parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 05/07/09

14ªDomenica del Tempo Ordinario/B
   
Letture: Ezechiele 2, 2-5; Salmo 122; 2 Corinzi 12, 7-10; Marco 6, 1-6.
 


Giunto il sabato,
si mise ad insegnare nella sinagoga

Dal Vangelo di Marco capitolo 6, versetti da 1 a 6

1Gesù andò nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.

2Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: “Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? 3Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?”. Ed era per loro motivo di scandalo.

4Ma Gesù disse loro: “Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua”. 5E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. 6E si meravigliava della loro incredulità.

Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.

QUESTO È UN TEMPO PREZIOSO
PER COMUNICARE IL VANGELO

Aperti a un ascolto della Parola che si lascia interrogare

La reazione degli abitanti di Nazaret alla predicazione di Gesù nella sinagoga dove era cresciuto nella conoscenza delle Scritture – una reazione di chi ascolta in modo scontato, senza farsi mettere in discussione, senza precomprensioni – ci fa molto riflettere.

Molti di noi, sin da piccoli hanno ricevuto una educazione cristiana; altri si sono avvicinati in tempi successivi e ormai da anni partecipano alla liturgia, ai momenti di preghiera, alle riflessioni comuni. C’è il pericolo - anche per noi - di ascoltare il Signore, la sua Parola, in modo scontato come coloro che pensano: “questo già lo so, questo già l’ho ascoltato”.

La sua Parola non è mai qualcosa che abbiamo già compreso, non è come un seme che ha già portato pienamente i suoi frutti. Ricordiamo le parole di papa Gregorio Magno più volte citate: “Scriptura crescet cum legente” – “la conoscenza e la comprensione delle Scritture cresce con colui che la legge” – cioè più leggi e mediti le Sacre Scritture e più scopri cose nuove, più la comprendi in maniera sempre più profonda.

Il discepolo è colui che è sempre in ascolto del Signore, imparando sempre cose nuove

Anche il discepolo può diventare come un paesano di Gesù, uno cioè che sta accanto a Lui in maniera routinaria; e anche se si pone domande, lo fa secondo una ottica umana, terrena, secondo parametri delle sue conoscenze; e gli sfugge la dimensione nuova, la conoscenza nuova che viene dallo Spirito. La notazione dell’evangelista che Gesù “non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì” ci fa comprendere che solo un atteggiamento di umile ascolto e di piena fiducia – come quella dei malati, deboli e bisognosi – ci permette di sperimentare la forza che viene dallo Spirito e la gioia di una vita nuova che ci viene donato di vivere.

Tutto quello che il Signore compie nella comunità, nella Chiesa, nella nostra comunità, per mezzo di uomini e donne comuni, viene dall’ascolto umile e fedele della sua Parola, dal muoverci non contando sulle nostre forze e capacità, ma dall’essere strumenti docili all’azione dello Spirito che ci è donato.

Non confidiamo in noi stessi, ma nella forza dello Spirito che viene da Dio

Quando diciamo: “ma io non sono capace, ma ho incontrato difficoltà troppo grandi per me”, oppure “ sono troppo giovane”, “sono troppo avanti negli anni”, “non ho fatto grandi studi” – in realtà parliamo come chi confida in se stesso, nelle sue forze o capacità, nella sua intelligenza e non permette allo Spirito di vivere e operare in lui.

L’apostolo Paolo ha incontrato molte difficoltà nella comunicazione del Vangelo, sia provenienti da lui stesso che dalle difficili situazioni che si è trovato ad affrontare. Ma il Signore gli ha fatto comprendere che non è lui ad operare ma lo Spirito di Dio che agisce in lui. Per questo scrive alla comunità di Corinto:

Il Signore mi ha detto: ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza”.

Sono parole che appaiono paradossali a chi resta in una logica umana, terrena, specialmente quando Paolo arriva ad affermare:

“Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze, … nelle angosce sofferte per Cristo: infatti quando sono debole, è allora che sono forte”.

Chi si apre allo Spirito che viene dall’alto, conosce la verità profonda di queste parole e sa che – come leggiamo nella prima lettera ai Corinzi (1,27-31)

“quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti … perché nessuno possa vantarsi di fronte a Dio … ma chi si vanta, si vanti nel Signore”.

Tanti sono quelli che cercano una “religione pura e senza macchia”

C’è anche un’altra esperienza che molti di noi fanno, su cui riflettere: quante persone che da anni si sono allontanati dalla Chiesa, da una esperienza religiosa, si lasciano toccare il cuore davanti alla Parola del Signore comunicata con semplicità e umiltà, con la sapienza che viene da Dio stesso! Quanti sono colpiti nel vedere che il vangelo diventa vita vissuta, vicinanza e amore nei confronti dei poveri, aiuto e compagnia nella loro vita!
Lasciamo che lo Spirito entri in noi, senza frapporre da parte nostra limiti, ostacoli, lentezze, giustificazioni. La nostra società è diventata sempre più prigioniera del materialismo, chiudendosi nei confronti dei più poveri, degli stranieri, dei tanti paesi del continente africano dove la vita media non arriva ai cinquanta anni.

“Uno spirito entrò in me, mi fece alzare in piedi e io ascoltati colui che mi parlava – dice il profeta Ezechiele – io ti mando a una razza di ribelli, che si sono rivoltati contro di me”.

Proclamiamo con forza la Parola del Vangelo

C’è bisogno di alzarci in piedi, di non rimanere accomodati, prigionieri di noi stessi, ringraziare il Signore che non smette di rivolgerci la sua Parola; una Parola che non è solo per noi, ma per tanti uomini e donne del nostro mondo europeo, che sono continuamente spronati a pensare solo a se stessi. Hanno bisogno di ascoltare parole liberanti da questa prigionia che soffoca la propria umanità, c’è bisogno di comunicare quanto ci è stato donato di conoscere e di vivere.

“Ascoltino o non ascoltino – dice il Signore anche a noi – sapranno almeno che un profeta si trova in mezzo a loro”.

C’è bisogno di profeti, di essere profetici in un mondo vecchio e ripiegato su di sé, c’è bisogno di comunicare con generosità e con gioia la Parola che rigenera, apre a visioni di convivenza pacifica, di accoglienza e sostegno nei confronti di quelli che sono più svantaggiati.

Diamo ai poveri, ascoltiamo la voce dell’Africa, dei Paesi meno sviluppati

Papa Benedetto, in vista del prossimo G8 dei capi di stato e di governo dei paesi più industrializzati, ha scritto una lettera in cui auspica

“la liberazione dei Paesi più poveri dal fardello del debito e lo sradicamento delle cause della povertà estrema nel mondo, ricercando soluzioni adeguate alle problematiche relative al debito e alla vulnerabilità economica dell’Africa e di altri Paesi poveri”.

E aggiungeva:

“Si ascolti pertanto la voce dell’Africa e dei Paesi meno sviluppati economicamente!”.

La gioia di lavorare insieme, nell’amore

Lavoriamo con gioia – una gioia che viene dall’amore -, comunichiamo l’esperienza di umanità che sgorga dal Vangelo vissuto, non cercando il proprio utile – come dice l’apostolo Paolo – ma quello di molti. Questo è un tempo bello per liberare tanti uomini e donne dal razzismo, dall’etnicismo, dalla cultura del vivere per se stessi.

Lavoriamo insieme, con gli altri; e lavoriamo per generare altri che possano anch’essi lavorare per gli altri.

  • Intenzioni di preghiera:
  • Ti ringraziamo o Signore perché sei un Dio fedele e nonostante la durezza dei nostri cuori non smetti di parlare al tuo popolo. Perdonaci per quando abbiamo chiuso il cuore e reso inefficace la tua Parola, guarisci la nostra incredulità e serviti della nostra debolezza per manifestare al mondo la tua potenza rigeneratrice.
  • Ti preghiamo o Signore per la nostra Comunità perché non si lasci intimidire dal male, ma comunichi fiduciosa e con franchezza a tutti gli uomini il tuo Regno. Guidala con il tuo Spirito e fa che quel che sembra impossibile ai nostri occhi si compia come miracolo del tuo amore.
  • Ti preghiamo o Signore per il Papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per tutta la tua Santa Chiesa perché sempre sperimenti la fecondità dei doni e dei carismi che le elargisci e perché guidi gli uomini e le donne a seguirti in questo tempo.
  • Al termine di questa settimana ti presentiamo o Signore le invocazioni che sono state affidate alla nostra preghiera: ti preghiamo per chi in questo periodo estivo è più solo, per gli anziani, per i malati e i carcerati. Veglia sulla loro vita e fa’ che tutti trovino conforto e consolazione.
  • Ti preghiamo o Signore per gli stranieri che vivono nel nostro paese: perché non subiscano discriminazioni ma trovino porte aperte all’ospitalità e all’accoglienza.