parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 04/10/09

27ªDomenica del Tempo Ordinario/B
   
Letture: Genesi 2, 18-24; Salmo 127; Ebrei 2, 9-11; Marco 10, 2-16.
Memoria di san Francesco d’Assisi. Ricordo della dedicazione della "cappellina" di Primavalle, primo luogo di preghiera della Comunità di Sant’Egidio nella periferia di Roma. Il 4 ottobre 1992 veniva firmato a Roma l’accordo di pace che poneva fine alla guerra in Mozambico. Preghiera per tutti gli operatori di pace.


Matrimonio di Maria e Giuseppe

Dal Vangelo di Marco capitolo 10, versetti da 2 a 16

Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».

Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».

A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».

Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.

Dio ci ha creato per vivere in comunione

La vocazione alla quale Dio ci chiama

Questa 27ª domenica del tempo ordinario cade il 4 ottobre, nel giorno in cui ricordiamo Francesco d’Assisi, morto nella notte fra il 3 e il 4 ottobre 1226, circondato dai suoi frati.

Egli che fino all’età di 25 anni aveva condotto una vita come gli altri giovani della sua età, sciupando il suo tempo, correndo dietro vanità e frivolezze, dà una svolta alla sua vita attraverso il Vangelo che egli sceglie di mettere in pratica alla lettera.

La Parola di Dio lo porta a scoprire la vocazione vera dell’uomo, il progetto di Dio sugli uomini e su questo mondo. Francesco ci invita a scoprire anche noi, attraverso il Vangelo la nostra vocazione originaria.

Noi siamo stati creati per vivere in comunione

Quando alcuni farisei si avvicinano a Gesù e per metterlo alla prova gli chiedono “se è lecito ad un marito ripudiare la propria moglie”, egli risponde riportandoli agli inizi della creazione, al progetto originario di Dio sugli uomini: “all’inizio della creazione Dio li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne”.

La nostra vocazione originaria è la comunione; noi siamo chiamati a vivere nella comunione: comunione fra marito e moglie, fra genitori e figli, tra fratelli e sorelle, fra i diversi popoli, fra le diverse religioni, fra gli uomini e la natura: una comunione universale.

La Parola di Dio ci fa uscire dalla confusione delle menti

C’è tanta confusione oggi nelle menti degli uomini. E i comportamenti manifestano questa confusione, conseguenza di una perdita di riferimenti per la propria vita. Per l’uomo della società moderna il benessere, il possedere sono diventate le mete da raggiungere. E per questo si calpestano i diritti degli altri, tante volte si prevarica sugli altri o li si lasciano da parte.

Radicare le nostre vite in Dio, mettendo a base delle nostre scelte la Parola di Dio, ci fa riscoprire la vocazione alla comunione per la quale Dio ci ha creati. Dio è comunione e chi si lascia istruire, illuminare e guidare dalla sua Parola, scopre la gioia di vivere la comunione con tutti, anche con i nemici, con quelli che hanno sbagliato e hanno bisogno di perdono.

Diventare come bambini perché il Signore possa operare in noi

L’invito di Gesù a diventare come i bambini di fronte a Dio è l’invito ad affidarsi a Lui, a mettersi in ascolto di Lui, come un bambino piccolo fa con il padre e la madre: si fa prendere per mano, si fa condurre.

Per diventare come bambini dinanzi al Signore, c’è bisogno di essere umili e miti. E il Signore ci fa percorrere le vie della comunione, dell’incontro con tutti, le vie che portano alla pace.

Nei rapporti con gli altri, a cominciare da quelli in famiglia, c’è bisogno di guardare all’amore infinito di Dio e alla pazienza con cui ci istruisce e ci accompagna. Da lì partire se vogliamo diventare diventiamo capaci di perdonare come egli infinite volte ci perdona, diventare pazienti e comprensivi, affabili con tutti.

Il Vangelo porta pace

Il Vangelo ha reso Francesco un uomo di pace, mite e umile, che ha attirato tanti altri uomini e donne a percorrere la sua stessa via. Perché il Vangelo porta pace, è forza di riconciliazione fra gli uomini e i popoli.

Oggi ricordiamo la pace in Mozambico, firmata a Roma proprio il 4 ottobre 1992, dopo una guerra civile durata 17 anni con oltre un milione di morti. Con la pazienza e l’amicizia è stato possibile far incontrare le due parti in lotta e aiutarli a manifestare il desiderio di pace che c’era in tutti loro. Oggi il Mozambico vive la pace e conosce i frutti della pace, che lentamente fanno progredire le condizioni di vita della popolazione.

Diventare operai della pace nelle nostre città

Dio ci ha creati per vivere in pace, in comunione. Ma senza di Lui tutto diventa più difficile se non impossibile. Il Vangelo preso sul serio ha cambiato profondamente la vita di Francesco che ha fatto opera di pace, lui debole e disarmato, nei confronti di tanti signori del suo tempo.

Il Vangelo accolto e vissuto da noi può fare di ciascuno un uomo e una donna di pace, un operaio della pace dentro il cantiere della pace, dove c’è molto lavoro da fare. Che possa ognuno di noi diventare operatore di pace.

Intenzioni di preghiera

  • O Signore che hai detto : “Non è buono che l’uomo sia solo” e che ci riveli che la vocazione di ogni uomo e di ogni donna è la comunione, concedici di abitare con i fratelli la tua casa per tutti i giorni della nostra vita e di non separarci mai dal tuo amore che dà la vita.
  • Signore perdonaci perché spesso al tuo amore infinito e ai copiosi doni che riceviamo dalla tua grazia rispondiamo con la nostra infedeltà. Liberaci dal male e rendici - sull’esempio di San Francesco - servi appassionati al sogno del tuo Vangelo, umili, lieti, fiduciosi.
  • Ti preghiamo o Signore per il Papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per la Santa Chiesa, luogo di comunione perché sempre sostenga l’amore, la comprensione e l’unità tra i suoi figli.
  • Accogli o Signore le invocazioni che ti presentiamo e che lungo questa settimana sono state affidate alla nostra preghiera. Ti preghiamo per i bambini: perché tutti possano crescere amati e protetti. In particolare ricordati dei bambini di strada che in tante parti del mondo conoscono la violenza, la paura, la solitudine; e insegna a noi ad accogliere ed amare i più piccoli.
  • Signore mentre facciamo memoria della pace in Mozambico conclusa a Roma il 4 Ottobre del 1992, ti ringraziamo perché guidi gli uomini sulle vie della pace e ti preghiamo ancora di proteggere questo paese perché sappia custodire con saggezza e far crescere il dono della pace.