parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 04/04/10

Domenica della Resurrezione del Signore
   

Letture: Atti 10, 34a. 37-43; Sal 117; Colossesi 3, 1-4; Luca 24, 1 - 12.

 


"Cristo è risorto dai morti!"

Dal Vangelo di Luca capitolo 24 versetti da 1 a 12

1Il primo giorno della settimana, al mattino presto esse si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. 2Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro 3e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù.

4Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. 5Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? 6Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea 7e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”».

8Ed esse si ricordarono delle sue parole 9e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. 10Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli. 11Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse.

12Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l’accaduto.

perche' cercate tra i morti colui che e' vivo'

 

È l’annuncio che i due angeli fecero a quel gruppo di donne giunte al sepolcro. Questa sera è rivolto anche a noi e a tutte le nostre comunità riunite per la Pasqua. Era un piccolo gruppo di donne, come un piccolo popolo di fronte al grande mondo, una minoranza forte solo della vicinanza di Gesù. Lo avevano seguito sin dalla Galilea e non lo avevano mai più lasciato. Sono state con lui sin sotto la croce. Ora tutto sembra finito dietro quella pietra pesante che chiude la tomba ove è stato deposto il suo corpo morto.

È la pietra di quel lungo Sabato, grigio e triste, di cui ci ha parlato Andrea da Kiev. A differenza degli altri discepoli, che prima sono prontamente fuggiti e poi si sono ritirati nella sicurezza di luoghi appartati, loro, invece, povere e deboli donne, non vogliono separarsi da quel maestro. Hanno impresso nel cuore il suo volto.

È quel volto custodito nell’icona che veneriamo nella chiesa di Sant’Egidio – che viene da Kiev - e che – in una copia dipinta – è in mezzo a noi, in tutte le chiese dove si riunisce la comunità . L’amore che sgorga da quegli occhi travolge anche noi se lo guardiamo con il cuore di quelle donne. Esse non si sono lasciate travolgere dal freddo ed egocentrico ragionare della maggioranza. No, esse hanno lasciato che l’amore di Gesù muovesse i loro cuori. Non lo hanno abbandonato, neppure da morto, e si recano al sepolcro portando con sé “gli aromi che avevano preparato”.

Care sorelle e cari fratelli, in quelle donne, povere e deboli, vediamo la Comunità, tutte le nostre comunità riunite assieme dalla Pasqua, come ha insistito Andrea. Quelle donne vanno al sepolcro assieme, non da sole e non ciascuna per proprio conto. L’amore che avevano appreso da Gesù è la forza che le unisce e le fa uscire dal ripiegamento su se stesse, le libera dalla paura e le spinge ad andare verso quel sepolcro.

Sì, potremmo dire che nell’unità di quelle donne c’è già la presenza del Risorto. Al contrario, la rassegnazione diviene la pietra pesante che blocca ogni speranza. Non le fermò la preoccupazione della pietra pesante che chiudeva quella tomba. E di buon mattino, in quel sabato, si recarono verso la tomba.

Ed ecco che giunte – come anche noi in questa santa liturgia – appaiono due angeli che annunciano la Pasqua di risurrezione. È l’irruzione dell’amore di Dio che non si è rassegnato ad un mondo senza pace, in preda al male e privo di speranza e di sogni.

Sì, il nostro Dio non si è rassegnato. Ha tanto amato il mondo da mandare il suo stesso Figlio per salvare gli uomini dalla schiavitù del peccato e della morte. E anche da morto, Gesù – secondo la bella tradizione della Chiesa - ha continuato a salvare gli altri scendendo negli inferi di questo mondo.

Scrive l’apostolo Pietro: “in spirito andò ad annunziare la salvezza anche agli spiriti che attendevano in prigione” (1Pt 3,19). Sì, Gesù continua a scendere negli inferi di questo nostro mondo, nei luoghi dimenticati dagli uomini, là dove la vita è come sotto terra, là dove gli uomini e le donne sono schiacciati dal male, dalla guerra, dalla violenza, dall’ingiustizia, dalla fame, dalla solitudine, dalla dimenticanza, dalla condanna a morte.

Il Signore scende negli inferi di Haiti dove migliaia di uomini e donne sono stati inghiottiti dal male. Come quelle donne, la Comunità è corsa subito preoccupandosi – come Marco ci ha raccontato - di togliere la pietra pesante che schiaccia quel popolo. Sì, per noi la Pasqua inizia da Haiti e quindi nelle tante tombe presso le quali il Signore ci esorta a portare la sua misericordia.

Care sorelle e cari fratelli, quei due angeli vestiti di bianco hanno detto anche a noi: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea”. E in effetti, quante volte, negli anni precedenti, Gesù aveva detto che sarebbe risorto dai morti? Ma i discepoli non avevano creduto a quelle parole e comunque le avevano dimenticate.

È quel che accade anche a noi quando ci lasciamo prendere dai nostri pensieri e dalle nostre preoccupazioni: facilmente dimentichiamo la Parola di Dio, anche se mai ci è stata fatta mancare. E in questi giorni ci è stata nuovamente ricordata con ricchezza ed abbondanza. Sì, è stato riversato nei nostri cuori un grande e prezioso tesoro di sapienza evangelica che ci permette di essere nel mondo sapienti testimoni di pietà, attenti operatori di pace, uomini e donne generosi nella compassione.

L’evangelista Luca nota che Pietro, anche se non credette alle parole delle donne, corse ugualmente verso il sepolcro. È una indicazione anche per noi che spesso riteniamo vaneggiamento la predicazione. Tante volte prendiamo poco sul serio le parole del Vangelo, crediamo poco che possano davvero cambiare il nostro cuore e la vita del mondo. E questo perché riteniamo veri solo i nostri pensieri, salde solo le nostre convinzioni.

Questa notte ascoltiamo il Vangelo della risurrezione. Pietro, seguendo le parole di quelle donne, poté giungere al sepolcro. Vi entrò anche lui e vide che era vuoto. E, nota Luca, “tornò a casa pieno di stupore”. Se ascoltiamo il Vangelo, se ci lasciamo guidare dalle parole che ci sono state rivolte in questi giorni, giungeremo anche noi, come Pietro, a incontrare i segni del Signore e a stupirci.

È lo stupore di questi giorni che ci hanno aiutato a contemplare il mistero dell’amore del Signore. È lo stupore di partecipare al grande sogno della risurrezione che in questa notte ci viene ancora una volta consegnato con questa santa liturgia. E noi, nonostante la nostra pochezza, possiamo essere come quegli angeli che annunciano il tempo nuovo della Pasqua!

Non possiamo indugiare. Quelle donne, la Comunità, ancora una volta, ci sta dinnanzi indicandoci nella forza dell’amore e della unità la via per far risorgere il mondo verso la pace.
Seguiamole! Quelle donne avevano compreso che Gesù non era morto e che sarebbe rimasto con loro per sempre: e andarono a dirlo agli altri discepoli.

In questa notte, mentre entriamo nel nuovo decennio, radunati assieme e con un’unica grande voce, diciamo in ogni parte della terra ove la Comunità è chiamata a vivere che la  morte non ha più potere sulla vita, che le tombe di questo mondo non sono più chiuse per sempre!

Il Signore è risorto. Non dubitiamo; fidiamoci della Comunità, impariamo a correre, a non restare fermi nelle nostre abitudini, a non rinchiuderci nelle nostre paure. Non dimentichiamo il segreto di questa notte, non sprechiamo il segreto di questi giorni. Custodiamolo gelosamente nel cuore e comunichiamolo ovunque il Signore ci invia.

La luce di Cristo risorto, il suo amore e la sua pace siano con tutti noi, ora e sempre. Alleluja, Alleluja, Alleluja.

Intenzioni di preghiera

  • Ti preghiamo o Signore, tu che nella Resurrezione dissolvi ogni paura e rendi possibile ciò che il nostro cuore spesso non ha saputo sperare, fa’ che sappiamo ricevere la vita nuova che sorge dal tuo sepolcro e che questa Pasqua segni per ciascuno di noi un nuovo battesimo nell’amore.
  • O Signore di ogni consolazione in questa notte di esultanza noi ti preghiamo, dona ad ogni uomo la forza liberatrice della Pasqua, perché nessuno resti prigioniero del peccato, della morte, della tristezza ma tutti gustino la gioia della redenzione.
  • O Signore noi ti preghiamo per il Papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per la tua santa Chiesa perché sia comunità pasquale e annunci al mondo la buona notizia della salvezza.
  • Ti preghiamo o Signore tu che con la tua morte hai vinto la morte e con la tua Resurrezione ci doni la vita, ascolta la nostra preghiera per il mondo intero, per la pace tra i popoli, per la prosperità di tutte le terre, perché il male sia vinto e la violenza non domini più sugli uomini.
  • Ti preghiamo o Signore rafforza la fede di questa tua famiglia perché possa vivere il tuo amore senza limiti ora e nei giorni che verranno, testimoniando a tutti che tu, il Risorto, sei la speranza di un mondo nuovo e pacificato.