parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione dell' 08/04/12

Domenica di Pasqua/B
   

Letture: Marco 11,1-10; Isaia 50, 4-7;  Salmo 21; Filippesi 2, 6-11; Marco 14,1 – 15,47

 


"Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete."

Dal Vangelo di Marco capitolo 11 versetti da 1 a 10.

Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salòme comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole.

Dicevano tra loro: «Chi ci farà rotolare via la pietra dall'ingresso del sepolcro?».

lzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande.

Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso.

È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano posto.

Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: "Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto"».

cristo e' risorto!

Il Vangelo della risurrezione che ci è stato annunciato ci parla di tre donne che vanno al sepolcro all’alba del primo giorno della settimana. Sono donne che hanno seguito Gesù dagli inizi, dalla Galilea e sono rimaste con lui nei tre anni della vita pubblica. Non l’hanno mai lasciato: sono salite con lui a Gerusalemme e lo hanno accompagnato fin sotto la croce.

Ora, dopo la sua morte, mentre tutto ormai sembra finito, vogliono fare ancora un ultimo atto di amore verso il corpo senza vita del loro maestro. Non hanno ceduto alla paura, come gli apostoli, e in quel sabato non sono tornate alla vita precedente come i fanno i due discepoli di Emmaus. Non si rassegnano a quella morte; non vogliono separasi da Gesù.

E di buon mattino vanno al sepolcro con gli olii profumati per compiere un gesto di amore simile a quello fatto da Maria, sorella di Lazzaro, avvenuto sei giorni prima della Pasqua. Guidate da questo amore che le ha portate sin sotto la croce si recano al sepolcro. Tutti i Vangeli fanno iniziare la risurrezione davanti al sepolcro di quel crocifisso.

Anche la Chiesa in questi giorni santi ci ha fatto seguire Gesù fin sotto la croce e poi nei sepolcri. Ed è una grazia straordinaria aver vissuto  assieme questi giorni. Assieme si comprende ancor più che la risurrezione parte dalla tomba di Gesù, dalle tante tombe degli uomini, dai tanti luoghi di dolore. La liturgia di questa notte è iniziata attorno al cero spento, segno del corpo di Gesù senza vita. Lo abbiamo portato al centro per accogliere anche le tante vite spente in questo mondo a motivo dell’odio, delle guerre, delle vendette, della indifferenza al male.

Certo, anche noi, come quelle tre donne, possiamo interrogarci: “Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?” Com’è possibile vincere il male e allontanare la violenza nel mondo? Quelle tre donne indicano la Comunità cristiana. Esse continuarono il loro cammino, senza cedere alla rassegnazione. Il Vangelo dice che giunte alla tomba “alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande”. Alzarono lo sguardo verso l’altro, verso il Signore. Quella preoccupazione era diventata preghiera. E il Signore aveva mandato l’angelo a ribaltare la pietra pesante e ad annunciare loro che Cristo era risorto: “È risorto non è qui!”.

Anche per noi quel cero spento si è acceso e la sua luce si è comunicata a tutti noi. Il buio della notte di questo mondo è rischiarato dall’amore del Signore che ha vinto la morte. La sua luce più si comunica e più diffonde chiarore. Appunto, come l’amore. Il Signore non solo non si è ritirato dalla storia, ma l’ha percorsa fino in fondo, fin nel più basso. E la continua a percorrere.

È il senso della discesa agli inferi di Gesù che la Chiesa ci fa ricordare nella recita del Credo. Gesù, amico degli uomini, di tutti gli uomini, ha iniziato a comunicare la sua luce a coloro che erano incarcerati nel buio della storia. A noi, discepoli dell’ultima ora, è stata consegnata la stessa luce di risurrezione. E siamo chiamati a continuare a diffonderla oltre queste mura, oltre noi stessi.

Il Vangelo ripete anche a noi, come a quelle tre donne: “Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui… Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”. I discepoli avevano dimenticato le parole di Gesù, come tante volte anche noi dimentichiamo la Parola di Dio.

Erano fuggiti, tutti. Ma Gesù non li abbandona. Continua a chiamarli. E continua a chiamare anche noi. Alle donne chiede che dicano agli apostoli di andare in Galilea. Li incontrerà lì, come la prima volta. E Gesù torna in mezzo a noi, come per un nuovo inizio. La settimana santa è un po’ il luogo dell’appuntamento col Signore oggi, qui, nella nostra città e in tutti i luoghi dove questo vangelo viene annunciato.

Questa Pasqua ci chiede di essere più uniti al Signore, per essere in mezzo agli altri un fermento di unità, do comunione in un mondo che esalta sempre di più l’individualismo. Quelle tre donne lo comprendono. E la Chiesa ci esorta a comunicare al mondo la forza della risurrezione.

Comunicare questa forza di vita perché i popoli abbandonino la guerra, cancellino gli odi, bandiscano la violenza, e ci sia un mondo ove i poveri sono amati e non più umiliati, i bambini possono crescere nella pace e gli anziani vivere in serenità gli ultimi anni della loro vita! È il grande sogno della risurrezione che in questa Pasquaci viene consegnato.
Non possiamo indugiare. “Ora andate!”, dice l’angelo alle donne. Sì, c’è fretta. Da una parte c’è l’affermarsi della violenza e del dolore e dall’altra la forza debole dell’amore e della preghiera. Il Vangelo di Pasqua ci indica la via dell’amore come l’unica che vince il male. Rendiamoci conto dell’amore di Dio, in Gesù, così da poter affrontare la nostra vita e quella del mondo con una forza d’amore, liberati dalle catene dell’amore per noi stessi.

Non dubitiamo, non restiamo diffidenti. Impariamo dai fratelli e sorelle che abbiamo vicino, a non restare fermi nelle nostre abitudini e bloccati nelle nostre durezze.

La forza della Pasqua, la forza del vangelo ci permettono di essere nel mondo testimoni efficaci dell’amore gratuito che ci rende operatori di misericordia e di pace, e fa di noi, nonostante la nostra pochezza, dei comunicatori dell’amore di Gesù.

 La luce di Cristo risorto, il suo amore e la sua compassione siano con tutti noi, ora e sempre.

Intenzioni di preghiera

  • Ti preghiamo, o Signore, tu che nella Resurrezione dissolvi ogni paura e rendi possibile ciò che il nostro cuore spesso non ha saputo sperare, fa’ che ciascuno di noi riceva la vita nuova che sorge dal tuo sepolcro.
  • O Signore di ogni consolazione, in questo giorno di esultanza noi ti preghiamo dona ad ogni uomo la forza liberatrice della Pasqua, perché tutti gustino la gioia della redenzione.
  • O Signore, noi ti preghiamo per il Papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per la Santa Chiesa perché sia comunità pasquale e annunci al mondo la buona notizia della salvezza.
  • Ti preghiamo, o Signore, tu che con la tua morte e la tua Resurrezione hai vinto la morte, ascolta la nostra preghiera per il mondo intero, per la pace tra i popoli e per la prosperità di tutte le terre.
  • Ti preghiamo, o Signore, rafforza la fede di questa tua famiglia perché possa vivere il tuo amore senza limiti ora e nei giorni che verranno, testimoniando a tutti che tu, il Risorto, sei la speranza di un mondo nuovo e pacificato.