parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 25/12/10

Natale del Signore

   

Letture: Isaia 9,1-3.5-6; Salmo 95; Tito 2, 11-14; Luca 2, 1-20

 


Maria diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'albergo.

Dal Vangelo di Luca capitolo 2 versetti da 1 a 20

1 In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. 2Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. 3Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. 4Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. 5Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.

6Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. 7Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'alloggio.

8C'erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all'aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. 9Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, 10ma l'angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: 11oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. 12Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». 13E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
14«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

15Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l'un l'altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». 16Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. 17E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. 19Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. 20I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.

GesU' nasce per la nostra rinascita

Un evento ritenuto marginale che l’evangelista Luca mette al centro

Questo Vangelo del Natale, che la Chiesa non si stanca di proclamare attraverso i secoli, oggi giunge a noi. In un quadro del grande mondo di allora, quando l’impero romano aveva conquistato tutti i popoli allora conosciuti e si era instaurato la pace voluta dall’imperatore Augusto, l’evangelista Luca ci racconta la storia di una piccola famiglia che si mette in viaggio per via di un censimento voluto da Cesare Augusto. Da un piccolo villaggio periferico rispetto all’impero, Nazaret, ad un altro altrettanto piccolo e marginale, Betlemme, si muove questa famiglia, Giuseppe e Maria che aspettava un bambino.

Un bambino che nasce povero, cercato da poveri pastori

Qui non trovano posto nell’alloggio e il bambino nasce e viene posto in una mangiatoia per gli animali, l’unico posto rimasto libero. Dei pastori ricevono l’annuncio di un angelo: il bambino che è nato è un Salvatore, è il Signore. E una visione di angeli loda Dio dicendo:

“Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama” (Lc. 2,14).

E i pastori subito vanno e trovano il bambino con Maria e Giuseppe. Raccontano quanto hanno visto e tornano pieni di gioia, glorificando e lodando Dio.

C’è chi irride il Natale: ma è l’inizio di una nuova storia

Che cosa è tutto questo? Una bella favola da raccontare ai bambini? Che valore può avere tutto questo nel nostro mondo di oggi e nella vita di ciascuno? In realtà dalla nascita di questo bambino si sono cominciati a contare gli anni.

Con questo bambino inizia una storia nuova: nasce la famiglia dei discepoli che imparano a conoscere la forza di questo bambino, dei poveri pastori che lo vanno a cercare. Il bambino, un povero; i pastori anch’essi poveracci, tenuti ai margini dalla società di quel tempo. Dio si fa povero e i poveri sono messi al centro.

Il paradosso del Natale

È un mondo rovesciato rispetto ai canoni di questo mondo. Questo bambino, piccolo, debole, povero ha una forza, una forza che viene da Dio. Una forza che non è quella dei potenti di questo mondo; è una forza di amore. Il suo potere è quello di fare spazio a quelli che non hanno spazio nel nostro mondo.

Da questo bambino inizia una storia nuova che ci attira e ci coinvolge. Nel nostro mondo di oggi, complesso, materialista e consumista, sono tanti quelli che hanno sete di Dio. Lo vediamo nei tanti che in questi giorni sono molto contenti di poter aiutare nei pranzi di Natale, collaborare, partecipare perché i poveri possano vivere questa festa in famiglia.

I pastori che vanno a Betlemme incontrano un povero e un bambino. Chi incontra un povero vede Gesù. Per questo sul nostro presepe, accanto alla capanna del bambino abbiamo rappresentato l’immagine del pranzo di Natale, dei poveri che siedono a tavola assieme a noi. I poveri sono messi a centro nel Natale, accanto a quel bambino che è Gesù. I poveri fanno parte della famiglia dei cristiani, sono nostri fratelli.

Il Natale ci indica una strada che possiamo percorrere

Il pranzo di Natale è una visione di pace, è l’immagine del futuro, è l’immagine di una umanità riconciliata. Il Natale ci indica una strada che possiamo percorrere, smettendo la nostra lotta contro i fratelli. Con i pastori, con Giuseppe, con Maria, possiamo cominciare un nuovo cammino, smettendo di disprezzare i poveri, di passare oltre senza fermarci, ma riconoscendo in loro Gesù, il Signore, nato povero, senza un alloggio come tanti che nel freddo inverno – barboni, stranieri, vecchi, sono senza albergo.

Credendo in questo bambino, seguendolo nell’incontro con i poveri, noi possiamo rinascere, possiamo vedere la nostra vita trasformata e dare alla storia di questo mondo un volto nuovo, più umano e più giusto.

Intenzioni di preghiera

  • O Signore Gesù, luce del mondo che vieni ad illuminare le tenebre e nasci in mezzo a noi come una nuova speranza per la nostra vita e per il mondo intero, apri il nostro cuore e donaci di rinnovarci profondamente nel tuo amore.
  • O Signore, noi ti preghiamo per il papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per tutta la santa Chiesa, perché comunichi fino all’estremità della terra la gioiosa notizia della nascita del nostro Salvatore e tutta l’umanità partecipi alla lode e alla gloria del suo nome.
  • Ti preghiamo, o Signore, perché diventiamo testimoni, nella gioia, del tuo amore davanti a tutti gli uomini e sappiamo ricevere l’annuncio della tua nascita nell’accoglienza ai poveri e ai diseredati della terra.
  • O Signore, davanti alla tua mangiatoia, noi ti preghiamo per tutti coloro che nel nostro mondo, come te, non trovano un posto: per i poveri, i senza fissa dimora, gli stranieri, i nomadi, per tutti coloro che sono soli, per i carcerati e i condannati a morte, per chi ha fame e sete e per i malati. Ti preghiamo perché questo Natale tutti possano essere consolati e trovare nella tua casa affetto ed accoglienza per la loro vita.
  • Signore Gesù, principe della pace, fa’ che la pace annunciata a Betlemme percorra le strade di tutti i paesi del mondo. Ricordati in particolare dell’Africa, di tutti i suoi figli, dei suoi malati, soprattutto dei bambini.