parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 01/08/10

18ª domenica del tempo Ordinario/C

   

Letture: Qolet 1,2; 2,21-23; Salmo 89; Colossesi 3,1-5.9-11; Luca 12,13-21

 


"Fate attenzione e tenetevi lontano
da ogni cupidigia"

Dal Vangelo di Luca capitolo 12 versetti da 13 a 21

13Uno della folla gli disse: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità».

14Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».

15E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».

16Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. 17Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? 18Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni.

19Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”.

20Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”.

21Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».

i poveri: La vera nostra ricchezza

 

In queste domeniche, che man mano hanno visto non pochi di noi uscire dalle città per le vacanze, il Vangelo di Luca, settimanalmente, ci ha come coinvolti dentro un altro viaggio, quello di Gesù. Con lui abbiamo attraversato città e villaggi, abbiamo visto l’elogio del centurione pagano che con passione prega per la guarigione del suo servo (non si tratta del figlio o di un familiare, ma - è qui la consolante stranezza – di un servo!); subito dopo ci è apparsa la compassione di Gesù per la vedova che portava al cimitero il suo unico figlio e glielo restituisce vivo. E poi la lode dell’amore di quella nota prostituta che non cessa di baciare e profumare i piedi di Gesù, con grande scandalo di tutti.

Viene quindi il momento nel quale Gesù confida ai suoi amici che sarà messo a morte, ma risorgerà. È l’orizzonte finale presente già all’inizio del suo cammino verso Gerusalemme. Un orizzonte segnato dal dramma: ma Gesù non fugge. Sentiamo anzi l’evangelista dire che “si diresse decisamente” verso la città santa. È il cammino indicato ad ogni discepolo: un cammino di pace, ma anche di lotta; una strada ove sconfiggere la solitudine, ove soccorrere chi è lasciato mezzo morto lungo la strada, ove fermarsi come Maria, la sorella di Marta e di Lazzaro, ai piedi di Gesù.

Ma egli ci rende partecipi della sua figliolanza al punto da sconvolgere la tradizione di pietà ebraica e ci fa chiamare Dio con il nome di Padre. È bene ripercorrere, seppure con brevissimi cenni, i brani evangelici proposti in queste ultime domeniche: fare memoria significa voler bene e comprendere la saggezza che c’è nel seguire Gesù.

Il Vangelo di questa diciottesima domenica ci fa piombare dentro uno dei nodi della vita quotidiana. Si apre con la domanda di due fratelli che chiedono a Gesù di intervenire per una questione di eredità. In effetti quanti parenti, di fronte ai testamenti, si guardano con ostilità, pronti a prevaricare l’uno sull’altro per accaparrarsi la parte migliore!ù

Gesù rifiuta di intervenire a questo livello. Egli non è maestro di spartizioni. Egli interviene sui cuori, non sull’eredità. Per quei due fratelli il vero problema non è nelle cose, ma nei loro cuori pieni di cupidigia.

Gesù, rivolgendosi a tutti, dice: “Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede”. Come dire che la tranquillità non dipende dai beni, anche se consistenti. Gesù non vuole disprezzare i beni della terra; sa bene quanto sono utili.

Ma chi poggia la ricerca della felicità solo su di essi, sbaglia di grosso; investe falsamente. La parabola che segue ne è l’illustrazione. Il protagonista è un ricco proprietario al quale gli affari sono andati benissimo. Deve persino costruire altri fabbricati per mettervi l’ingente raccolto. Il problema non è nella produzione della ricchezza, ovviamente, ma nel comportamento del proprietario.

Per lui l’accumulo dei beni per sé - e al massimo per la sua famiglia - equivale alla tranquillità e alla felicità. Ma c’è una stoltezza nei suoi calcoli; ha fatto tutti i conti, ma ha omesso quello più importante, l’ora della morte. Ha pensato ai suoi giorni, ma non all’ultimo. E tutti sappiamo bene che con la morte non ci porteremo nulla dietro, se non l’amore e il bene che abbiamo fatto.

Dice l’apostolo Paolo, nella lettera ai Colossesi: “rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra” (3,2). Le cose di lassù non sono quelle astratte, sono l’amore e le opere buone che facciamo sulla terra.

Queste sono le vere ricchezze che non saranno né consumate né toccate. I beni della terra possono essere utili per il cielo se sono sottomessi all’amore e alla compassione. Se i nostri beni sono a disposizione dei poveri e dei deboli, essi diventeranno ricchezza vera per il cielo.

Si potrebbe dire che dare i beni ai poveri significa metterli in banca al massimo d’interesse. Chi accumula, non per sé ma per gli altri, arricchisce davanti a Dio, assicura Gesù.

Nel nostro mondo, ove accumulare per sé sembra divenuta l’unica vera regola di vita, questo Vangelo suona di scandalo. In verità è la via più saggia per superare divisioni e scontri, e per costruire una vita più solidale e più felice.

Intenzioni di preghiera

  • O Signore, noi ti preghiamo, in questa stagione rinnova in noi l’ascolto della tua Parola. Liberaci dagli affanni e dalle preoccupazioni che non ci permettono di lasciarle portare frutto in noi. Allarga il nostro cuore e la nostra mente perché sempre più arricchiamo davanti a te, prendendoci cura dei nostri fratelli più piccoli e poveri.
  • Ti preghiamo o Signore per il papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per tutta la Santa Chiesa, perché sappia comunicare al mondo il Vangelo della salvezza, nutrendosi ogni giorno della parola del suo Maestro.
  • Ti preghiamo, o Signore, per chi è straniero, per gli immigrati, per i profughi perché possano trovare sostegno e solidarietà attraverso frateeli che offrano loro aiuto e amicizia.
  • O Signore, noi ti presentiamo le invocazioni che sono state affidate, alla nostra preghiera: ti preghiamo particolarmente per coloro che sono malati e che cercano la guarigione: liberali dal male, dona loro la tua salvezza.
  • Ti preghiamo, o Signore, per chi in questo periodo estivo è più solo, per gli anziani, per i carcerati, per i poveri. Veglia sulla loro vita e fa’ che tutti trovino conforto e consolazione.