parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 31/07/11

18a Domenica Tempo Ordinarioi/A

   

Letture: Isaia 55, 1-3; Salmo 144;  Romani 8, 35.37-39; Matteo 14, 13-21.

 


"Voi stessi date loro da mangiare"

Dal Vangelo di Mattteo capitolo 14 versetti da 13 a 21

13Avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte.

Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. 14Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati.

15Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». 16Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». 17Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». 18Ed egli disse: «Portatemeli qui».

19E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla.

20Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. 21Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

un miracolo che chiama alla responsabilita' personale

 

Il Vangelo di oggi racconta il miracolo della moltiplicazione dei pani, che al termine del giorno sazia più di cinquemila persone.

È un momento difficile per Gesù: dopo l’uccisione di Giovanni Battista ad opera di Erode, c’è pericolo anche per lui. Per questo si ritira nel deserto. Ma la gente non vuole staccarsi da lui, lo continua a cercare e lo raggiunge a piedi, dall’altra parte del lago.

Quando Gesù scende dalla barca e vede tanta gente che è giunta sin lì, si commuove, “sentì compassione per loro” – dice il vangelo. E guarisce i malati portati dinanzi a lui, si ferma con loro e si mette a parlare e a insegnare. Fino a sera. E tutti stanno a sentirlo.

Quella folla non è anzitutto priva di pane; è, in realtà, priva di parole vere sulla propria vita, sul proprio destino, priva di qualcuno che si chini su di loro e sui propri malati.

Per questo si è fermata tutto il giorno accanto a Gesù per ascoltarlo. Davvero, in questa scena, possiamo scorgere l’icona di quanto dice Gesù: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. Tuttavia, il Signore sa bene che l’uomo vive anche di pane.

In un’altra parte del Vangelo aveva esortato: “Non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete… Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta” (Mt 6,25-33). È appunto quello che accade in questo brano della moltiplicazione dei pani.

I discepoli, invece, che pensano di essere più attenti di Gesù, verso il tardo pomeriggio lo interrompono: “Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare”. È un comportamento normale, anzi quasi premuroso.

Ma Gesù ribatte: “Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare”. C’è qui un invito alla responsabilità di ognuno, contro la ben radicata abitudine alla delega: “ognuno pensi a sé!” (è il pensiero dei discepoli in questo caso), oppure “ci pensino le autorità costituite!”. Il Signore chiede ai suoi discepoli un comportamento totalmente diverso.

Quella folla non deve essere mandata via. Sono loro - i discepoli - che debbono aiutarla. Il Signore dice questo ben sapendo che nelle mani dei discepoli c’è poco: appena cinque pani e due pesci; nulla, per cinquemila uomini. Eppure i discepoli debbono rispondere e non rimandare indietro nessuno.

Il miracolo inizia proprio qui: dalla nostra debolezza messa con fiducia nelle mani del Signore. Essa viene moltiplicata. La povertà diventa abbondanza. I miracoli, infatti, sono spesso ostacolati dall’avarizia dei singoli e delle nazioni. Tanta gente resta affamata e muore, non per mancanza di cibo, ma perché i singoli e le nazioni lo sprecano e lo distruggono per la loro cupidigia.

In questo brano evangelico è chiaro che il miracolo è operato dal Signore, ma egli non può compierlo senza l’aiuto dei discepoli. Ha bisogno delle nostre mani, anche se deboli; delle nostre risorse, anche se modeste. Se tutte sono riunite nelle mani del Signore diventano forza e ricchezza.

È anche questo il senso delle dodici ceste piene del pane e dei pesci avanzati: ad ogni discepolo, ad ognuno dei dodici, è consegnato uno di quei cesti perché senta la grave e dolce responsabilità di distribuire quel pane che la misericordia di Dio ha moltiplicato nelle sue mani.

Intenzioni di preghiera

  • O Signore, aiutaci a mettere, con fiducia, la nostra debolezza nelle tue mani per vedere il miracolo della povertà che diviene abbondanza.
  • O Signore, ascolta la nostra preghiera per le folle di questo mondo che sono come pecore senza pastore: perché possano incontrare la tua commozione e il tuo amore le guidi e le consoli. Aiutaci a non sottrarci mai alla responsabilità di dare loro noi stessi da mangiare.
  • Ti preghiamo, o Signore, per il papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e con lui per tutti i pastori della tua Chiesa: perché sappiano guidare sempre con amore il gregge che hai loro affidato.
  • O Signore, accogli le invocazioni che ti presentiamo; in particolare, nella tua misericordia senza confini, ascolta la preghiera di chi è malato, solo, anziano e si affida a te e alla speranza della tua guarigione e della tua consolazione.
  • Ti preghiamo, o Signore, tu che sfami le folle di questo mondo, fa’che  le ferite della guerra, della fame e dell’abbandono di cui soffrono molti paesi, possano essere guarite. Ti preghiamo perché la pace, salvezza per ogni popolo, venga presto.