parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 28/09/14

26a Domenica Tempo Ordinario/A
   

Letture:Ezechiele 18,25-28; Salmo 24; Filippesi 2,1-11; Matteo 21,28-32.

Memoria di san Venceslao, venerato come martire in Boemia. Memoria di William Quijano, giovane salvadoregno della Comunità di Sant’Egidio, ucciso dalla violenza delle maras.

GesùInsegna«Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli ... Chi dei due ha fatto la volontà del padre?»

Dal Vangelo di Matteo, capitolo 21, versetti da 28 a 32

Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: 28«Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli.

Si rivolse al primo e disse: «Figlio, oggi va' a lavorare nella vigna». 29Ed egli rispose: «Non ne ho voglia». Ma poi si pentì e vi andò.

30Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: «Sì, signore». Ma non vi andò. 31Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?».

Risposero: «Il primo».

E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. 32Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto.

Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».

LAVORIAMO CON GIOIA NELLA VIGNA DEL SIGNORE

Rispondere al Signore con i fatti

Partecipare alla liturgia la domenica è bello, è il luogo dove il Signore ci parla con affetto, parla a noi suoi figli e ci chiede di prendere sul serio le sue parole, di accoglierle e farle diventare motivo della nostra vita.

Con una breve parabola, Gesù ci comunica il suo amore per questo mondo, per tutti gli uomini e il grande bisogno di lavorare con lui per rendere migliore questo mondo. E aspetta che la nostra risposta sia vera, non solo a parole, ma con i fatti.

Seguiamo l’esempio del primo figlio

E Gesù racconta: un uomo aveva due figli; ad ambedue chiede di andare a lavorare nella vigna. Il primo, all’inizio ricusa, ma poi si ravvede e va al lavoro; il secondo si dichiara pronto, ma poi non ci va. A questo punto Gesù chiede: «Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Non si può che rispondere: «Il primo». È l’unica risposta possibile.

Gesù vuole farci comprendere che non bastano le parole; quel che conta è «fare la volontà di Dio». Le parole da sole non salvano, occorre metterle in pratica. L’esempio del primo figlio è efficace: egli adempie la volontà del padre non a parole, che sono anzi contrarie ad essa, ma con i fatti.

Gesù per primo compie le opere del Padre

Gesù stesso si è presentato come colui che compie quello che il Padre gli comunica: «sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato» (Gv 6,38). E poi aggiunge: «chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre» (Mt 12,50).

Solo così possiamo dire di essere famiglia del Signore, di accogliere quell’invito rivolto a noi come figli suoi: «Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna». Oggi e non domani, perché ogni giorno questo nostro mondo ha bisogno di essere smosso come il terreno di una vigna, di togliere le pietre, di innaffiare perché le piante possano portare frutto, di estirpare le erbe cattive che soffocano le piante buone.

C’è bisogno di bonificare il terreno umano di questo mondo

È il lavoro di bonifica che il Signore ci chiede di compiere nei vari luoghi dove viviamo, dove operiamo. E ci chiede di guardare con amore e comprensione le varie realtà, di mettere pace dove c’è divisione, di dare aiuto a chi chiede aiuto, e di domandare a Lui, il Signore, quello sguardo pieno di amore col quale egli si china su ogni uomo.

Per questo abbiamo bisogno di ascoltare ogni giorno le parole del vangelo e con questo nutrimento, che ci comunica una forza di amore, andare incontro agli altri che troviamo sul nostro cammino. Il nutrimento del Vangelo ci conduce poco a poco a guardare con gli occhi di Gesù, ad accostarci miti e umili agli altri, in un mondo dove ci sono tanti conflitti, dove l’individualismo, il pensare solo a sé, fa diventare arroganti per prevalere o indifferenti dinanzi a chi ha bisogno.

L’esempio di un giovane, William Quijano

C’è un giovane che voglio ricordare con voi, un giovane della piccola nazione del Centroamerica, il Salvador, ucciso proprio in questo giorno, cinque anni fa, il 28 settembre 2009, William Quijano. Aveva appena 21 anni. Venne ucciso da alcune bande, dette «maras», perché aiutava i ragazzi di un quartiere povero della capitale San Salvador, perché potessero studiare, giovare, diventare amici, sottraendoli alla violenza nella quale venivano iniziati migliaia di adolescenti.

La scelta di questo giovane parla a noi, ci spinge a credere che si può cambiare il mondo, i luoghi dove noi operiamo, ci spinge a lavorare con la forza mite che il vangelo ci comunica.

Uniti a Gesù e insieme possiamo fare la nostra parte

«Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna»: queste parole le sentiamo oggi rivolte a noi. E siamo invitati ad accoglierle, a prenderle sul serio e sperimentare i frutti belli che possono venire anche per mezzo nostro. Le parole che l’apostolo Paolo rivolge ai cristiani della città di Filippi ci fanno sentire l’amore appassionato con cui si rivolge loro perché uniti, imitando Gesù, possano rendere migliore la loro città:

se c'è qualche consolazione in Cristo, … se c'è qualche comunione di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire… rimanendo unanimi e concordi… ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù.

Il «medesimo sentire» è il sentire di Gesù, la sua passione per tutti gli uomini, l’umiltà nel comunicare l’amore del Padre suo a tutti, manifestando con la sua vita la tenerezza, la compassione e la misericordia di un Padre buono..

Intenzioni di preghiera

  • 1) O Signore, che ancora una volta ci chiami a lavorare nella tua vigna, aiutaci a risponderti non a parole ma con la nostra vita, spendendo tempo, affetto, energie perché essa cresca e fruttifichi.
  • 2) O Padre misericordioso e giusto, che accogli chi si pente, perdona la nostra disobbedienza e rendici docili alla tua Parola, perché possiamo avere in noi gli stessi sentimenti del Figlio tuo.
  • 3) Ti preghiamo o Signore, per papa Francesco, per il nostro vescovo Crescenzio e per tutta la Chiesa, perché lavori sempre con amore nella vigna le hai affidato.
  • 4) Accogli o Signore le invocazioni che ti presentiamo e che sono state a noi affidate lungo questa settimana: consola chi soffre, proteggi chi è in pericolo, guarisci chi è malato, dona a tutti la pace del cuore.
  • 5) Mentre ti domandiamo pace per il mondo intero, ti chiediamo o Signore, di proteggere la vita di Mar Gregorios Hibrahim, di Paul Yazigi, di Padre Paolo Dall’Oglio, di quanti sono sequestrati in Siria e in Iraq e di tutti i cristiani e coloro che sono in pericolo in quelle terre.
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