s

parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 05/09/10

23ª domenica del tempo Ordinario/C

   

Letture: Sapienza 9, 13-18; Salmo 89, 3-6.12-14.17; Filemone 9-10.12-17; Luca 14, 25-33

 


"Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, non può esssere mio discepolo"

Dl Vangelo di Luca capitolo 14 versetti da 25 a 33

25In quel tempo, una folla numerosa andava con lui. Egli si voltò e disse loro: 26«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.

27Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.

28Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? 29Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, 30dicendo: «Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro».

31Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila?

32Se no, mentre l'altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
33Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.

seguire gesu' significa rivoluzionare la scala dei propri affetti mettendo lui al primo posto

Seguire Gesù è qualcosa di molto serio

Anche oggi siamo messi dinanzi a questa pagina del Vangelo che è un invito per tutti noi a riflettere sul nostro rapporto con Gesù e su quello che egli ci chiede.

Conosciamo tutti la situazione religiosa del nostro paese: in certe occasioni le chiese sono piene, a volte stracolme, ma negli appuntamenti che scandiscono l’anno liturgico la partecipazione scende di molto. Molti sono quelli che entrano in chiesa solo nei momenti di celebrazione di una festa o di un evento doloroso, come la festa di matrimonio, della prima comunione o per la morte di una persona amica.

Il vangelo di oggi ci vuole aiutare a comprendere che seguire Gesù è qualcosa di serio, di molto serio. Ma – come scrive l’apostolo Paolo al suo caro amico Filemone – il Signore non vuole che nulla sia fatto per forza, vuole che la nostra risposta a lui sia sempre una scelta libera e volontaria.

Rivoluzionare le priorità della nostra vita

Il Vangelo di oggi parla direttamente a noi, che viviamo una condizione simile a quella descritta nella pagina odierna: una numerosa folla andava con Gesù, ma egli chiede di riflettere su che cosa significa andare con lui.

Gesù si volta verso quella folla e si volta anche verso di noi e dice:
“Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo”.

Ci sono delle priorità nella nostra vita che regolano le nostre giornate, i nostri pensieri e le nostre scelte. Ci sono i nostri affetti, gli impegni del lavoro, le responsabilità di ciascuno, secondo una scala di importanza. Gesù ci dice che chi vuole seguirlo, chi vuole essere veramente suo discepolo, deve porre l’amore per lui con le conseguenti scelte concrete, prima di ogni altro affetto, fossero anche quelli più cari, come quello per il padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita.

Riflettere con cura e valutare le proprie scelte

Questo ci dice chiaramente che la scelta di seguire Gesù è qualcosa di molto serio, non è una cosa fra le altre. E i due esempi che Gesù porta presi dalla vita quotidiana, vogliono sottolineare proprio la serietà di questo impegno, la necessità di riflettere con cura e valutare le proprie scelte. L’uomo che vuole costruire un fabbricato, calcola con cura se le sue disponibilità finanziarie sono sufficienti per realizzare l’impresa; così pure un re, prima di fare una guerra, valuta se con le sue forze potrà sconfiggere il nemico, altrimenti negozia le condizioni di pace prima che sia troppo tardi.

“Andare dietro a Gesù” vuol dire partecipare al suo destino, essere una cosa sola con lui. Non è qualcosa da prendere alla leggera. Seguire Gesù significa creare nuovi comportamenti di vita, far nascere rapporti nuovi e far rinascere su base nuova anche i rapporti familiari. Chi volesse amare Gesù alla pari di altri affetti, non amerà in modo serio nessuno dei due.

Seguendo il Signore conosciamo ciò che è veramente buono per noi e per il mondo

La scelta per Gesù è qualcosa che diventa la radice, l’origine di ogni altro rapporto. Anche se queste parole ci possono apparire troppo severe, esigenti, in realtà ci aprono ad una dimensione nuova della vita, ad un modo nuovo e più profondo di amare, di prendersi cura che trasforma e rendi più larghi e più belli tutti i nostri rapporti e ne crea di nuovi. E libera il nostro io dalla prigionia di noi stessi, che non ci fa respirare col respiro largo del cuore di Dio, ma ci appesantisce e ci fa vivere ripiegati.

Il Vangelo e tutta la Bibbia ci comunicano una sapienza di vita che viene dallo Spirito di Dio che scende su di noi. E così veniamo ammaestrati, istruiti per conoscere quello che è veramente buono per noi e per questo mondo, così bisognoso di giustizia e di pace.

Siamo grati al Signore per queste parole che ci permettono di entrare nella vita di Dio, di vedere trasformata, trasfigurata la nostra vita e di conoscere che cosa desidera da noi il Signore e di poter fare la sua volontà

Intenzioni di preghiera

  • O Signore, che hai esortato i tuoi discepoli a portare ogni giorno la propria croce, aiutaci, uniti a Te, a vivere la radicalità evangelica e a cambiare il mondo, cominciando a convertire il nostro cuore e donaci la sapienza del tuo Spirito.
  • Ti preghiamo, o Signore, per il Papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per tutta la Santa Chiesa, perché si riveli franca e coraggiosa nell'annunciare a tutti la Parola che chiama alla conversione e che salva.
  • Ti preghiamo o Signore per la nostra Comunità. Accompagnala nel suo servizio in ogni parte del mondo, benedici i frutti del suo lavoro e proteggila da ogni male. Fa' che ogni giorno sappia scegliere la via impegnativa del bene, per resistere al male nella compassione, nell'amicizia e nella solidarietà con chi soffre.
  • Ti presentiamo o Signore le invocazioni che lungo questa settimana sono state affidate alla nostra preghiera: tu che ascolti il lamento di ogni uomo che soffre e non sei indifferente al dolore e al pianto, asciuga le lacrime dei poveri, dei malati, dei carcerati di chi è solo e senza speranza.
  • Ti preghiamo o Signore per l'Africa e per i paesi più poveri della terra: perché non siano più abbandonati ai loro problemi e alla loro miseria. Veglia in queste ore sul Mozambico.