parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 18/07/10

16ª domenica del tempo Ordinario/C

   

Letture: Genesi 18,1-10; Salmo 14; Colossesi 1,24-28; Luca 10,38-42.

Memoria di san Sergio di Radonez’, fondatore della Lavra della Ss.ma Trinità, presso Mosca. Ricordo del pastore evangelico Paul Schneider morto nel lager nazista di Buchenwald il 18 luglio 1939.


"Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose"

Dal Vangelo di Luca capitolo 10 versetti da 38 a 42

38Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.

39Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola.

40Marta invece era distolta per i molti servizi.

Allora si fece avanti e disse:

«Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti».

41Ma il Signore le rispose:

«Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, 42ma di una cosa sola c’è bisogno.

Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

la parola di dio, origine e fondamento del servizio
ai poveri ed ai fratelli

Gesù è venuto fra noi per eliminare i muri di inimicizia

Più volte abbiamo sottolineato che Gesù è un itinerante e come tale non ha una propria casa. Egli è come uno straniero che nei vari luoghi dove giunge cerca chi lo accolga.

Ma questo straniero che viene da Dio è portatore di un’altra visione del mondo, di nuovi rapporti fra gli uomini; per questo si è fatto pellegrino; l’apostolo Paolo dice (Fil. 2,7): “svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini”.

Egli è venuto a cercare persone, a runire uomini e donne, a lanciare ponti fra coloro che sono divisi, fra coloro che sono lontani, a creare legami fra chi ha molto e chi non possiede nulla.

E in questo suo pellegrinare il vangelo ci parla di case dove trova persone che lo accolgono: a Cafarnao, la casa di Simone e Andrea; a Betania, villaggio poco distante da Gerusalemme, la casa di Marta e Maria, dove trova riposo e accoglienza quando si reca nella città santa.

Abolire ogni discriminazione e creare nuovi spazi di amicizia

Sono gli spazi di amicizia che Gesù trova, assieme ai discepoli, mentre annuncia il vangelo, cura i malati e accoglie i peccatori. Anche qui notiamo, come in altre pagine del vangelo, la libertà di Gesù di fronte a regole e leggi che discriminavano: mentre è in cammino si reca in casa di due donne, quando la legge ebraica proibiva di comunicare i segreti di Dio alle donne allo stesso modo che ai pagani.

Esse erano escluse dalla lettura della Torah e non potevano prendere parte alle assemblee liturgiche nella sinagoga o nel tempio.

Oggi questi spazi di amicizia sono spazi di vita per chi ha bisogno di accoglienza perché è straniero, perché non ha una casa: è un servizio alla vita per chi fa fatica a vivere.

Non è solo l’aiuto materiale, che pure è necessario, ma soprattutto l’incontro umano, fraterno che risolleva dall’abbattimento, dallo scoraggiamento.

Ogni servizio al fratello e al povero si radica nella Parola di Dio

L’evangelista Luca colloca questo episodio subito dopo la parabola del buon samaritano, quasi a suo completamento. Il comportamento di misericordia, perché sia qualcosa che ci coinvolga pienamente, ha bisogno di fondarsi sull’ascolto attento e meditato della Parola di Dio.

Il servizio di accoglienza, l’aiuto concreto, il lavoro di Marta è necessario. Ma questo non deve mai diventare agitazione, affanno, preoccupazione ansiosa. L’ascolto della parola del Signore apre la mente e il cuore, ci dona pace e forze nuove nello svolgere il nostro servizio di accoglienza e di aiuto.

Abramo, uomo di ascolto e di preghiera

Anche la premura di Abramo nei confronti di quei tre stranieri che arrivano da lui nell’ora più calda del giorno – quando si ha meno voglia di fare qualcosa per gli altri, si ha voglia piuttosto di riposarsi e non fare nulla – questa premura si fonda sul rapporto filiale che Abramo ha con Dio.

Egli viene chiamato l’amico di Dio, perché è pronto all’ascolto quando Dio gli parla e a muoversi secondo le indicazioni che gli vengono dal Signore.

È il Signore che lo visita attraverso quei tre uomini che gli giungono davanti. “Egli alzò gli occhi e vide” – dice il libro della Genesi -; è la Parola del Signore che ci fa alzare gli occhi da noi stessi e guardare in volto coloro che attendono qualcosa da noi.

E ci rende premurosi, ci fa muovere verso di loro con intelligenza e affetto, in maniera molto concreta.

C’è bisogno di un “fare” che nasce dall’ascolto

In una società del fare, come è la nostra, il fare diventa qualcosa di attivistico, tante volte in modo agitato e affannato, troppe volte rivolto a un fare che diventa un fare per noi.

L’immagine di Maria che accoglie Gesù e si mette ad ascoltarlo, pone l’accento proprio sull’accoglienza e sull’ascolto.

E noi viviamo in un tempo in cui c’è molto bisogno di accogliere, di farci vicino e di imparare ad ascoltare.

Possiamo dire che oggi molti sono quelli che parlano e pochi quelli che ascoltano. Spesso si parla al di sopra degli altri, contemporaneamente agli altri e non si riesce ad ascoltare, quindi ad accogliere.

I tanti servizi che nascono dall’ascolto della Parola di Dio

Nella società, nella Chiesa, nella comunità, c’è bisogno del servizio, è qualcosa di necessario.

Nella nostra esperienza di discepoli del Signore pensiamo ai pasti che prepariamo per gli stranieri, per quelli che vivono per strada, ai pranzi di Natale, ai diversi centri di nutrizione che abbiamo in diversi paesi, come in Mozambico – penso a Maputo, la capitale, dove ogni giorno vengono al centro nutrizionale circa mille bambini per il pranzo.

Ma c’è la preghiera, anch’essa spazio quotidiano: possiamo chiamare anche questo spazio “centro nutrizionale”, perché ci nutre interiormente, ci apre all’azione dello Spirito che vuole operare in noi.

E la preghiera quotidiana - quella personale e quella comune - ci ricordano che ogni servizio agli altri si fonda su questo nutrimento di cui abbiamo bisogno ogni giorno.

Servire i fratelli nella gioia e senza affanno

Non è il servizio ciò che Gesù biasima, ma l’affannarsi di Marta, il preoccuparsi in modo ansioso. Se cerchiamo prima l’incontro col Signore, tutto il resto ci sarà dato in più.

E, con la forza dello Spirito che viene in noi e ci muove, troveremo anche tanti altri che si affiancheranno a noi, che verranno ad aiutarci, a sostenerci nel servizio ai poveri, di cui c’è sempre più bisogno.

Intenzioni di preghiera

  • O Signore, noi ti preghiamo, in questa stagione rinnova in noi l’ascolto della tua Parola. Liberaci dagli affanni e dalle preoccupazioni che non ci permettono di lasciarle portare frutto in noi. Allarga il nostro cuore e la nostra mente perché sull’esempio di Maria, la sorella di Marta, sappiamo scegliere la parte migliore che tu ci offri e che nessuno può toglierci.
  • Ti preghiamo o Signore per il papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per tutta la Santa Chiesa, perché sappia comunicare al mondo il Vangelo della salvezza, nutrendosi ogni giorno della parola del suo Maestro.
  • Ti preghiamo, o Signore, per chi è straniero, per gli immigrati, per i profughi perché possano trovare case ospitali come quella di Marta e Maria, e fratelli che offrano loro aiuto e amicizia.
  • O Signore, noi ti presentiamo le invocazioni che sono state affidate, lungo questa settimana, alla nostra preghiera: ti preghiamo particolarmente per coloro che sono malati e che cercano la guarigione: liberali dal male, dona loro la tua salvezza.
  • Ti preghiamo, o Signore, per chi in questo periodo estivo è più solo, per gli anziani, per i carcerati, per i poveri. Veglia sulla loro vita e fa’ che tutti trovino conforto e consolazione.