parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 17/11/13

Domenica 33ª del Tempo Ordinario /C
   

Letture: Malachia 3, 19-20; Salmo 97; 2 Tessalonicesi 3, 7-12; Luca 21, 5-19.

 

Gesù disse:
«Verranno giorni nei quali, di quello che vedete non sarà lasciatapietra su pietra».

Dal Vangelo di Luca capitolo 21, versetti da 5 a 19

25Mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: 6«Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».

7Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?».

8Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: «Sono io», e: «Il tempo è vicino». Non andate dietro a loro! 9Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».10Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, 11e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.

12Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. 13Avrete allora occasione di dare testimonianza.

14Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; 15io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. 16Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; 17sarete odiati da tutti a causa del mio nome. 18Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. 19Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.

Cristiani coraggiosi in un tempo difficile

Tante diverse realtà: quelle che passano e quelle che rimangono per sempre

Con la celebrazione di oggi ci stiamo avviando alla fine dell’anno liturgico. E la Parola di Dio che abbiamo ricevuto ci invita a riflettere sulle “cose ultime”, quelle che non passano ma che vivono per sempre in Dio.

Noi siamo circondati da tante cose e avvenimenti che passano, scorrono e poi vengono dimenticate. Noi stessi compiamo tanti gesti ed azioni che non lasciano tracce nel tempo che verrà. Il Signore ci illumina perché possiamo riflettere su un certo modo di concepire la vita, su comportamenti che sono lontani dalla giustizia e dal Vangelo e aiutarci a scegliere per quello che non passa, ma rimane per sempre.

Tante situazioni di disparità fra le persone, tante sofferenze di chi vive in grandi difficoltà attorno a noi e in tante parti del mondo, sono viste in modo rassegnato, come realtà da accettare, perché crediamo che non possano cambiare.

Essere cristiani consapevoli nel tempo presente

Il Signore ci aiuta a comprendere la gravità del tempo presente e ci chiama a vivere con forza il Vangelo che ci viene annunciato. In tante parti del mondo i cristiani subiscono la persecuzione a causa della fede: in Medio Oriente, in alcuni paesi africani, in paesi del continente asiatico, come in Pakistan, nella stessa India, in Cina dove i cristiani sono pochissimi e come nascosti.

Di fronte a questi nostri fratelli, ci sentiamo chiamati a vivere il Vangelo, a riflettere sulle parole del Signore che ci chiama ad essere testimoni di un modo di vivere improntato all’amore e alla pace, a costruire spazi umani dove viene rispettata la dignità di ognuno, specialmente di quelli che vedono calpestati i diritti della persona umana.

Gesù nel Vangelo ci parla di “segni” come guerre, terremoti, carestie, fatti terrificanti. Come non pensare a quanto sta accadendo oggi in tante nazioni, a tanti pericoli, alla fuga dalla miseria in cui tanti vivono? C’è bisogno che il Vangelo risplenda chiaro sul volto dei cristiani. Questi sono tempi nei quali o si brucia come paglia o si risorge a un giorno nuovo.

Una Chiesa come cantiere dove ognuno dà il proprio apporto

La maestosa bellezza del tempio di Gerusalemme suscitava orgoglio e sicurezza nei discepoli di Gesù; in quel tempio splendente di marmi e decorazioni essi sentivano una specie di garanzia per il loro futuro e per quello del popolo. Gesù dice a loro e a noi di stare attenti e di non lasciarsi ingannare, ma di essere fedeli testimoni del Vangelo.

Da tante parti si sente parlare di invecchiamento dell’Europa, di indebolimento del Cristianesimo nel nostro vecchio continente, diventato troppo egoista e rassegnato, senza sogni sul futuro. L’elezione del nuovo papa preso – come lui stesso ha detto il giorno dell’elezione - «quasi alla fine del mondo», con una energia e un coraggio con cui si sta muovendo, ci spinge a nuove responsabilità.

Ci siamo abituati a vedere la Chiesa come responsabilità di pochi; il lavoro per rendere più giusto, più fraterno e umano questo mondo, come qualcosa riservata ai “professionisti” della Chiesa. Invito tutti noi insieme e ciascuno in maniera personale, a riflettere sulle parole di Paolo alla comunità cristiana della città di Tessalonica (l’odierna Salonicco, in Grecia): «sapete in che modo dovete prenderci a modello: noi non siamo rimasti oziosi in mezzo a voi, ma abbiamo lavorato duramente notte e giorno … per darci a voi come modello da imitare. Sentiamo che alcuni fra voi vivono una vita disordinata, senza fare nulla» (2 Tessalonicesi 3, 7-11).

La simpatia di Dio letta sul volto di noi cristiani

Dinanzi a queste parole noi ci chiediamo: come io lavoro per questa comunità? Qual è il contributo che io do? Come mi adopero perché assieme diventiamo un segno di un modo di vivere nell’amore, nell’aiuto vicendevole, nel nostro quartiere e nella nostra città? Non si tratta di accomodamenti, di aggiustamenti, di compromessi.

C’è bisogno che sul nostro volto risplenda quella simpatia umana, che è la simpatia di Dio per ogni persona. È quello che ci sta testimoniando in maniera semplice e immediata papa Francesco.

Mettiamoci assieme, incontriamoci per aiutarci a non rimanere legati alla cultura del “farsi i fatti propri”, del pensare solo a sé, ma essere segno visibile di una comunità che con la sapienza del Vangelo vive la fraternità vicendevole, diventa attraente, accogliente e luogo di riferimento per tutti quelli che cercano uno spazio umano dove sentirsi accolti.

Intenzioni di preghiera

  • Dio grande e buono, Signore del tempo e della storia, guida e sostieni i nostri passi fra le drammatiche vicende del mondo e mostraci come vivere il presente nella speranza. Infondi nei nostri cuori il coraggio di testimoniare la forza disarmata dell’amore.
  • Ti preghiamo, o Signore, per quei cristiani che in tante parti del mondo subiscono la persecuzione a causa della fede, perché la loro testimonianza rafforzi l’impegno di tutti i tuoi figli a vivere il Vangelo.
  • Ti preghiamo, o Signore, per il Papa Francesco, per il nostro vescovo Crescenzio e per la Chiesa sparsa nel mondo, perché sia guida luminosa per tutti coloro che di fronte alle difficoltà della vita sono tentati dalla disperazione e nel nome del Signore, sappia riaccendere in essi la fiducia e la speranza.
  • O Signore, ti preghiamo, accogli le invocazioni che ti presentiamo e che lungo questa settimana sono state a noi affidate. Stendi la tua misericordia sulle Filippine, così duramente colpite e fa che tanti cuori si muovano a soccorrere chi è nel bisogno e nel dolore, a donare gratuitamente come gratuitamente si è ricevuto.
  • Signore, ascoltaci mentre ti preghiamo di allontanare la guerra e ogni violenza dal nostro mondo. Veglia sulla Siria e proteggi tutti coloro che sono ancora sequestrati: i vescovi Mar Gregorios Hibrahim, Paul Yazigi, Padre Dall’Oglio e i preti Maher Mafouz e Michel Kayyal.