parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 14/02/10

6ª Domenica Tempo Ordinario/C
   

Letture: Geremia 17, 5-8; Salmo 1; 1 Corinzi 15, 12. 16-20; Luca 6, 17-26.

Memoria dei santi Cirillo e Metodio, padri della Chiesa slava e patroni d'Europa


"Beati voi, poveri, perché vostro è il Regno di Dio"

Dal Vangelo di Luca capitolo 6 versetti da 17 a 26

17Disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, 18che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti.

19Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti. 20Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:

«Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. 21Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete.

22Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. 23Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.

24Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione. 25Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. 26Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti.

DIO AMA I POVERI E NOI SIAMO CHIAMATI A FARE ALTRETTANTO

Vivere per il proprio benessere o vivere per il vangelo

Il brano evangelico di oggi ci riporta la pagina delle beatitudini, che ci indica la via della felicità proposta da Gesù. È una pagina che va in direzione opposta a quella che ci viene indicata tutti i giorni dalle voci del mondo, è la pagina che ci dice quello che sono chiamati a vivere i discepoli di Gesù, coloro che vogliono veramente seguirlo.

In un tempo come il nostro nel quale la maggioranza – almeno nel nostro paese, l’Italia – afferma di essere cristiana, di credere in Dio, ma i suoi comportamenti seguono le indicazioni che vengono dal mondo, seguono la ricerca di un bene solo per sé, in questo tempo c’è più bisogno che mai di persone che scelgono di seguire realmente il Signore vivendo le parole del Vangelo.

Anche oggi c’è tanta gente che cerca il Signore

E questo nucleo di discepoli, pochi o molti che siano, è chiamato a comunicare ai propri contemporanei l’autentico spirito del Vangelo. Oggi come allora sono tanti quelli che vogliono ascoltare le parole del Signore, sentire la sua vicinanza. Anche oggi come ai tempi di Gesù, le persone che cercano il Signore sono tante, sono le più diverse, ma ciò che li unisce è l’attesa di una vita diversa, nuova, migliore di quella che vivono.

È l’esperienza che tanti di noi hanno vissuto durante il tempo del Natale, quando abbiamo visto tanti che hanno cercato di vivere un momento diverso, una esperienza che desse loro pace, gioia, serenità. Sono state persone di tutte le età - giovani, adulti, anziani - che si sono resi disponibili per preparare un banchetto per tanti poveri e farli stare assieme in un giorno in cui sarebbero rimasti soli e tristi.

È bello l’incontro tra poveri e ricchi, tra sani e malati

È l’esperienza anche di tanti giovani di oggi che si avvicinano per accompagnare bambini in difficoltà o visitare i tanti che vivono per strada nella nostra città e portare loro un piccolo aiuto e dare amicizia.

Ed è proprio questo ciò che vuole comunicarci la pagina delle beatitudini. Sono parole rivolte a quei poveri che si avvicinavano a Gesù col desiderio di essere liberati, a quella gente che piangeva, a coloro che erano insultati e rifiutati, a chi chiedeva un gesto per sé, a chi cercava di toccarlo per essere guarito. E sono parole che anche oggi il Signore rivolge a coloro che vivono nell’indigenza.

La beatitudine, cioè la felicità non nasce dalla condizione di miseria o di malattia in cui versavano, ma dal fatto che Dio si occupa di loro, prima che di altri. È l’esperienza di Dio che viene a dare il pane a chi ha fame, a trasformare in gioia il pianto degli afflitti, a cambiare in allegria la tristezza dei disperati.

I poveri sentono più dei ricchi il bisogno di un cambiamento della propria vita

Dio si avvicina a loro non perché i poveri sono buoni – i poveri sono come tutti noi, ci sono i buoni e i cattivi - ma si avvicina perché sono poveri; come fa anche con i malati e i deboli, con i prigionieri e i carcerati. Dio li sceglie come suoi primi amici e su di loro manifesta la sua tenerezza e misericordia.

E i poveri si avvicinano perché essi sentono più dei ricchi, il bisogno di aiuto, di chiedere l’elemosina, di alzare la voce per farsi sentire. I ricchi invece, proprio perché sazi, difficilmente attendono un cambiamento radicale della propria vita, difficilmente sentono i propri limiti e la propria debolezza: anzi, facilmente pensano di non aver bisogno di nessuno.

E quel “guai a voi” che Gesù contrappone al “beati voi” ci fa riflettere; perché anche noi, quando stiamo bene, quando abbiamo il necessario per vivere, facilmente ci sentiamo autosufficienti e per nulla bisognosi, a volte neppure di Dio. E così è facile ripiegarsi su di sé e non sentire di essere e vivere da figli di Dio: ricchi o poveri siamo tutti figli di Dio.

La memoria di Elisa e di tutti quelli che sono morti per strada

Oggi ricordiamo la prima barbona che abbiamo conosciuto, che viveva per strada, alla stazione centrale di Napoli, morta il 17 febbraio 1997, e assieme a lei tutti quelli che negli anni successivi sono morti a causa del freddo o dell’abbandono: donne, uomini, italiani, stranieri, anziani, giovani … E alla solenne liturgia partecipano tanti uomini e donne che vivono per strada che si commuovono al sentire i nomi di ognuno di quelli che vivevano per strada come loro, mentre si accende una candelina per loro.

E mentre noi nella liturgia ci avviciniamo a Dio, i poveri sono contenti perché assieme al Signore sentono la vicinanza anche nostra, come loro fratelli e sorelle: è la gioia di sentire Dio vicino e la nostra compagnia fraterna e affettuosa.

Intenzioni di preghiera

  • O Signore tu che nelle Beatitudini ci riveli il tuo volto e ci indichi una via per essere felici: aiutaci a fare di questo Vangelo la luce per i nostri passi.
  • Ti preghiamo o Signore per il Papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per la Santa Chiesa, perché sia nel mondo segno dell’amore di Dio, gratuito e universale, e sorgente di speranza per l’umanità intera.
  • Ti preghiamo o Signore: disarma gli spiriti violenti e rafforza chi cerca la pace perché gli egoismi, le chiusure, gli interessi di parte cedano il passo alla misericordia e al senso del bene comune e si affermi la pace tra i popoli.
  • O Signore accogli le invocazioni che ti presentiamo e che sono state affidate a noi lungo questa settimana. Fa’che sia sconfitta ogni forma di razzismo e di discriminazione e gli uomini tornino a guardarsi come fratelli, perché tra le nazioni siano superate le barriere e quelle più ricche non dimentichino quelle più povere.
  • Ti preghiamo o Signore per tutti i malati, per gli anziani più fragili, per i non autosufficienti, perché siano sostenuti nella loro debolezza e consolati dal tuo amore.