parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione dell'08/01/15

5ª domenica Tempo Ordinario /B
 

Giobbe 7, 1-4.6-7; salmo 146; 1Corinzi 9, 16-19.22-23; Marco 1, 29-39.

 

suoceraSimone
" La suocera di Simone era a letto con la febbre

Dal Vangelo di Marco capitolo 1, versetti da 29 a 39

29E subito, usciti dalla sinagoga, andarono nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. 30La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. 31Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.

32Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. 33Tutta la città era riunita davanti alla porta. 34Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.

35Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. 36Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. 37Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!».

38Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». 39E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

COME DARE NUOVA LINFA ALLE NOSTRE GIORNATE

La giornata di Gesù e le nostre giornate

La pagina del Vangelo ci presenta la prima giornata di Gesù a Cafarnao. Possiamo chiamarla la giornata tipo, il modo in cui egli trascorreva le sue giornate. E ci fa pensare alle nostre giornate, a come le trascorriamo. Giornate per alcuni assorbite dal lavoro tanto da lasciare poco tempo alla famiglia, ai figli, alla lettura e alla riflessione, al giusto riposo. Altre volte sono giornate segnate dalla durezza e dalla drammaticità della vita. E possiamo sentire vere anche per noi le parole del libro di Giobbe: «L’uomo non compie forse un duro servizio sulla terra e i suoi giorni non sono come quelli di un mercenario?».

Ma se alziamo lo sguardo un po’ oltre noi stessi e guardiamo a quelli che sono toccati duramente dalla violenza, dall’ingiustizia e dalla guerra, il lamento di Giobbe assume un valore ancora più tragico: «a me sono toccati mesi d'illusione e notti di affanno mi sono state assegnate. Se mi corico dico: "Quando mi alzerò?". La notte si fa lunga e sono stanco di rigirarmi fino all'alba. … Ricordati che un soffio è la mia vita: il mio occhio non rivedrà più il bene».

La compassione riassume tutta la missione di Gesù

La giornata di Cafarnao raccontata dal Vangelo vuole illuminare le nostre giornate e infondere una energia di amore che le trasforma. Dopo aver cacciato uno spirito immondo da un poveretto mentre stava in sinagoga, Gesù si reca nella casa di Simone e Andrea. Forse cerca un momento di tranquillità. Ma non fa nemmeno in tempo ad entrare che subito gli dicono della suocera di Simone che è febbricitante. E Gesù, subito, la prende per mano, la guarisce e la fa alzare. E la donna risponde con il gesto del servizio.

Questa guarigione ci fa pensare a tutte le altre che Gesù avrebbe compiuto, di cui è pieno tutto il Vangelo; sono una manifestazione della sua lotta contro il male, contro ogni tipo di male, della sua compassione per i deboli, per i malati, per i poveri, per le folle stanche e sfinite. Questa compassione riassume tutta la missione di Gesù.

Non essere sordi al grido di aiuto che viene da tanti

I tanti malati che dopo il tramonto si affollano davanti alla porta della città ci fanno pensare ai milioni di persone colpite dalla guerra e dalla fame che vagano cercando un a porta a cui bussare. Sentiamo le notizie di guerra che vengono dall’Ucraina, dalla Nigeria, dall’Iraq e dalla Siria. Di alcuni altri paesi nemmeno si parla. Nei giorni scorsi il Malawi, un paese che confina con il Sudafrica, è stato colpito da una serie di gravi alluvioni; molti fiumi sono straripati per le forti e continue piogge, uccidendo più di 200 persone e lasciando senza casa più di 200.000 persone.

Gesù davanti alla porta affollata da tanti disperati era l’unica speranza per quelle persone. E questo ci chiede di essere comunità cristiane che sanno aprirsi agli altri per consolare e guarire.

La preghiera personale può rivoluzionare le nostre giornate e la nostra vita

Ma per comprendere e vivere questa apertura agli altri, c’è bisogno di fermarci sull’ultimo tratto del vangelo di oggi: quando tutti sono andati via, guariti e rincuorati, Gesù esce e va in un luogo appartato per pregare. Questo momento è il culmine e la fonte di tutte le sue giornate. È la prima opera di Gesù: la preghiera. Immaginiamo la sua preghiera notturna, dopo aver toccato con mano le angosce e le speranze di tanta gente. La sua preghiera è un colloquio appassionato sulle condizioni della gente, sulla salvezza di quelli che incontra e degli altri che ancora deve incontrare.

Quale lo spazio della preghiera nelle nostre giornate? Non diciamo di non aver tempo, perché il tempo per le nostre cose sappiamo trovarlo. La preghiera, con una pagina del Vangelo fra le mani e con le parole che esso ci suggerisce danno una nuova percezione della realtà in cui siamo immersi e una nuova energia di amore con cui vivere.

La famiglia, le persone con le quali lavoro, quelle che incontro vengono viste, incontrate e vissute con una attenzione nuova, con la capacità di ascoltare, comprendere, aiutare, sollevare. Così ognuno di noi può diventare comunicatore del Vangelo, dello Spirito di amore nei luoghi dove si svolge la propria vita. E liberare tanti dalla solitudine, dall’angoscia e ridare vita e speranza..

Intenzioni di preghiera

1) Ti ringraziamo Signore per monsignor Romero, arcivescovo di San Salvador, ucciso sull’altare e riconosciuto come martire per la fede da papa Francesco. Primo grande testimone della Chiesa del Concilio, ha amato una Chiesa povera per i poveri, ha servito Cristo nella gente del suo popolo. Il suo esempio sia sorgente di amore per i poveri, per chi ti cerca, per chi è straniero.

2) Ti preghiamo, o Signore, per Papa Francesco, per il nostro vescovo Crescenzio e per tutta la Chiesa, perché viva con rinnovata carità la vocazione a cui l’hai chiamata, testimoniando con entusiasmo la tensione evangelica verso le periferie e verso gli ultimi.

3) O Signore, tu che con la tua vita ci hai insegnato ad avere compassione di chiunque sia nel dolore, fa’ che imitando te possiamo dare consolazione a chi soffre, a chi è solo e malato.

4) Ti preghiamo, Signore, tu che vuoi raggiungere tutti, perché ovunque c’è bisogno del Vangelo, aiutaci a guardare a tutti i popoli: quelli più poveri, quelli colpiti dalla guerra, quelli che soffrono per le calamità naturali. Veglia sul Malawi e sull’Ucraina che stanno vivendo momenti molto difficili.

5) O Signore, che chiami tutti i tuoi figli ad una missione di riconciliazione e di carità in questo mondo diviso, rendi forti i sentimenti, le volontà, i disegni di pace e fa’ che i cristiani siano primizia di unità. Libera i vescovi Mar Gregorios Hibraim e Paul Yazigi, Padre Paolo Dall’Oglio e tutti coloro che sono ancora sequestrati in Siria e in Iraq.