parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 31/08/14

22a Domenica Tempo Ordinario/A
   

Letture:Geremia 20, 7-9; Salmo 62; Romani 12, 1-2; Matteo 16,21-27.

 

«Va dietro a me Satana! Tu mi sei di scandalo, perchè non pensi secondo Dio.»

Dal Vangelo di Matteo, capitolo 16, versetti da 21 a 27

21Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.

22Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». 23Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va' dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».

24Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 25Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.

26Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? 27Perché il Figlio dell'uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni.

uniti a GESÙ, vicino a coloro che soffrono

Gesù e la sofferenza

Gesù, assieme ai suoi discepoli, percorreva città e villaggi della Palestina, parlava a tutti, si fermava accanto ai malati, agli emarginati e si prendeva cura di loro.

I discepoli erano contenti, a volte si preoccupavano di presentare a Gesù coloro che avevano bisogno di aiuto. Quando Gesù con pochi pani e pochi pesci sfamò alcune migliaia di persone, dopo che l’avevano ascoltato per ore, essi rimasero stupiti, meravigliati.

Ma quando Gesù comincia a parlare degli ultimi suoi giorni a Gerusalemme, delle ore della passione e della condanna a morte, Pietro si sente in dovere di richiamarlo, perché certe cose non le deve nemmeno pensare oltre che dire: devo andare a Gerusalemme e lì devo soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno

Dinanzi al dolore dei cristiani in Oriente

È il comportamento naturale di fronte alla sofferenza, di fronte a coloro che subiscono violenze, di fronte al male: non pensarci, quasi a voler allontanare il dolore. Ci preoccupiamo per le nostre sofferenze che, anche se sono piccole, ci appaiono facilmente come un grande male.

I nostri fratelli cristiani in Medio Oriente, specialmente in Siria e in Iraq, stanno vivendo giorni drammatici. Sono fratelli di chiese che hanno una storia di due millenni; da quelle terre è partito il primo annuncio del vangelo che è arrivato fino a noi, all’Europa.

Che fare dinanzi a questo dramma? Ci sono quelli che spingono allo scontro frontale, ritenendo inutile ogni dialogo, chi chiede di non pregare per questi persecutori violenti. Ma Gesù ha chiesto di rispondere al male col bene, di pregare per i persecutori ed essere vicini a coloro che soffrono, in tutti i modi possibili, specialmente con la forza della preghiera.

Pensare, mossi dall’amore di Dio

Secondo i nostri ragionamenti, questo modo di pensare e di operare di Gesù ci sembra sconveniente, addirittura sbagliato. Ma Dio, che è amore, non può mai odiare, continua ad amare anche colui che si oppone a Lui.

E Gesù è venuto a comunicarci l’amore del Padre suo con parole e gesti concreti. È arrivato ad identificarsi col l’affamato, con l’assetato, con lo straniero, col malato, col carcerato. «Tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini» - dice Gesù a Pietro. Anzi gli dice che parlare così è parlare secondo Satana, il diavolo.

Pensiamo anche a Pietro, quando la sera dell’ultima cena non voleva che Gesù gli lavasse i piedi. E Gesù gli dice chiaramente: «se non ti lavo i piedi, non hai parte con me». Essere vicino a Gesù significa essere vicini anche a coloro che soffrono; prendere la croce e seguirlo.

La vicinanza ai sofferenti ci cambia la mente e il cuore

Quanto è importante per la nostra vita farci vicino ai malati, agli stranieri, a coloro che soffrono. Questo è prendere sulle proprie spalle la croce, come fece il cireneo che aiutò Gesù sulla via verso il Calvario. Questo è salvare la propria vita: spenderla per Gesù vivendo il suo Vangelo.

Forse c’è molto da riflettere sul segno della croce che facciamo all’inizio della liturgia, all’inizio della preghiera. Per mezzo della croce si compie tutto ciò che ci riguarda. La croce è il segno della nostra salvezza, della liberazione dall’egoismo e dell’amore del Signore verso di noi.

Gesù ci indica la strada della nostra salvezza, la strada della vera vita e della libertà. Ma non forza, non costringe, lascia ognuno di noi alla sua libera scelta. Perciò dice: «Se qualcuno vuole venire dietro a me …». La mitezza è più potente della forza, perciò dice: «se qualcuno vuole, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua». Staccarsi da sé, dalle proprie abitudini, non avere riguardo per noi stessi e prendere la parte di dolore di chi ci chiede aiuto.

Viviamo vicini a chi soffre, in modo umile, solidale e nella preghiera. Preghiamo per i nostri fratelli cristiani in Oriente. Il Signore aiuti chi soffre e noi, perché siamo degni del nostro essere cristiani.

Intenzioni di preghiera

  • O Signore, apri il nostro cuore e la nostra mente alla tua parola, alla tua vita, ai tuoi sentimenti, liberaci dalla prigionia di noi stessi per vivere il tuo amore appassionato e discernere la volontà di Dio.
  • O Signore, insegnaci a non sottrarci alla comunicazione generosa del Vangelo. Guidaci all’incontro verso tutti, preservaci da ogni male, custodiscici nell’amore.
  • Ti preghiamo o Signore per il papa Francesco, per il nostro vescovo Crescenzio e per tutta la Chiesa perché cresca sempre più nell’ascolto della tua Parola e sappia viverla in mezzo agli uomini.
  • Al termine di questa settimana o Signore ti presentiamo le invocazioni che sono state affidate alla nostra preghiera. Ti preghiamo davanti a tanti scenari di guerra: ascolta il lamento di chi è oppresso dalla violenza, dona a tutti la pace. Veglia sulla vita di Mar Gregorios Hibrahim e di Paul Yazigi, di Padre Paolo Dall’Oglio, dei preti Michael Kayaf e Maher Mafouz e di quanti sono sequestrati in Siria e in Iraq. Proteggi tutti i cristiani e quanti sono in pericolo in quelle terre.
  • Ti preghiamo o Signore per il prossimo Incontro di Preghiera per la pace ad Antwerpen (in Belgio), dal tema “La pace è il futuro”, perché lo Spirito di Assisi, con speranza, inauguri una nuova stagione di dialogo fraterno tra le religioni, di comprensione reciproca tra i popoli e di pace duratura.
  • O Signore Gesù, che ti riconosci nei tuoi discepoli, quando sono perseguitati e disprezzati, vieni in loro soccorso, perché, in troppi angoli della terra, sono calunniati e vengono minacciati, privati della libertà e imprigionati, sottoposti a duri trattamenti, deportati e uccisi. Sostienili nei tempi del dolore, accompagnali con la tua misericordia, liberali dal giogo che li opprime, conservali nella tua fede e nella tua speranza. Ora sempre. Amen.
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