parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 13/12/09

3a Domenica di Avvento/C
   

Letture: Sofonia 3,14-18a; Salmo: Isaia 12; Filippesi 4,4-7; Luca 3,10-18



"Viene Colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali"

Dal Vangelo di Luca capitolo 3 versetti da 10 a 18

In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».

Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».

Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».

Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».

Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.

prepariamoci con gioia ad accogliere il signore

Il motivo della nostra gioia

È un invito alla gioia quello che risuona nella liturgia di oggi: “Rallegrati, grida di gioia, esulta e acclama con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme”. Ma non è un invito ad una gioia esteriore, superficiale. Il motivo della gioia è la venuta del Salvatore che viene a dare forza, a rinnovare le nostre vite con il suo amore.

Non è l’attesa di qualche piccolo successo per noi, l’aspettativa di un’occasione o di un incontro, ma la venuta di Dio nella nostra vita, nella storia degli uomini. Viviamo in un tempo in cui l’aspettativa che avvenga qualcosa è molto ridotta, non si pensa troppo al futuro e si finisce per girare intorno a sé.

Ma il Signore non si rassegna su di noi. In questo clima che viviamo e respiriamo, la Parola di Dio si rivolge a tutti coloro che non vogliono rimanere piegati da questo clima rassegnato. Che cosa dobbiamo fare per prepararci ad essere rinnovati nell’amore di colui che sta per venire?

Che cosa dobbiamo fare per accogliere il Signore

È la domanda che anche noi ci facciamo, come le folle venute da Giovanni: “Che cosa dobbiamo fare?”. E il Signore ci parla e ci risponde per bocca del Battista:
«Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto … Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato … Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».

È l’invito ad aprire gli occhi e guardare intorno, a distaccarci dalla prigionia del voler avere, del possedere come via per la propria sicurezza; e soprattutto è l’invito ad abbandonare ogni parola di maldicenza, ogni atteggiamento aggressivo, ogni asprezza nei nostri rapporti con le persone. E soprattutto diventare generosi nei confronti dei poveri.

“Ciò che conta non solo nel breve cammino che ci separa dal Natale, ma lungo tutto l’arco della nostra esistenza  - affermava il cardinale Sepe il giorno dell’Immacolata -  è la nostra capacità di farci prossimo, di entrare cioè nella vita delle persone dalla parte di Cristo, sapendo che nel suo nome tutto diventa possibile”. I gesti di solidarietà per preparare un Natale per tanti poveri che sono in attesa, ci dispongono all’incontro col bambino che nasce a Betlemme.

Un bambino che ha il potere di riscaldare i cuori freddi e inariditi

Egli si presenta nella debolezza di un bambino posto in una mangiatoia, ma ha il potere di rinnovare profondamente la nostra vita, di darci i sentimenti suscitati dal suo Spirito, “egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco” – dice Giovanni Battista.

Poniamoci anche noi delle domande in questo tempo, nel quale molti credono che le cose non possano cambiare, che niente si possa fare. Il mondo può cambiare a cominciare da me stesso. Se io comincio ad essere meno aggressivo ed affabile, benevolo, intorno a me ci sarà meno freddezza, meno alterigia e sufficienza.

La nostra è la gioia di chi attende colui che viene a portare giustizia e pace in mezzo agli uomini. Per questo Paolo rinnova anche a noi l’invito: “siate sempre lieti nel Signore, la vostra amabilità sia nota a tutti” perché “il Signore è vicino”.

È importante creare spazi di silenzio in questo tempo per ascoltare e meditare la Parola di Dio

Questa gioia serena, questa affabilità nasce dalla Parola di Dio che ci alimenta, ci nutre. Il tempo dell’Avvento sia un tempo in cui diamo spazio al silenzio, all’incontro con la Parola di Dio ogni giorno, riflettendo su di essa, accogliendo le domande che vengono poste alla nostra vita. E rispondendo in maniera personale, concreta, al Signore che bussa alla porta del nostro cuore.

Agli occhi di Dio la nostra vita, la vita di ciascuno di noi ha un grande valore, anche se siamo piccoli, deboli e peccatori. E una vita che si apre a Dio e che ama i fratelli, può fare moltissimo per gli altri.

Essere fermento di un mondo nuovo

Leghiamo la nostra vita al gemito di tanti, chiediamo al Signore di aprire i nostri occhi, orecchie e cuore perché ci faccia sentire quello che noi non siamo capaci di sentire, i gemiti di dolore di tanti che sono nell’angoscia e nel dolore.

Non si deve avere paura di ricevere domande, di farsi delle domande. Solo chi si interroga sull’amore diventa capace di dare risposta a tanti gemiti, a tante domande che si levano dai luoghi bui e freddi nella nostra città, ma anche da tanti luoghi lontani.

Liberiamoci da ogni aggressività, dal pensar male, dall’acidità che spesso ci accompagnano e viviamo con la consapevolezza di poter essere fermento di un mondo nuovo.

  • Intenzioni di preghiera

  • Ti preghiamo o Signore perché accogliendo la predicazione di Giovanni Battista, in questo tempo di Avvento, sappiamo camminare nella via della conversione.
  • O Signore tu che porti un lieto annuncio fa che il tua venuta in mezzo agli uomini inauguri un tempo nuovo di riconciliazione e di pace per tutta l’umanità e particolarmente per chi soffre, per chi ha il cuore spezzato, per chi vive in guerra.
  • Preghiamo il Signore per il Papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per la Santa Chiesa di Dio perché possa vivere la sua missione di preparare la via a te che vieni con una profezia umile e forte che risuoni nel deserto di questo mondo.
  • O Signore ti presentiamo stasera l’invocazione di tutti coloro che in questa settimana si sono affidati alla nostra preghiera per ottenere il tuo perdono e per conoscere la gioia della conversione. Ti preghiamo ancora per chi cerca consolazione per la propria sofferenza e per tutti i malati.
  • Ti preghiamo o Signore per tutte le nostre comunità perché siano ricolme della gioia che nasce dalla comunione con Te e la testimonino in una vita grata e serena e annuncino la salvezza ai poveri secondo la tua volontà.