parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 18/04/10

3ª Domenica di Pasqua/C
   

Letture: Atti 5,27-32.40-41; Salmo 29;  Apocalisse 5,11-14; Giovanni 21, 1-19.

 


"Portate un pò del pesce
che avete preso ora"

Dal Vangelo di Giovanni capitolo 21 versetti da 1 a 19

1Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: 2si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. 3Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.

4Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». 6Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. 7Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare.

8Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.

9Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. 10Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». 11Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. 12Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. 13Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. 14Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

15Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore».

17Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. 18In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». 19Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

LA DOMANDA CHE CI PONE IL SIGNORE:
MI VUOI BENE?

Gesù si manifesta ancora ai discepoli

I discepoli hanno già incontrato altre due volte Gesù che si è manifestato loro dopo i giorni della sua passione e morte: la sera di Pasqua, dopo che al mattino si è manifestato alle donne andate al sepolcro; e la seconda volta otto giorni dopo, quando c’è anche Tommaso con loro. Gesù non ha smesso di manifestare il suo amore per loro, anzi ha affidato loro il compito di continuare quanto egli aveva cominciato a compiere: “Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi”; e comunica loro la forza del suo Spirito.

L’episodio della pagina evangelica di oggi ci fa incontrare i discepoli che stanno insieme: l’esperienza che hanno vissuto col Signore ha creato dei legami particolari fra di loro, c’è qualcosa di molto profondo che li tiene uniti, anche se forse non ne comprendono ancora del tutto la portata.

Stare insieme, ma sempre insieme al Signore

Stanno insieme ma ritornano al lavoro di sempre, sembra quasi la fine di un sogno che avevano coltivato stando col Signore; ora vanno insieme a pescare, ma dopo tutta una notte si trovano a mani vuote. E quando ritornano a riva, sono stanchi, forse anche un po’ avviliti, quando li vede quell’uomo che li attende, che è Gesù, ma che non riconoscono.

Pensiamo alla esperienza di tanti uomini e donne che si trovano dinanzi a fallimenti, insoddisfazioni e delusioni dopo tanti sforzi fatti. È anche la nostra dinanzi a momenti e periodi in cui i nostri sforzi non hanno approdato a nulla, ci appaiono inutili. L’incontro col Signore ci trova così, con le esperienze che viviamo. E quei discepoli non sanno – come anche noi tante volte – che l’incontro col Signore dà una svolta alla nostra vita, segna l’inizio di un giorno nuovo, di un tempo nuovo.

Senza il Signore non si raccoglie

Perché Gesù si avvicina agli uomini di eri e di oggi, anche quando sono stanchi, a volte delusi; egli non ci lascia soli, si fa accanto a noi e a lui noi possiamo manifestare tutta la nostra povertà e anche impotenza, tutto quello che ci portiamo dentro e che tante volte non sappiamo a chi manifestarlo. A lui possiamo aprire il nostro cuore, e dire tutto; come fanno i discepoli quando Gesù chiede loro del pesce da mangiare: “Figlioli, non avete nulla da mangiare?”. Ed essi devono rispondere: “No”. Il Signore risponde e dà l’indicazione di cercare altrove. Ed essi senza opporre resistenza, anche se sarebbe comprensibile dopo il lavoro della notte, obbediscono. E la pesca è abbondante, miracolosa, inaspettata.

Dinanzi a tutto questo, alla gioia di tutti loro, il discepolo più giovane, quello che Gesù amava – Giovanni – riconosce che la voce di quell’uomo sulla spiaggia è la voce del Signore, una voce tante volte ascoltata ma che pure non avevano riconosciuta poco prima.

L’incontro familiare dei discepoli col Signore, si ripete

E insieme, sulla spiaggia, li vediamo attorno a Gesù che li invita: “venite a mangiare”; e poi prende il pane e il pesce e lo dona loro. È una scena piena di tenerezza, che si ripete per noi nella liturgia. Anche per noi questa è la terza volta dalla Pasqua che il Signore ci raccoglie nel suo amore, ci parla, ci invita a non disperare dinanzi alle sconfitte, alle difficoltà; ci manifesta la sua tenerezza per noi, ci dona il cibo dell’Eucaristia come nostro nutrimento.

Mentre contempliamo questa scena di Gesù con i discepoli sulla riva, pensiamo alla nostra liturgia, a come viverla con stupore, con gratitudine per il suo amore gratuito. È ogni volta che celebriamo la liturgia, le parole e i gesti del Signore ci interrogano, ci pongono tante domande, soprattutto la domanda che Gesù pone a Pietro.

La domanda del Signore a ciascuno: mi vuoi bene?

Gesù non gli fa domande sul suo tradimento, sulle sue incomprensioni o delusioni quando aveva visto che egli si era fatto condannare senza opporre resistenza. Gesù gli chiede una sola cosa. E glielo chiede per tre volte, a voler dire che è una domanda per tutti i giorni della sua vita: “Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?”. Gesù lo interroga sull’amore, se gli vuole bene. Perché l’amore copre una moltitudine di peccati. Ricordiamo le parole che aveva detto a Simone il fariseo, dinanzi alla donna peccatrice che piangeva ai suoi piedi: “sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco” (Lc. 7,47).

E questo è quello che Gesù chiede a noi ogni giorno: se lo amiamo veramente, se veramente gli vogliamo bene. Solo così noi potremo prenderci cura degli altri, solo così diventiamo consapevoli che l’amore del Signore ci fa responsabili dei nostri fratelli, particolarmente di quelli più soli, più deboli; ci fa responsabili del cambiamento di questo mondo, della sua resurrezione, della liberazione dal male.

È questo il frutto che viene da questa Pasqua, da far maturare nell’intimo di ciascuno e moltiplicarlo nella vita degli altri.

Intenzioni di preghiera

  • O Signore che a noi, come a Pietro e agli apostoli, offri la tua amicizia, donaci di risponderti con amore, mentre dopo la Pasqua ci chiami a vivere nel mondo la tua missione.
  • Ti preghiamo o Signore per il Papa Benedetto e per il nostro vescovo Crescenzio; sostienili con il tuo amore perché edifichino con la parola e l’esempio il gregge che hai loro affidato e insieme possiamo gioire della tua Resurrezione.
  • Ti ringraziamo Signore per il dono della Parola e dell’Eucarestia che ci rinnovi ogni domenica nella liturgia: che l’azione del tuo Spirito ci renda migliori, più forti nella fede e saldi nella speranza
  • Al termine di questa settimana ti presentiamo o Signore le invocazioni che lungo questa settimana sono state affidate alla nostra preghiera: in particolare ti preghiamo perché la tua parola forte, efficace, tocchi i cuori e vinca il male là dove colpisce vite innocenti. Proteggi chi è in pericolo, guarisci i malati, solleva i poveri dalla loro miseria, libera i prigionieri, consola i carcerati.
  • Ti preghiamo o Signore ascolta la nostra preghiera per il mondo intero, per la pace tra i popoli, per la prosperità di tutte le terre, perché il male sia vinto e la violenza non domini più sugli uomini.