parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 17/10/10

29ª domenica del tempo Ordinario/C

   

Letture: Esodo 17, 8-13; salmo 120; 2Timoteo 3,14 - 4,2; Luca 18, 1-8.

Memoria di sant’Ignazio, vescovo di Antiochia. Condannato a morte, fu condotto a Roma dove morì martire (+107).


Una vedova andava dal giudice e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario.

Dal Vangelo di Luca capitolo 18 versetti da 1 a 8

1 Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:

2«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. 3In quella città c'era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: «Fammi giustizia contro il mio avversario».

4Per un po' di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: «Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, 5dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi»».

6E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. 7E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo?

8Io vi dico che farà loro giustizia prontamente.

Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

la preghiera E' come l'aria: non si vive senza

Abbiamo bisogno di Dio

Viviamo in un tempo, specialmente nelle nostre società occidentali, nel quale vediamo ridursi lo spazio del silenzio, della meditazione, della preghiera. L’attivismo ha finito per riempire le nostre giornate, lasciando spazio allo svago e al riposo. La preghiera è diventata la Cenerentola nelle nostre giornate e non sono pochi quelli che l’hanno del tutto eliminata.

È un atteggiamento di autosufficienza, ingannevole, che nei momenti di debolezza ci rivela tutta la sua infondatezza. Le conseguenze negative le vediamo già nel comportamento dei nostri progenitori, Adamo ed Eva, quando decidono di vivere in autonomia da Dio: scoprono subito la loro debolezza e dalla comunione passano alla contrapposizione, alla divisione.

La preghiera può sconfiggere il male

Le pagine che la Scrittura ci propone oggi ci fanno comprendere quanto sia stolta e dannosa la scelta di una vita senza la preghiera. Anche oggi c’è il male che nel libro dell’Esodo è rappresentato dalla figura di Amalek, colui vuole distruggere Israele. E da soli, con le nostre sole forze, il male non si riesce a sconfiggerlo. L’immagine di Mosè con le braccia alzate verso Dio è l’immagine della preghiera che rende forti per sconfiggere il male.

Le notizie di violenza che ci vengono anche dalle cronache di questi giorni, la memoria celebrata ieri, della deportazione nel campo di concentramento di Auschwitz di oltre 1000 ebrei, il 16 ottobre 1943, durante l’occupazione nazista di Roma, le guerre in atto in tante parti del mondo, ci dicono quanto, ancora oggi, siano operanti le forze del male.

La preghiera che sale verso Dio ritorna benefica su questo mondo

Chi fa spazio nelle sue giornate alla preghiera, con l’aiuto dei salmi, meditando le parole della Scrittura, sperimenta la forza che riceviamo e che non ci fa complici del male, rassegnati di fronte alla violenza. Siamo noi per primi che veniamo disarmati interiormente dallo spirito del male. E la preghiera comune, che si leva verso il Signore da tante parti del mondo, fa scendere una pioggia benefica che può disarmare le mani dei violenti, sciogliere la durezza di tanti cuori.

La fedeltà nella preghiera, l’insistenza come quella della vedova del Vangelo, rendono possibile quello che sembrava impossibile. Nel corso di questi anni abbiamo toccato con mano l’efficacia della preghiera. Quante storie di pacificazione di persone e di popoli, quanti cambiamenti nel cuore di uomini e donne, quante storie di riconciliazione, di capi religiosi che prima erano distanti, contrapposti, diffidenti gli uni verso gli altri e ora si incontrano con gioia.

La preghiera ci cambia il cuore

L’immagine bella degli incontri di pace di capi religiosi, che si incontrano, dialogano, si ascoltano gli uni gli altri, si accolgono vicendevolmente – penso all’ultimo incontro di Barcellona appena qualche settimana addietro – è frutto di un lavoro paziente di tessitura di rapporti negli anni, ma soprattutto è frutto di una preghiera insistente perché venga la pace, perché coloro che sono emarginati vengano accolti, perché nessuno venga lasciato solo, perché dalla guerra si passi alla pace.

La preghiera rende migliori ciascuno di noi e rende migliore il mondo. Mentre preghiamo per la pace nel mondo, anche il nostro cuore viene purificato da ogni sentimento di rancore, liberato da ogni radice di inimicizia; mentre preghiamo per i poveri, i malati, gli stranieri, impariamo a posare il nostro sguardo su di loro, impariamo a farci loro vicini e ad accoglierli.

La preghiera è un filo rosso che ci unisce a Dio, una corrente ascendente di suppliche e invocazioni che ritorna su di noi e ci comunica lo Spirito di Dio, ci fortifica, ci rende alleati di Dio che operano per il bene di questo mondo. La preghiera salva il mondo.

La preghiera di Gesù

Molte volte i Vangeli ci parlano della preghiera di Gesù: spesso al termine di una giornata piena di incontri con malati, poveri, con le folle; a volte passava la notte in preghiera e quando era molto stanco si alzava al mattino molto presto per pregare.

Più volte i Vangeli dicono: “salì sul monte, in disparte, a pregare” (Mt.14,23), “in quei giorni egli se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio” (Lc.6,12). La liturgia è il monte sul quale noi saliamo a pregare, la preghiera serale ci innalza verso Dio e ci fa guardare agli uomini con tenerezza, con compassione, come avveniva per Gesù che guardava le folle.

Pregando, impariamo a pregare

La preghiera ci fa rientrare in noi stessi, ci insegna a perdonare, ci insegna ad amare, a comprendere ed aiutare. Se non sappiamo come pregare, preghiamo ugualmente perché – come scrive Paolo nella lettera ai Romani (8,26-27) – “anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito”.

La preghiera è come l’aria di cui abbiamo bisogno per respirare. La preghiera ci fa vivere non in maniera qualsiasi, ma come figli di Dio e come fratelli, che operano per rendere migliore questo mondo. Preghiamo senza stancarci, non cessiamo di pregare per la nostra comunità, per ogni comunità per piccola che sia, che vive in tante parti del mondo.

Intenzioni di preghiera

  • O Dio, che per le mani alzate del tuo servo Mosè hai dato vittoria al tuo popolo, guarda oggi questi tuoi servi riuniti in preghiera e ascoltali mentre ti invocano perché venga sconfitto ogni male, ogni odio, ogni divisione e regni la pace tra i popoli.
  • Ti preghiamo, o Signore, per il papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per tutti i vescovi riuniti a Roma per il Sinodo del Medio Oriente. Che il tuo Spirito soccorra le Chiese che lì vivono in condizioni difficili e tormentate, affinché possano testimoniare il Vangelo e cooperare alla crescita della pace e della giustizia.
  • Signore, dopo aver ricordato la deportazione degli ebrei romani durante la seconda guerra mondiale, noi ti preghiamo perché mai più il disprezzo e l’odio razziale possano aver ragione sulla vita di tanti uomini e di tante donne. Tu che hai dato la vita per vincere il male, purifica il cuore degli uomini da ogni divisione e aiutaci ad estirpare dalla nostra vita ogni radice di inimicizia.
  • O Signore, che nella preghiera ci riveli una forza incredibile per cambiare il mondo, accogli le invocazioni che questa settimana sono state affidate alla nostra preghiera: Tu che sei vicino a chi ha il cuore ferito, riscatta la vita di chi si affida a te; proteggi i poveri, i malati, gli anziani.
  • Signore, guarda dall’alto della tua misericordia e trasforma il cuore e la mente di chi cerca ostinatamente il male. Che la tua pace scenda su questo mondo ferito dalla violenza, dalla guerra e dalla divisione tra i popoli.