parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 27/12/09

Domenica della Santa Famiglia/C
   

Numeri 6,22-27; Salmo 66; Galati 4,4-7; Luca 2,16-21

Preghiera per la pace nel mondo e per la fine di ogni guerra.


"Maria, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore"

Dal Vangelo di Luca capitolo 2 versetti da 16 a 21

16Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia.

17E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.

18Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori.

19Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.

20I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.

21Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima che fosse concepito nel grembo.

maria immagine della chiesa e di ogni credente

Tutti abbiamo bisogno dell'affetto di un padre e una madre

“Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace” (Nm 6,24-26).

Con questa antica benedizione la liturgia ci fa entrare nel nuovo anno, certi che il Signore veglierà su di noi, che ci sarà vicino e ci accompagnerà giorno dopo giorno. “Su chi volgerò lo sguardo? Sull’umile e su chi ha lo spirito contrito e su chi trema alla mia parola”, si legge nel libro del profeta Isaia (Is 66,2). Sì, lo sguardo del Signore è rivolto sugli umili e sui deboli, su chi ascolta la parola del Vangelo e cerca di metterla in pratica.

Ancora una volta quei pastori di Betlemme ci sono di esempio. Erano ritenuti impuri e peccatori a tal punto da essere esclusi dalla vita religiosa ufficiale, eppure lo sguardo di Dio si posò su di loro: la notte si riempì di luce e la loro vita trovò un senso, una direzione verso cui andare. Quegli umili pastori divennero “i primi cristiani”: ascoltarono le parole dell’angelo, lasciarono le loro greggi e si diressero verso il luogo indicato.

Giunti alla grotta, furono essi questa volta a guardare: videro un bambino. E, “dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro”, nota l’evangelista (Lc 2,17). Si potrebbe dire che la vita del cristiano è rac-chiusa tutt’intera in questa mirabile e semplice scena.

I vangeli ci dicono che gli angeli avevano parlato del bambino a quei pastori, ma non è difficile pensare che anche Maria lo fece. Certamente lo presentò a loro, e forse senza di lei non avrebbero potuto comprendere quello che stava accadendo. Maria sapeva chi era quel figlio, tanto che con molta cura “serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore”. La liturgia di questo giorno, con incredibile tenerezza, ci invita a guardare Maria per festeggiarla e venerarla come Madre di Dio.

Sono passati sette giorni dal Natale, da quando i nostri occhi sono stati diretti verso questo piccolo bambino, verso tutti i piccoli e i deboli di questo mondo. Oggi la Chiesa sente il bisogno di guardare anche la Madre e farle festa.

Ma, è bene sottolinearlo, contempliamo lei, ma non la troviamo da sola. I pastori, appena giunsero a Betlemme “trovarono Maria e Giuseppe e il bambino”. È bello immaginare Gesù bambino non più nella mangiatoia ma tra le braccia di Maria: lei lo mostra a quegli umili pastori e continua a mostrarlo ancora agli umili discepoli di ogni tempo. Maria che tiene Gesù sulle ginocchia o fra le braccia è tra le immagini più familiari e tenere del mistero dell’incarnazione.

Nella tradizione della Chiesa d’Oriente è talmente forte il rapporto tra quella madre e quel figlio che non si trova mai un’immagine di Maria senza Gesù; lei esiste per quel Figlio, suo compito è generarlo e mostrarlo al mondo. È l’icona di Maria, Madre di Gesù, ma è anche l’immagine della Chiesa e di ogni credente: abbracciare con affetto il Signore e mostrarlo al mondo.

Come quei pastori, una volta usciti dalla grotta, se ne tornarono glorificando e lodando Dio, con la stessa energia e lo stesso slancio anche noi, usciti dalla celebrazione liturgica, dovremmo entrare nel nuovo anno che inizia. E sarebbe davvero una grande consolazione se ancora oggi qualcuno potesse scrivere: “Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose che essi dicevano” (v. 18).

Purtroppo la gente delle nostre città si stupisce per ben altre cose! Ma forse dobbiamo anche chiederci se ci sono “pastori” (e non mi riferisco solo ai sacerdoti; ogni credente è a suo modo un “pastore”) che sanno comunicare alla gente delle nostre città la gioia dell’incontro con quel Bambino.

È ormai consolidata tradizione che il primo giorno dell’anno la Chiesa si riunisca in preghiera per invocare la pace. Il papa, con il suo messaggio, continua ad esortare tutti i credenti e gli uomini di buona volontà a camminare sui sentieri della giustizia e della pace. Sappiamo tuttavia che la pace è un dono che viene dall’alto, è un frutto dello Spirito dell’amore che opera nel cuore degli uomini.

Con l’antica preghiera del Veni, creator Spiritus, che risuona in questo giorno nelle nostre chiese, invochiamo lo Spirito del Signore perché sia riversato nei cuori e “rinnovi la faccia della terra”.

Venga lo Spirito del Signore e trasformi i cuori dei credenti, perché sciolgano la loro durezza e s’inteneriscano davanti alla debolezza del Bambino; trasformi i cuori delle nostre città e dei nostri paesi, perché l’odio, l’invidia, la maldicenza, la sopraffazione, il disinteresse siano allontanati e cresca la solidarietà; trasformi il cuore del nostro paese, perché non sia più traversato dall’individualismo, dall’interesse di singoli gruppi e dal crimine; illumini la mente perché abbondino il perdono, la misericordia e il senso del bene comune; trasformi il cuore delle nazioni e dei popoli in guerra, perché siano disarmati gli spiriti violenti e si rafforzino gli operatori di pace; trasformi il cuore dei popoli ricchi, perché non siano ciechi di fronte ai bisogni dei popoli poveri e gareggino piuttosto nella generosità; trasformi il cuore delle nazioni e dei popoli poveri, perché abbandonino le vie della violenza e intraprendano quelle dello sviluppo; trasformi il cuore di ogni uomo e di ogni donna, perché riscoprano il volto dell’unico Dio, padre di tutti.

Intenzioni di preghiera

  • O Signore Gesù che sei venuto ad abitare in mezzo a noi, donaci di aprire a te la nostra vita come fece Maria, per accoglierti con cuore grato e generoso. Ti preghiamo perché quest’anno che si apre sia un tempo di rinnovamento profondo: rendici assidui nell’ascolto della tua Parola, aperti all’azione del tuo spirito, fedeli e umili nel servizio.
  • O Signore concedi al mondo di conoscere la riconciliazione: perché tutte le nazioni ritrovino la concordia e ovunque al fragore delle armi succedano canti di pace.
  • Ti preghiamo o Signore per la Chiesa perché annunci il Vangelo da un estremo all’altro della Terra, perché a nessuno sia più nascosta la salvezza che hai preparato per i popoli. Sostieni Signore il Papa Benedetto, il nostro vescovo Crescenzio e tutta la Chiesa di questa città.
  • Ti preghiamo o Signore accogli le invocazioni che ti presentiamo e che sono state affidate alla nostra preghiera. Guida tutte le nostre Comunità sulle strade del mondo perché siano Vangelo per il loro amore verso i poveri e gli oppressi, per la consolazione degli afflitti, per il soccorso degli affamati, la liberazione dei prigionieri, per chi cerca salvezza. Ricordati o Signore di tutti i malati, dona loro la guarigione e la salvezza.