parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 9/10/11

28a Domenica Tempo Ordinarioi/A

   

Letture: Isaia 25, 6-10; Salmo 22; Filippesi 4, 12-14.19-20; Matteo 22, 1-14.

 


"Molti sono chiamati, ma pochi eletti"

Dal Vangelo di Mattteo capitolo 22 versetti da 1 a 14

1 Gesù riprese a parlare loro con parabole e disse:

2«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. 3Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire.

4Mandò di nuovo altri servi con quest'ordine: «Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!». 5Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; 6altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. 7Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.

8Poi disse ai suoi servi: «La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; 9andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze». 10Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.

11Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l'abito nuziale. 12Gli disse: «Amico, come mai sei entrato qui senza l'abito nuziale?». Quello ammutolì. 13Allora il re ordinò ai servi: «Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti».

14Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

dio desidera che noi formiamo un'unica famiglia

Dio ci chiama a vivere insieme

Ci ritroviamo oggi assieme a tanti bambini che iniziano o riprendono il cammino di preparazione al primo incontro con Gesù nella Eucaristia. Vi accogliamo con gioia, assieme ai vostri genitori che sono chiamati ad accompagnarvi in questo cammino, riprendendo essi stessi un rapporto col Signore che a volte, presi dagli impegni della vita di ogni giorno, rischia di appannarsi.

Ed è molto bello che in questa domenica ci venga donata la parabola del banchetto, raccontata da Gesù stesso. Egli ci parla di una festa preparata da un re per le nozze del figlio suo, a cui sono tutti invitati. È stato preparato tutto con cura, ci sono cibi molto saporiti preparati con amore. Ma tanti invitati rifiutano l’invito, chi per un motivo, chi per un altro, disprezzano l’occasione bella loro offerta, alcuni arrivano persino a maltrattare le persone che sono venute ad invitarli.

Dio non si stanca di invitarci, perché ci ama

Ma quel re non si rassegna; e manda altri servi con l’ordine di rivolgersi a tutti coloro che incontreranno nelle strade e nelle piazze, senza alcuna distinzione. Il suo desiderio di raccogliere gli uomini è molto forte, per questo non si rassegna.

E così, finalmente la sala del banchetto si riempie, ci sono tutti, buoni e cattivi. Gesù ci vuol far comprendere che tutti sono invitati, e chiunque arriva è accolto, non importa se ha meriti oppure no, o se ha la coscienza a posto oppure no.

Egli sa che nel profondo del cuore di ogni uomo e di ogni donna c’è il desiderio e il bisogno di una vita in pace, senza scontri e violenze, vissuta in armonia. E questo racconto di Gesù vuole dirci che questo è possibile, che la vita, la pace e la fraternità sono già preparate. E il Signore stesso che ce le dona. Sono alla nostra portata.

Il problema dei nostri rifiuti all’invito del Signore

Il problema siamo noi, col rifiuto di accogliere l’invito per difendere i nostri personali interessi,  disprezzando i doni della pace e della fraternità offertici dal Signore. L’invito è per una vita in pace, gioiosa, tirandoci fuori di una vita ripiegata su noi stessi, sul nostro piccolo ambito, che ci fa vivere prigionieri di una vita individualista.

La liturgia della domenica è l’immagine di questa vita fraterna, di questa comunione che il Signore ci chiama a vivere con lui e fra di noi. Nel messaggio di papa Benedetto in occasione del meeting “Destinati a vivere insieme”, con tutti i capi religiosi a Monaco (Germania) in un certo senso richiamava l’immagine della parabola del banchetto al quale tutti gli uomini sono invitati:

Noi esseri umani siamo legati gli uni agli altri. Dio desidera che noi formiamo un’unica famiglia, in cui tutti siamo fratelli e sorelle. Il vivere insieme può trasformarsi in un vivere gli uni contro gli altri, può diventare un inferno, se non impariamo ad accoglierci gli uni gli altri, se ognuno non vuole essere altro che se stesso.

Dobbiamo imparare a vivere non gli uni accanto agli altri, ma gli uni con gli altri, cioè dobbiamo imparare ad aprire il cuore agli altri, a permettere che i nostri simili prendano parte alle nostre gioie, speranze e preoccupazioni.

Rivestire l’abito interiore dell’amore che viene da Dio

E qui comprendiamo il significato della veste nuziale necessaria per partecipare al banchetto nuziale, cioè a vivere insieme. C’è bisogno di avere la “veste nuziale”. In Oriente l’ospite, chiunque fosse, era accolto con ogni onore: veniva lavato e vestito prima di essere introdotto nella sala per il pranzo. Chi si sottraeva a questa usanza mostrava di non accettare l’ospitalità ma di sentirsi in diritto di entrare, quasi fosse padrone.

La veste nuziale, perciò, è l’amore di Dio che viene riversato su di noi sino a coprire tutte le nostre colpe, tutte le nostre debolezze. La veste nuziale è la fede, è l’adesione affettuosa al Signore e alla sua parola.

Venendo alla liturgia domenicale noi siamo lavati e purificati interiormente, come facciamo all’inizio chiedendo perdono e aspersi con l’acqua benedetta, riceviamo la parola del Signore, il vangelo che siamo chiamati ad accogliere e fare nostro e riceviamo Cristo stesso che si fa nostro cibo non solo con la sua parola ma donando se stesso nell’Eucaristia.

Con questa forza impariamo a vivere insieme, ad aprire il nostro cuore agli altri e vedere che è possibile cambiare la nostra vita. E possiamo dire assieme all’apostolo Paolo: tutto posso in colui che mi dà forza (Filippesi 4, 13), perché diventiamo forti nell’amore, perché la sua forza che egli dona largamente, è forza di amore.

Intenzioni di preghiera

  • O Signore, tu che doni i tuoi beni a tutti i popoli e prepari una festa da cui nessuno è escluso, aiutaci a sognare con te un mondo senza divisioni, senza nemici, senza odi razziali.
  • O Signore, tu che per noi prepari la mensa, insegnaci a spezzare la tristezza delle nostre abitudini, a non presentarci innanzi a te con l’abito dimesso del nostro egoismo. Rendici pronti ad indossare la veste nuziale e donaci, nella gioia, la conversione del cuore.
  • Ti preghiamo, o Signore, per la Chiesa, perché per la sapienza del tuo Spirito, sia aperta al mondo, testimoni un’umanità pacificata e fraterna e annunci a tutti con generosità il banchetto del Regno. Sostieni il papa Benedetto e il nostro vescovo Crescenzio.
  • Accogli, o Signore, le invocazioni che ti presentiamo e che questa settimana sono state affidate alla nostra preghiera. Fa’ o Signore che cessi ogni guerra e ogni violenza tra i popoli e che questo mondo possa vedere già oggi, nel trionfo della pace, un’anticipazione del tuo Regno.
  • Ti preghiamo, o Signore, perché tutti amino la vita, la difendano, la rispettino soprattutto dove essa è più fragile, più debole. Sii tu la protezione per chi è malato, anziano, non autosufficiente.