parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 10/11/13

Domenica 32ª del Tempo Ordinario /C
   

Letture: 2 Maccabei 7,1-2.9-14; Salmo 16; 2Tessalonicesi 2,16 – 3,5; Luca 20, 27-38.

Ricordo di san Leone Magno, vescovo di Roma, che guidò la Chiesa in tempi difficili.

resurrezioneGesù disse:
«Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto».

Dal Vangelo di Luca capitolo 20, versetti da 27 a 38

27Si avvicinarono a Gesù alcuni sadducei - i quali dicono che non c'è risurrezione - e gli posero questa domanda: 28«Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello.

29C'erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. 30Allora la prese il secondo 31e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. 32Da ultimo morì anche la donna. 33La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l'hanno avuta in moglie».

34Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; 35ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: 36infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio.

37Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. 38Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».

COL VANGELO INIZIA GIÀ DA ORA LA VITA CHE NON FINISCE

Coloro che propongono cambiamenti trovano facilmente opposizioni

Mentre Gesù si avvicina a tutti, manifesta in maniera concreta l’amore del Padre suo con gesti concreti nei confronti dei malati, dei poveri, delle persone disprezzate, le autorità religiose e civili del suo tempo provano nei suoi confronti fastidio cercando in tanti modi di contrastarlo o di metterlo in cattiva luce.

I capi dei sacerdoti, gli scribi e i notabili del popolo indicati come «anziani», ormai hanno deciso di far morire Gesù. Perché questo comportamento? Perché sono attaccati allo status quo, a mantenere il loro potere e i loro privilegi. Gesù viene a portare un cambiamento nei rapporti con Dio e con gli altri. E chi è contrario cerca di opporsi e arriva persino a decidere l’eliminazione fisica dell’avversario.

La domanda sull’aldilà

Il capitolo 20 di Luca ci presenta i motivi di questa opposizione. Quella riportata nel brano di oggi è l’ultima di quattro controversie nei confronti di Gesù. È una domanda sull’aldilà, una di quelle questioni che traversa nel profondo tutta la vicenda umana, che può far riflettere sul senso della vita e su come spenderla in maniera umana e solidale.

Ma coloro che si avvicinano a Gesù non fanno domande per ascoltare e comprendere, vogliono solo far polemica con Lui e screditarlo. Sono un gruppo composto da ricche famiglie sacerdotali e da nobili laici, i sadducei, un movimento religioso di intellettuali che avevano risolto il problema negando la realtà della resurrezione dai morti. La loro attività si concentra nel tempio e nella politica. Di tutta la Bibbia ebraica essi accettano solo i primi cinque libri, detti Pentateuco.

La domanda vuole mettere in ridicolo coloro che credono nella resurrezione, partendo da una norma biblica che si trova nel libro del Deuteronomio (25,5): «Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello». I Sadducei pensano che la vita di resurrezione sarebbe come una copia migliorata dell’attuale esistenza terrena.

Non fermarsi alla provocazione, ma illuminare

Ma Gesù, pur sapendo che la domanda è una provocazione, prova a spiegare e a rispondere. La vita futura non si comprende con una visione materiale. «Adesso – scrive Paolo (1Cor. 13, 12-13) – noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio; allora invece vedremo faccia a faccia. Adesso conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente».

Le caratteristiche del mondo dei risorti sono opposte a quelle del mondo attuale, perché con la resurrezione la vita è continua, non ha né inizio né fine, non ha più bisogno del matrimonio in vista della generazione, come non è più possibile la morte.

È una vita piena di comunione affettuosa con Dio e tra noi, senza lacrime, amarezze e affanni. Ma l’opposizione tra “i figli di questo mondo” e “i figli della resurrezione” non è relegata solo al dopo morte; se noi siamo figli della resurrezione fin da ora, l’opposizione si realizza già nel nostro tempo; essa non è altro che la diversità tra il mondo e il Vangelo, tra la vita secondo la Parola di Dio e la vita secondo le nostre grette tradizioni.

Vivere secondo il Vangelo è iniziare già ora la vita dell’aldilà

Con parole semplici possiamo dire che il paradiso inizia già su questa terra, quando cerchiamo di vivere secondo il Vangelo. La “Parola di Dio” è il lievito buono che fermenta la pasta della nostra vita. Spetta a noi, già da ora, accogliere il lievito e lasciarlo fermentare, accogliere il seme e lasciarlo crescere.

Così inizia il paradiso già da ora. Al contrario, nell’assenza o peggio nel rifiuto del Vangelo, costruiremo con le nostre mani l’inferno per noi e per gli altri. Là dove attecchisce il Vangelo e spunta un segno di amore, anche piccolo, sboccia la vita che non finisce. Per questo, nella professione di fede, noi diciamo “credo la vita eterna”, ossia la vita che non finisce, e non “credo nell’aldilà”. Il paradiso possiamo viverlo sin da oggi.

Intenzioni di preghiera

  • O Signore, tu che sei Dio dei viventi e non dei morti, donaci energie di bene perché la nostra vita brilli della luce della tua resurrezione e fa’ che le nostre parole, nutrite dal tuo Vangelo, possano accendere la speranza di un futuro nuovo, di una terra rinnovata in tanti cuori provati.
  • O Signore, tu solo conosci la nostra fragilità e quanto facilmente cediamo alla tentazione della paura e della rassegnazione: aiutaci a vivere con speranza il tempo presente, vigilanti ma non inquieti, fiduciosi nella tua promessa che non delude.
  • Ti preghiamo, o Signore, per il Papa Francesco, per il nostro vescovo Crescenzio e per la Santa Chiesa che crede, soffre e spera in ogni parte del mondo: perché sia fortificata dallo Spirito e sappia renderti testimonianza.
  • O Signore, accogli le invocazioni che ti presentiamo e che ci sono state affidate: tu che liberi dalla morte e non fai mancare la tua salvezza a chi ti invoca, ascoltaci mentre ti preghiamo di allontanare la guerra e ogni violenza dal nostro mondo. Veglia sulla Siria e proteggi tutti coloro che sono ancora sequestrati: i vescovi Mar Gregorios Hibrahim, Paul Yazigi, Padre Dall’Oglio e i preti Maher Mafouz e Michel Kayyal.
  • Ti preghiamo, o Signore, per chi è carcerato, per chi è prigioniero, per chi è ridotto in schiavitù, per chi è condannato a morte: perché tutti trovino la loro liberazione e la salvezza.