parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione dell'18/01/15

2ª domenica Tempo Ordinario /B
 

Letture: 1Samuele 3, 3-10.19; Salmo 39; 1ª Corinzi 6, 13-15.17-20; Giovanni 1, 35-42.

Inizia la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Memoria particolare della Chiesa cattolica.

EccoAgnello
" «Giovanni, fissando lo sguardo su gesù che passava, disse: Ecco l'agnello di Dio!"»

Dal Vangelo di Giovanni capitolo 1, versetti da 35 a 42

35Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli 36e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l'agnello di Dio!».

37E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.


38Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?».

Gli risposero: «Rabbì - che, tradotto, significa Maestro -, dove dimori?».

39Disse loro: «Venite e vedrete».

Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.

40Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro.

41Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» - che si traduce Cristo - 42e lo condusse da Gesù.

Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse:

«Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» - che significa Pietro.

CON GESÙ PER SCOPRIRE IL SENSO E IL FUTURO DELLA NOSTRA VITA

Gesù è il mite, colui che rende concreto il volto di Dio

Giovanni Battista ha battezzato Gesù al fiume Giordano, dove tanti venivano, desiderosi di cambiare la loro vita. Lo troviamo, nella liturgia di oggi, ancora lì, pronto ad accogliere quanti accorrevano a lui. Giovanni sogna un mondo nuovo, cerca i segni che possano indirizzarlo nella sua ricerca.

Giovanni ci aiuta a comprendere che il discepolo è colui che attende il regno di Dio, cercando di cambiare il suo cuore, attento ai segni di Dio. Mentre è ancora sulle rive del Giordano, vede Gesù che passa. Fissa lo sguardo su di lui, lo riconosce e lo indica agli altri: «Ecco l’agnello di Dio».

I suoi occhi, che egli aveva allenato a scrutare i segni di Dio, riconoscono l’inviato di Dio e dice ai presenti: «Ecco l’agnello di Dio». Egli indica in Gesù, il mite, colui che rende concreto il volto di Dio, indica l’agnello che si lascia condurre al macello per sconfiggere il male; indica colui che risponde alle attese di felicità, di amore, di guarigione, di pace, di fine delle divisioni.

Anche oggi tanti desiderano una vita nuova per loro e per gli altri

Andrea e Giovanni erano discepoli di Giovanni Battista. Quando sentono l’indicazione, si mettono a seguirlo, un po’ a distanza. Ad un certo punto Gesù si accorge dei due, si volta indietro e chiede loro: «Che cosa cercate?».
L’iniziativa parte da Dio. Dinanzi a quel piccolo gesto di disponibilità, Gesù si volta e «guarda» i due discepoli. Li vede e li invita a «venire e vedere». Ed essi vanno e «vedono dove abita». Vedere vuol dire scendere nel cuore dell’altro e nello stesso tempo lasciarsi scrutare nel proprio; «vedere» è capire ed essere capiti.

Andrea e Giovanni avevano nel cuore il desiderio di una vita nuova per loro e per gli altri. Per questo non erano rimasti nella Galilea, nella loro terra a fare i pescatori. E questo desiderio magari inespresso, viene colto dalla domanda che Gesù fa a loro: «Che cercate?». Ed essi rispondono: «Maestro, dove dimori?».

Trovare chi ti vuol bene davvero

Il bisogno di avere un «maestro» da seguire e di una «casa» ove vivere è il cuore della loro ricerca. Ma è anche una domanda che sale dal cuore di tanti uomini e tante donne di oggi, in un tempo in cui è raro incontrare «maestri» di vita, è difficile trovare chi ti vuol bene davvero. È sempre più frequente, invece, sentirsi sradicati e senza una comunità vera che accoglie e accompagna.

Le nostre stesse città sembrano ormai costruite per rendere molto difficile, se non impossibile, una vita solidale e comunitaria. La mentalità utilitarista e consumista, la corsa al benessere individuale o di gruppo, ci tirano tutti in basso, ci lasciano profondamente soli, orfani, e in rivalità gli uni contro gli altri. C’è assenza di “padri”, di “madri”, di “maestri”, di punti di riferimento, di modelli di vita. In tal senso siamo diventati tutti più poveri e più soli.

Abbiamo bisogno di qualcuno che ci aiuti e ci accompagni

Da chi recarsi per apprendere a vivere? Chi può indicarci, con le parole e soprattutto con l’esempio, ciò per cui vale la pena spendere i propri giorni? Da soli non ci si salva. Ciascuno di noi ha bisogno di aiuto: Samuele fu aiutato dal sacerdote Eli, Andrea dal Battista e Pietro dal fratello Andrea. Anche noi abbiamo bisogno di un sacerdote, di un fratello, di una sorella, di qualcuno che ci aiuti e ci accompagni nel nostro itinerario religioso ed umano.

Alla richiesta dei due discepoli Gesù risponde: “Venite e vedrete”. Il giovane profeta di Nazareth non si attarda a spiegare; non ha infatti una dottrina da trasmettere ma una vita da comunicare; per questo propone immediatamente un’esperienza concreta, potremmo dire una amicizia che si può toccare e vedere. I due - nota l’evangelista - “andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio”. Stettero ovviamente nella casa di Gesù; ma quel che contò davvero fu il radicarsi dei due discepoli nella compagnia del nuovo Maestro: entrarono in comunione con lui e furono trasformati.

In Gesù troviamo il futuro, il senso, la speranza per la nostra vita

Restare con Gesù non chiude, non blocca, non restringe gli orizzonti; al contrario, spinge ad uscire fuori dal proprio individualismo, a superare il provincialismo e le proprie grettezze per annunciare a tutti la scoperta affascinante di colui che è infinitamente più grande di noi, il Messia. La vita dei due cambiò. L’incontro con Gesù creò una nuova fraternità tra Andrea e Pietro. “Abbiamo trovato il Messia”, disse con gioia. Iniziò anche lui a parlare come Giovanni, indicando presente Gesù.

La parola deve essere comunicata, altrimenti si perde. La luce non si accende per metterla sotto il moggio. Una volta trovata fa dire: ho trovato il futuro, il senso, la speranza, quello che cercavo, molto più di quello che desideravo! Chiediamo al Signore di insegnarci a comunicare con passione la sua speranza a chi cerca futuro e salvezza; ringraziamolo perché continua a donarci la sua compagnia.

Intenzioni di preghiera

  • Signore Gesù, Agnello di Dio, ti ringraziamo perché continui a farci stare con te. Fa’ che come Giovanni Battista sappiamo indicarti agli uomini e alle donne, come Colui che libera i cuori da ogni egoismo e li apre all’amore di Dio.
  • Ti preghiamo, o Signore, per il papa Francesco, per il nostro vescovo Crescenzio e - alle soglie della settimana di preghiera per l’unità tra i cristiani – ti preghiamo perché tutti i tuoi figli siano unanimi nel confessare la fede, concordi nel renderti lode, e pronti a vivere una profonda e piena comunione nel tuo amore.
  • Ti preghiamo, o Signore, per chi ti cerca, per quanti domandano “Maestro, dove abiti?”, per i più giovani che si chiedono per cosa valga la pena spendere la vita. Perché tutti possano trovare la strada che porta all’incontro con Te.
  • Al termine di questa settimana, accogli Signore le intenzioni che ti presentiamo: libera il nostro tempo dalla violenza e dalla paura. Fa’ che l’amicizia e il dialogo custodiscano il mondo nella pace. Mentre ti ringraziamo per la liberazione delle due giovani italiane, ti chiediamo di concedere la liberazione a tutti coloro che sono ancora prigionieri.
  • O Signore, ti preghiamo per tutti i migranti e i profughi, perché la loro vita sia protetta e la loro domanda di futuro accolta. Aiutaci a vivere insieme nel rispetto e nell’amore per la dignità di ciascuno, edificando un mondo pacificato e libero da ogni odio.