parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 25/12/09

Natale - Festa della nascita di Gesù
   

Letture: Isaia 9, 1-6; salmo 95;Tito 2, 11-14; Luca 2, 1-20.



"Oggi è nato per voi un Salvatore"

Dal Vangelo di Luca capitolo 2 versetti da 1 a 20

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.

Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.

Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.

C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».

E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere».

Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.

Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.

I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.

Andiamo, come i pastori, incontro al bambino

Il significato del Natale per gli uomini di oggi

La Chiesa ci convoca questa notte per celebrare il Natale, la nascita di Gesù, il Figlio di Dio che si fa bambino e nasce povero, fuori casa, a Betlemme.

Che significato ha per noi oggi il Natale? Che cosa significa per le persone di questo tempo che fanno festa e fanno e ricevono regali? Sembra che sempre di più quel bambino che nasce povero sia diventato un fatto coreografico, un rito, una tradizione, che dice poco o nulla alla vita degli uomini.

Eppure quel bambino è venuto sulla terra, mandato da Dio per rinnovare la nostra vita, la vita di questo mondo. Maria e Giuseppe si sono mossi dal loro paese, Nazareth, per obbedire all’ordine del potente di quel tempo, l’imperatore Augusto, che aveva indetto un censimento. E da Nazareth si spostano al paese di origine di Giuseppe, Betlemme, secondo le leggi del tempo.

A Betlemme i parenti di Giuseppe non sono disponibili ad accogliere

A Betlemme ci sono i parenti di Giuseppe, ma nessuno di loro accoglie quella donna che sta per dare alla luce il suo bambino. La nuova traduzione del Vangelo di Luca dice: “per loro non c’era posto nell’alloggio”. È sempre più normale che chi è povero, chi vive ai margini, non trova posto, non trova accoglienza.

Eppure quel bambino semplice e povero che viene adagiato in una mangiatoia, è una luce che si accende nella vita degli uomini, che camminano a tentoni, non hanno una direzione chiara verso cui muoversi. Dice il Vangelo di Giovanni: “veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto” (Gv. 1,9-10).

Ebrei e palestinesi a Betlemme, ancora divisi

Se andiamo a Betlemme oggi, troviamo i segni di un conflitto tra due popoli religiosi – ebrei e musulmani – dove i cristiani sono una piccola minoranza. Anche nel nostro paese ci troviamo in presenza di tanti conflitti e contrapposizioni. Possiamo dire che il nostro è diventato un Natale che si è allontanato da Dio, fatto di consumi, pieno di denaro e di feste.

Quel bambino che non trova posto in un alloggio a Betlemme, oggi continua a vivere la stessa esperienza nella vita di tanti bambini delle nostre periferie, che vivono in luoghi freddi, a volte senza acqua e senza luce; o in tanti paesi dell’Africa dove i bambini non ricevono cure, non possono andare a scuola, a volte restano orfani a causa delle guerre o della carestia.

Quelli che vanno a cercare quel bambino che è nato

Chi va in questi luoghi lontani dai riflettori di questo mondo, li incontra e vede il freddo che è intorno a loro. Ma quel bambino di Betlemme non rimane solo, ma trova chi viene a cercarlo. Sono persone povere e umili, sono i pastori che ricevono un annuncio mentre fanno la guardia al loro gregge. Sono poveri e umili come Maria e Giuseppe, come Zaccaria ed Elisabetta anziani o come Simeone ed Anna, anch’essi avanzati in età.

E i pastori credono all’annuncio dell’angelo, come aveva fatto Maria; nella loro semplicità credono a quelle parole: “vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia”.

La risposta fiduciosa degli uomini umili e semplici

I pastori non sono come quelli che si credono sapienti in questo mondo, che hanno sempre delle distinzioni da fare, delle discussioni e ragionamenti, i dubbi che fanno restare fermi nelle proprie idee. I pastori accolgono con fiducia e semplicità quanto è stato loro fatto conoscere. E dopo l’annuncio vedono un coro celeste che canta e invita a coinvolgersi. E dicono: “Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere”.

E si mettono in cammino nel buio della notte. È un cammino che fanno insieme, per non smarrirsi e perdere la strada e non giungere fino a quel bambino. È un cammino da fare in maniera personale, ma non da soli. È un cammino interiore che inizia senza pretendere di voler prima vedere e capire tutto in modo chiaro. È il cammino interiore dello Spirito che chiede a me, a ciascuno di affidarsi e mettersi in cammino.

Il cammino spirituale che porta al rinnovamento personale

È un cammino che l’uomo materiale non riesce nemmeno a cogliere, a percepire, riempito di cose spesso inutili, di beni materiali che non danno serenità. I pastori vivono una esperienza viva, che dà loro gioia. È quello che possono testimoniare coloro che anche oggi vanno a trovare una persona anziana sola, un bambino che non può ancora andare a scuola perché privo di documenti, un uomo finito per strada che non ha nessuno che gli dia retta. Se non le parole, gli occhi e il volto esprimono la gioia per il nostro gesto.

E queste risposte, a volte anche silenziose, ci comunicano gioia, di fanno crescere in amore e ci fanno diventare responsabili della vita degli altri, ci fanno sentire pastori che accompagnano altri, che imparano a custodire e proteggere la vita degli altri. Quando tu arrivi, quando tu parli, quando tu stringi le mani, avviene una festa di angeli.

C’è un Natale quotidiano da vivere

Ma Natale non è solo un giorno all’anno; Natale quotidiano è in quella casa dove sta un anziano mai visitato, in quel carcere tra prigionieri ammassati, in quella baracca dove una vecchia è distesa per terra senza letto e malata, nel campo zingari senza luce e con tanto dolore.

Mettiamoci in viaggio come i pastori, andiamo insieme e non seguiamo le voci di questo mondo che ci indicano percorsi solitari, ci predicano di pensare solo a noi stessi. Attraverso questo viaggio fatto insieme ognuno si rinnova. E ognuno ha bisogno di rinnovamento, per sé e per questa città, per questo nostro mondo. È un viaggio nella fede che questa notte il bambino di Betlemme ci invita a intraprendere.

Intenzioni di preghiera

  • O Signore Gesù, luce dal mondo che vieni ad illuminare le tenebre e nasci in mezzo a noi come una nuova speranza per la nostra vita e per il mondo intero, apri il nostro cuore e donaci di rinnovarci profondamente nel tuo amore.
  • In questo giorno santo, Signore, noi ti preghiamo perché la nascita di Gesù sia per ogni uomo e ogni donna un tempo di grazia e di rinnovamento nella pace.
  • O Signore noi ti preghiamo per il papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per tutta la santa Chiesa, perché comunichi fino all’estremità della terra la gioiosa notizia della nascita del nostro Salvatore e tutta l’umanità partecipi alla lode e alla gloria del suo nome.
  • O Signore davanti alla tua mangiatoia deponiamo le invocazioni che lungo questa settimana sono state a noi affidate. Noi ti preghiamo per tutti coloro che nel nostro mondo, come te, non trovano un posto: per i poveri, i senza fissa dimora, gli stranieri, i nomadi, per tutti coloro che sono soli, per i prigionieri e i condannati a morte, per chi ha fame e sete e per i malati. Ti preghiamo perché questo Natale tutti possano essere consolati e trovare nella tua casa affetto ed accoglienza per la loro vita.
  • Signore Gesù, principe della pace, fa’ che la pace annunciata a Betlemme percorra le strade di tutti i paesi del mondo. Ricordati in particolare dell’Africa, di tutti i suoi figli, soprattutto dei bambini.