parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 13/02/11

6ª Domenica Tempo Ordinario/A

   

Letture: Siracide 15,16-21; Salmo 118; 1 Corinzi 2,6-10; Matteo 5, 17-37.

 


"Sia il vostro parlare "si, si" "no, no" il di più viene dal maligno"

Dal Vangelo di Matteo capitolo 5 versetti da 17a 37

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
17Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. 18In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto.

19Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.

20Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.

21Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. 22Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: «Stupido», dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: «Pazzo», sarà destinato al fuoco della Geènna.

23Se dunque tu presenti la tua offerta all'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, 24lascia lì il tuo dono davanti all'altare, va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.

25Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. 26In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all'ultimo spicciolo!

27Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio. 28Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.

29Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. 30E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.

31Fu pure detto: «Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto del ripudio». 32Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all'adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.

33Avete anche inteso che fu detto agli antichi: «Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti». 34Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, 35né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. 36Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. 37Sia invece il vostro parlare: «Sì, sì», «No, no»; il di più viene dal Maligno.

in ogni cosa sia sempre l'amore il motore di tutto

Riflettere sul nostro rapporto con Dio e con gli uomini

Continuando a leggere il discorso della montagna che inizia con le beatitudini, Gesù vuole condurci oggi a scendere più in profondità nel nostro rapporto con Dio e con tutti gli uomini.

Attraverso i vari esempi riportati nella pagina del Vangelo di oggi, Gesù ci insegna che non basta osservare delle regole, non basta dire “io non faccio male a nessuno”, ma il movente e la misura di ogni nostro pensiero e di ogni nostra azione deve essere l’amore.

Dice Gesù: “se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli”. I farisei si sforzavano di osservare con precisione tutte le regole religiose. Ma quelli che vogliono stare col Signore devono vivere una giustizia superiore, non fatta di un numero maggiore di regole da seguire, ma mirare ad avere il comportamento stesso di Dio.

Egli non si comporta come un freddo calcolatore che misura il dare e l’avere, le colpe e i meriti. Dio agisce con un cuore grande e misericordioso. Solo così possiamo comprendere le indicazioni che troviamo subito dopo.

Diventare attenti alla più piccola cosa che può offendere o dividere

“Avete inteso che fu detto agli antichi: non ucciderai; ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: «Stupido», dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: «Pazzo», sarà destinato al fuoco della Geènna”.

Non basta evitare di fare il male. C’è bisogno di entrare nella dimensione dell’amore che fa stare attenti alla più piccola offesa che può dispiacere all’altro. Arrabbiarsi con qualcuno, dirgli che è uno scemo, un insensato, per Gesù è già qualcosa di molto grave, tanto da essere portati davanti al grande tribunale di Gerusalemme, che era il Sinedrio, quello che poi condannerà a morte Gesù.

Le grandi divisioni cominciano sempre dalle piccole divisioni

Non ci sembri esagerato quello che ci insegna Gesù, perché il male grande comincia col piccolo male, con una parolina che ferisce, che umilia l’altro. Così inizia la divisione, l’allontanamento, la separazione dagli altri. Per Gesù ogni piccola cosa che mette in crisi l’amore fra le persone, che raffredda i rapporti, è già qualcosa di molto grave.

Questo lo possiamo comprendere bene se partiamo dall’idea di Dio che ci ha creati per amare, per vivere in pace e in armonia con tutti. Si tratta di mettere l’amore al di sopra di tutto, prima di ogni cosa e dentro ogni nostra azione.
Allora possiamo capire le parole successive di Gesù che arriva a dire (Mt. 5, 23-24):

“Se dunque tu presenti la tua offerta all'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare, va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono”.

Non aspettare che gli altri facciano il primo passo: fallo tu il primo passo

Gesù non dice “se tu hai qualcosa contro tuo fratello”, ma “se lui ha qualcosa contro di te”, per dire che è importante fare pace anche se la colpa è dell’altro e non nostra. Gesù arriva persino a dire di interrompere la preghiera, la partecipazione alla celebrazione religiosa per ristabilire il perdono e l’amicizia interrotta. Non possiamo presentarci a Dio prescindendo da una rapporto vero e amichevole con gli altri.

E l’apostolo Giovanni proprio alla luce di queste parole di Gesù scrive nella sua prima lettera (4,20-21):
“Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. E questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche suo fratello”.

Per questo è importante cercare in tutti i modi di comporre i dissidi, di fare ogni sforzo per mettere pace dove ci sono divisioni. Ed essere coraggiosi nell’eliminare tutto ciò che può minare la concordia fra gli uomini.

Togliere ogni ostacolo al vivere in pace

Il protagonismo, il mettere se stessi avanti agli altri, l’arroganza, il cercare soprattutto il proprio tornaconto, sono tante pietre, tanti ostacoli sul cammino della concordia e della pace.

Ed è proprio la difesa delle proprie ragioni, il voler avere ragione sugli altri che conduce non solo alla contrapposizione, ma al venir meno della verità e della sincerità. Gesù dice: “Sia invece il vostro parlare: «Sì, sì», «No, no»; il di più viene dal Maligno”. Cioè: se una cosa è sì, dite sì; e se è no, dite no. E il sì della bocca corrisponda al sì del cuore.

Questa verità e questa sincerità discende sempre dal mettere l’amore al primo posto nei rapporti fra di noi, nei rapporti con tutti.

Apriamoci alla sapienza di Dio che ci dona gioia

Comprendiamo allora che il Vangelo ci apre – come afferma san Paolo nella prima lettera ai Corinzi - ad “una sapienza che non è di questo mondo, ma alla sapienza di Dio”, una sapienza che possono conoscere e vivere coloro che si aprono al suo amore.

Chi ascolta queste parole e le mette in pratica, entra in questa sapienza di Dio, sperimenta i frutti dello Spirito che ci apre alla dimensione dell’amore che diventa la dimensione quotidiana della nostra vita. Preghiamo il Signore con le parole del salmista (118, 33-34):

“Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti; dammi intelligenza, perché io custodisca la tua legge e la osservi con tutto il cuore”.

Intenzioni di preghiera

  • O Signore, che ci riveli come occorra un cuore nuovo per praticare una lotta impegnativa contro il male, fa’ che ci lasciamo condurre dal tuo Spirito, nostro maestro interiore, sulla via della conversione.
  • O Signore, noi ti preghiamo: aiutaci a vincere ogni tentazione prima che soffochi in noi la tua voce. Fa’ che amiamo la tua Parola, perché essa guidi la nostra vita e maturi in opere di giustizia e di pace.
  • Ti preghiamo, o Signore, per il Papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per la Chiesa, perché semini con abbondanza la Parola, fondamento della fede, nutrimento della speranza e lievito di fraternità.
  • Ti preghiamo, o Signore: accogli le invocazioni che ti presentiamo e che lungo questa settimana sono state a noi affidate. Fa’ che la pace venga presto per ogni popolo e che ciascuno di noi offra il suo cuore e le sue mani per realizzarla specie dove c’è odio e inimicizia.
  • Signore, aiutaci - sul tuo esempio - ad incontrare e ad aiutare chi è malato, a comprendere il grande bisogno di guarigione e di salvezza che vivono quanti hanno la vita segnata dal dolore. Donaci la tua compassione per consolare e non rassegnarci mai di fronte al male.