parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 7/11/10

32ª domenica del tempo Ordinario/C

   

Letture: 2 Maccabei 7,1-2.9-14; Salmo 16; 2Tessalonicesi 2,16 – 3,5; Luca 20, 27-38.

 

resurrezione
Gesù disse:
"Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto".

Dal Vangelo di Luca capitolo 20 versetti da 27 a 38

27Si avvicinarono a Gesù alcuni sadducei - i quali dicono che non c'è risurrezione - e gli posero questa domanda: 28«Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello.

29C'erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. 30Allora la prese il secondo 31e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. 32Da ultimo morì anche la donna. 33La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l'hanno avuta in moglie».

34Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; 35ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: 36infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio.

37Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. 38Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».

Una vita che non finisce, che inizia giÀ da ora

La vita oltre la morte

All’inizio di quest’ultima settimana abbiamo celebrato la festa e la memoria di tutti i santi e di tutti i fedeli defunti, di coloro – cioè – che ci hanno preceduto nel Regno dei cieli. E la liturgia di oggi ci dà occasione di fermarci a riflettere sul mistero della vita oltre la morte, una vita che ci è sconosciuta come esperienza personale già vissuta, ma che oggi la parola del Signore ce la fa intravedere.

Al tempo di Gesù c’era un gruppo di religiosi intellettuali, chiamati sadducei, collaborazionisti col potere dell’imperatore romano, “i quali – come leggiamo nel libro degli Atti (23,8) e come rileviamo chiaramente dall’esempio ridicolo riportato nel brano evangelico, che essi presentano a Gesù – affermano che non c’è resurrezione, né angeli, né spiriti”. Oggi certamente si troverebbero in compagnia di molti che di fatto vivono una dimensione solo materialista e terrena.

Una vita fatta di comunione con Dio e tra noi

Le parole di Gesù che risponde ai sadducei, ci aprono uno squarcio sulla vita dopo la morte, una vita che continua sempre, fatta di comunione con Dio e tra noi, senza dolori, amarezze ed affanni. C’è una profonda diversità tra la vita condotta secondo i comportamenti dei “figli di questo mondo” e quella dei “figli della resurrezione”: non contrapposizioni, scontri, divisioni, conseguenze dei tanti “io” che rivaleggiano, ma armonia e comunione derivante dalla partecipazione piena alla vita stessa di Dio.

Ma questa vita di Dio dei figli della resurrezione viene comunicata già da questa terra a coloro che illuminati e nutriti dalla Parola di Dio, si muovono guidati dal suo Spirito. Inizia, così, già da ora, una vita che è anticipo di quella vita piena che la Scrittura chiama “vita eterna” perché non ha fine.

Una vita nuova che inizia sin da ora

Cominciando a vivere secondo la Parola di Dio vediamo concretizzarsi ogni giorno di più questa vita fatta di amore, che si allarga ad orizzonti senza confini. La visione angusta del mio “io” viene liberata, superata e trasformata da una catena di nuovi rapporti, nuovi incontri, nuovi legami che si intrecciano non secondo le regole del proprio utilitarismo ed egoismo, ma secondo la libertà dell’amore senza confini, un amore che gratuitamente si diffonde in ogni direzione.

Chi ascolta la Parola di Dio e la mette in pratica incomincia a sperimentare una vita che è una primizia di quella che continua dopo la morte, possiamo dire un anticipo del paradiso. È la realtà della famiglia di Dio, della comunità dei credenti, realtà di amore, fatta di tanti piccoli segni, gesti, azioni, che si diffonde in mezzo agli uomini e cresce e fermenta in mezzo agli uomini, come il lievito nella pasta.

È possibile vivere in pace

La Parola di Dio, il Vangelo, seminata nel cuore di ciascuno, dà inizio a quella fermentazione che poco a poco ci trasforma, fa crescere in noi quei sentimenti di amicizia, solidarietà che rimanevano soffocati dalla prepotenza dell’io. Diventiamo come una nuova pasta profumata, nuove creature che suscitano simpatia e avvicinano tanti altri a questa famiglia del Signore.

La comunità dei discepoli è un segno di unità in mezzo agli uomini; con la sua presenza afferma che è possibile vivere in pace, è possibile vivere insieme, è possibile sconfiggere i contrasti, le paure, le separazioni.

La Parola del Signore seminata in noi, nei nostri quartieri e nelle nostre città, vuole continuare a crescere, a produrre frutti; misurandoci col dolore di tanti, portandoci dentro i tanti dolori del mondo, chinandoci su coloro che soffrono, cresce l’amore per la vita, cresce e si moltiplica la capacità di ridare vita e speranza a coloro che l’hanno perduta.

“La Parola del Signore corra e sia glorificata”

In questo nostro tempo si crede poco a un Dio che parla a tutti. Infatti l’apostolo Paolo, scrivendo alla comunità di Tessalonica afferma: “la fede, infatti, non è di tutti”. Ma, proprio per questo, noi che ascoltiamo la Parola di Dio, dobbiamo comunicarla largamente, diffonderla a piene mani, “la Parola del Signore corra e sia glorificata – continua ancora l’apostolo – “e veniamo liberati dagli uomini corrotti e malvagi”.

Questo è possibile indirizzando i nostri cuori all’amore di Dio, imparando da lui la pazienza che è un frutto dell’amore, la mitezza e l’umiltà del Signore Gesù. Tutto questo è iniziare a vivere sin da ora la vita eterna, la vita che non finisce.

Intenzioni di preghiera

  • O Signore, tu che sei fonte di gioia e di pace per quanti credono e sperano in te, rendici forti nell’amore, perseveranti nella fede, uniti a te nella speranza attraverso opere di giustizia, di amore e di pace.
  • Ti preghiamo, o Signore, per la nostra Comunità, perché non ceda alla tentazione della paura ma comunichi nella gioia il tuo Vangelo di resurrezione. Proteggila dal male e benedici i frutti del suo lavoro.
  • Ti preghiamo, o Signore, per il Papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per la Santa Chiesa che crede, soffre e spera in ogni parte del mondo, perché sia fortificata dallo Spirito e sappia renderti testimonianza.
  • O Signore, accogli le invocazioni che ti presentiamo e che lungo questa settimana ci sono state affidate: ti preghiamo di allontanare la guerra e ogni violenza dal nostro mondo. Fa’ che coloro che governano le nazioni, sentano la responsabilità di perseguire il bene comune e di cercare la pace.
  • Ti preghiamo, o Signore, per chi è carcerato, per chi è prigioniero, per chi è ridotto in schiavitù, per chi è condannato a morte: perché tutti trovino la loro liberazione e la salvezza.