parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 03/10/10

27ª domenica del tempo Ordinario/C

   

Letture: Abacuc 1,2-3; 2,2-4; Salmo 94; 2 Timoteo 1,6-8.13-14; Luca 17,5-10

 


Aumenta la nostra fede

Dal Vangelo di Luca capitolo 17 versetti da 5 a 10

5Gli apostoli dissero al Signore: 6«Aumenta la nostra fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe.

7Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà quando rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola?

8Non gli dirà piuttosto: Preparami da mangiare, rimboccati la veste e servimi, finché io abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai anche tu?

9Si riterrà obbligato verso il suo servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?

10Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare».

beati coloro che ascoltano la parola di dio e la mettono in pratica

 

“Fino a quando, Signore, implorerò aiuto e non ascolti, a te alzerò il grido: ‘Violenza!’ e non salvi? Perché mi fai vedere l’iniquità e resti spettatore dell’oppressione? Ho davanti a me rapina e violenza e ci sono liti e si muovono contese”: sono le parole iniziali del dialogo tra il profeta Abacuc e Dio (vv. 2-3).

Non sappiamo nulla di questo profeta. Si presenta lui stesso come un freddo scettico che, nel suo abituale dialogo con Dio nel tempio, ha l’ardire di chiedergli certi conti, di farsi spiegare il comportamento dell’Altissimo quando castiga un malvagio con un malvagio peggiore (il malvagio per il profeta è l’impero Assiro, il peggiore sarebbe l’impero neobabilonese).

La situazione che sta davanti agli occhi del profeta è segnata da disgrazie, dolori, violenze, lotte, contese; e Dio sembra non rendersene conto, come se fosse impotente o distratto. Eppure si tratta del suo popolo che sta vivendo un’amara schiavitù! Il profeta si domanda “fino a quando” durerà questa situazione. E se Dio risponde che castigherà il malvagio attraverso un altro peggiore, il profeta chiede “perché”; non si instaurerebbe in tal modo una catena cruenta che pone un popolo contro un altro popolo? Il profeta sembra sfidare Dio perché gli dia una risposta; egli starà come vedetta e sentinella al suo posto sino a che Dio non risponderà.

La risposta viene. Dio parla al profeta e, attraverso di lui, a tutti gli uomini: “Scrivi la visione e incidila bene sulle tavolette, perché la si legga speditamente. È una visione che attesta un termine...; se indugia, attendila, perché certo verrà e non tarderà” (2,2-3). “Ecco, - continua il testo - soccombe colui che non ha l’animo retto, mentre il giusto vivrà per la sua fede” (v. 4), ossia salverà la sua vita mediante la fiducia in Dio. Negli interrogativi del profeta Abacuc si addensano i tanti interrogativi di questi tempi, in particolare quelli relativi alla situazione di paesi vicini al nostro e degli altri numerosi paesi del grande mondo dei poveri.

Il profeta dice che soccomberà chi non ha l’animo retto, mentre il giusto vivrà per la sua fede. Di fronte a quanto sta accadendo, ogni credente è chiamato a riscoprire con urgenza la radicalità della propria fede. Non siamo qui nel campo delle scelte particolari e parziali, soggette al vaglio del giudizio storico del momento. E in gioco il senso profondo della vita e delle scelte personali, sociali e anche politiche. Se si vuole, è in gioco la ragione che presiede le singole scelte concrete, strettamente legata al dono della fede.

L’apostolo Paolo ricorda a Timoteo (è la seconda lettura) di “ravvivare il dono” che gli è stato dato; e aggiunge che il dono non è “uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza” (2 Tm 1,7). Paolo delinea così l’uomo di fede, la scelta di colui che vuol vivere guardando anzitutto il Signore. L’uomo di fede non è timido o vergognoso; è saldo e coraggioso nella testimonianza, come lo stesso Paolo scrive a Timoteo.

Il Vangelo di Luca si apre con la preghiera degli apostoli aGesù: “Accresci in noi la fede!”. È forse la preghiera che tutti dovremmo fare in questi tempi. Ci sentiremo rispondere da Gesù: “Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: ‘Sràdicati e vai a piantarti nel marè, ed esso vi obbedirebbe” (v. 6). Non c’è bisogno di una grande fede, sembra dire Gesù. Basta una fede piccola, ma che sia fede, ossia fiducia in Dio più che in qualsiasi altra cosa (carriera, denaro, partito, clan, se stessi). Di questa fede ne basta “un granellino” ; essa è capace di spostare anche le montagne.

La verifica è indicata nella frase finale del brano evangelico: “Quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: ‘Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo farè” (v. 10). Il discepolo è chiamato a fare il proprio dovere sino in fondo e al termine dire: “Siamo servi inutili”. Per noi, abituati a rivendicare meriti e riconoscimenti, queste parole suonano davvero strane.

Eppure anche da esse può fondarsi la fiducia in un nuovo futuro.

Intenzioni di preghiera

  • O Signore ascolta la preghiera di questi tuoi figli che oggi chiami a partecipare alla tua mensa: donaci di vivere sempre la gioiosa fatica di servire il tuo Vangelo con umiltà e coraggio, affidandoci sempre a te e al tuo disegno di salvezza. Signore accresci la nostra fede!
  • O Signore che davanti al male del mondo ci inviti nella fede a non smettere mai di sperare e di attendere la tua pace, concedici con l’aiuto del tuo Spirito di mettere tutte le nostre forze, senza timore, a servizio del tuo regno. Benedici l’impegno di tutti i credenti che in questi giorni a Barcellona si incontrano per invocare la pace.
  • O Signore noi ti preghiamo per il papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per tutta la tua santa Chiesa perché sempre con spirito d’amore e di saggezza custodisca e trasmetta il buon deposito della fede.
  • O Signore ascolta le invocazioni che ti presentiamo e che sono state affidate alla nostra preghiera: noi, ad una sola voce ti chiediamo di disarmare i disegni dei violenti. Fa risorgere il mondo intero perché l’odio, la violenza, il terrorismo, la guerra non incombano più sul suo destino.
  • O Signore che con l’amore hai vinto il male, aiutaci a vivere tutti in modo disarmato, mite, ospitale. Fa che - come San Francesco, tuo umile servo, che ricorderemo nei prossimi giorni - sappiamo spogliarci di ogni orgoglio per essere uomini e donne di pace, appassionati al sogno del tuo Vangelo di un amore senza confini.