parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 20/02/11

7ª Domenica Tempo Ordinario/A

   

Letture: Levitico 19, 1-2.17-18; Salmo 102; 1a Corinzi 3,16-23; Matteo 5, 38-48.

 


"Amate i vostri nemici e pregate
per quelli che vi perseguitano"

Dal Vangelo di Matteo capitolo 5 versetti da 38a 48

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:

38Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente. 39Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l'altra, 40e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello.

41E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due.

42Da' a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle.43Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico.

44Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, 45affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. 46Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani?

47E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? 48Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.

la sapienza del vangelo sconfigge il male
che e' nel cuore degli uomini

La via della vendetta non è quella dei cristiani

Completiamo oggi la lettura del lungo quinto capitolo del Vangelo di Matteo, iniziato con la pagina delle Beatitudini e segnato nella seconda parte dalle antitesi “Avete inteso che fu detto” – “ma io vi dico”. E in quest’ultima parte del discorso di Gesù detto “discorso della montagna” le antitesi toccano anche il tema della vendetta e dell’amore per i nemici.

Sono sotto i nostri occhi, nella vita di ogni giorno, i frutti e le conseguenze della logica comune a tanti con cui si pensa, si opera e si agisce, quella che è ritenuta sapienza ma che l’apostolo Paolo, senza tanti giri di parole, afferma: “la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio” (1Cor. 3,19). È la mentalità del rintuzzare ogni offesa, rispondere col male a chi ti fa del male, del rifiuto del perdono.

Gesù va oltre la legge antica che pure era un freno alla violenza

Riguardo alla vendetta la legge antica del popolo di Israele aveva posto un limite, per frenare gli istinti violenti che si scatenano quando ci si vuole vendicare: “occhio per occhio e dente per dente”. Si cercava – cioè di commisurare la reazione in maniera proporzionata all’azione cattiva ricevuta. Cosa che oggi non avviene nelle reazioni della mafia e della camorra.

Ma Gesù va oltre questa norma che voleva porre un equilibrio nel rispondere alla violenza. Chiede a coloro che vogliono essere realmente suoi discepoli di reagire al male con la forza del bene. Non solo non bisogna vendicarsi, ma neppure opporsi al malvagio.

Rispondere al male con altro male mette in moto una catena che ci fa diventare peggiori

Tra noi, se uno ti dà uno schiaffo, istintivamente subito reagisci per restituire l’offesa. Ma Gesù ci dice: “No! porgigli anche l’altra guancia, vedrai che desisterà; e comunque non restituire un altro male; poiché in tal modo il male si allungherebbe all’infinito”. Quante volte si preferisce anche per offese piccole andare in tribunale, spendere un sacco di soldi e attendere per anni una risposta favorevole, perdendo la pace, vivendo agitati e spendendo anche un sacco di soldi!

E così le tensioni, le divisioni, il parlar male gli uni degli altri si moltiplica, si diffonde e inquina una vita di pace. Proviamo a mettere in pratica questo insegnamento di Gesù e vediamo che cosa succede: facilmente colui che aggrediva rimane spiazzato dalla nostra mancata reazione simile alla sua; e certamente non si accresce il male, che già ne abbiamo tanto.

Per i cristiani non esistono nemici, perché tutti sono il mio prossimo

Ma Gesù va ancora oltre: ci chiede di amare i nemici; vuol dirci che per il cristiano non esistono nemici, tutti sono il mio prossimo. In realtà Gesù ci chiama ad imitare lui, che nelle ore della passione, al momento dell’arresto, continua a chiamare amico Giuda che con un bacio lo tradisce e lo mette nelle mani dei soldati. E sulla croce, prima di morire, prega per coloro che l’hanno crocifisso.

Se dinanzi a queste parole, come prima reazione ci viene di dire e di pensare che “per me, per noi, questo è impossibile”, è perché viviamo secondo il mondo, secondo la mentalità comune, fondati solo sulle nostre forze e sulle nostre convinzioni.

Se noi facciamo diventare il Vangelo, le parole di Gesù, nostro nutrimento quotidiano, sperimentiamo allora qualcosa di inaspettato: quelle sue parole, lette e meditate, fanno venire in noi una forza che non conoscevamo, una forza di amore, di pensieri nuovi, che rendono non solo possibile, ma bella e profondamente umana la vita che cominciamo a vivere.

Siamo chiamati a comportarci da degni figli di un Padre misericordioso

Il disegno di Dio, che Gesù viene a manifestarci, il suo profondo desiderio, è di far emergere quella immagine di Dio che è nel profondo di ogni uomo e ogni donna; e condurci a vivere come figli di questo Padre buono e misericordioso, che “fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti”.

La nostra vita diventa, così, una ascensione continua verso l’alto, verso l’amore di Dio che ci trasforma, ci trasfigura e ci porta ad essere segno e manifestazione della presenza di Dio in mezzo agli uomini. In questa domenica la nostra parrocchia si unisce alla celebrazione bella e commovente della Comunità di Sant’Egidio nella basilica dei Santi Severino e Sossio.

L’immagine di una umanità riconciliata, assieme a quelli che vivono per strada

Una celebrazione solenne per ricordare la prima persona che viveva per strada, accompagnata fino agli ultimi momenti della sua difficile vita, Elisa. Assieme a lei, con un lungo elenco si ricordano tutti quelli che hanno vissuto per strada e che nel corso degli anni sono stati conosciuti e accompagnati.

A questa celebrazione partecipano tanti nostri amici di strada che ascoltano commossi, i nomi di coloro che essi stessi hanno conosciuto, ricevendo consolazione e speranza per la loro difficile vita. E alla celebrazione segue un momento conviviale dove si respira la gioia della fraternità, assieme a questi fratelli che vivono ogni giorno in situazioni di grandi difficoltà.

Di fronte alla durezza e alla inaccoglienza delle nostre città verso i deboli, gli anziani, gli stranieri, possa essere questa celebrazione un segno che chiama tutti a comportarsi come figli del Padre nostro celeste.

Intenzioni di preghiera

  • O Signore, tu che per primo ci hai amati e perdonati, insegnaci a percorrere sempre la via del perdono e a non porre confini all’amore.
  • Ti preghiamo, o Signore, per il Papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per la Chiesa perché sia sempre madre e maestra di perdono per tutti gli uomini e sorgente di speranza per l’umanità intera.
  • Ti preghiamo, o Signore, per chi ci ostacola. Insegnaci ad amare i nostri nemici, a non giudicare, a non coltivare mai nel nostro cuore rancore e spirito di rivalsa ma, secondo la tua Parola, a vincere sempre il male con il bene.
  • O Signore, accogli le invocazioni che ti presentiamo e che ci sono state affidate lungo questa settimana. Ti preghiamo perché sia sconfitta ogni forma di razzismo, violenza e discriminazione e gli uomini tornino a guardarsi come fratelli, perché tra le nazioni siano superate le barriere dell’odio e il mondo conosca finalmente la pace.
  • Ti preghiamo, o Signore per tutti i malati, perché siano guariti dalla loro sofferenza e consolati dal tuo amore.