parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 05/04/09

Domenica delle Palme/B
   

Letture: Marco 11,1-10; Isaia 50, 4-7;Salmo 21; Filippesi 2, 6-11; Marco 14,1 – 15,47

 

"Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore!"

Dal Vangelo di Marco capitolo 11, versetti da 1 a 10

Quando si avvicinarono a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, mandò due dei suoi discepoli e disse loro: «Andate nel villaggio che vi sta di fronte, e subito entrando in esso troverete un asinello legato, sul quale nessuno è mai salito. Scioglietelo e conducetelo. E se qualcuno vi dirà: Perché fate questo?, rispondete: Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito».

Andarono e trovarono un asinello legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo sciolsero. E alcuni dei presenti però dissero loro: «Che cosa fate, sciogliendo questo asinello?». Ed essi risposero come aveva detto loro il Signore. E li lasciarono fare.

Essi condussero l'asinello da Gesù, e vi gettarono sopra i loro mantelli, ed egli vi montò sopra. E molti stendevano i propri mantelli sulla strada e altri delle fronde, che avevano tagliate dai campi. Quelli poi che andavano innanzi, e quelli che venivano dietro gridavano: «Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il regno che viene, del nostro padre Davide!Osanna nel più alto dei cieli!».

nella passione di gesu' si rivela
il suo amore inconcepibile e immenso

Iniziamo insieme la grande e santa settimana. Una settimana durante la quale concentrarci attorno al Signore. Sono giorni decisivi per la nostra vita, per aprire gli occhi su un amore che il mondo non conosce, perché è immenso, nemmeno immaginabile, gratuito, che sconvolge ogni nostro schema.

Questi giorni che abbiamo davanti sono giorni densi, ci manifestano il desiderio ardente del Signore di stare con noi, di comunicarci il suo amore incompreso, da trasformare le nostre vite, di coinvolgerci nella sua passione per gli uomini.

Viviamo in un mondo diviso, dove la logica del materialismo, del salvare se stessi, divide e lascia soli. Noi vogliamo prendere le distanze da questa mentalità, e vivere questi giorni insieme, attorno al Signore. Insieme qui, nella nostra città, e insieme a tutti i nostri fratelli e sorelle in tanti luoghi dei diversi continenti, radunati come noi e con noi attorno al Signore.

Gesù vuole vivere con i suoi discepoli questi momenti decisivi della sua vita. Sta con loro, mangia con loro, chiede di essere uniti, di non lasciarlo solo. E vediamo che la presunzione e l’orgoglio acceca, non fa comprendere e vedere, fa fuggire dinanzi a quell’uomo che ingiustamente va a morire, avendo sotto la croce solo la madre con alcune donne e un ragazzo.

Per ben tre volte Pietro stolidamente, dinanzi alle parole accorate del Signore sulla sua debolezza e fragilità unitamente a quella degli altri discepoli, reagisce orgogliosamente affermando che mai lo abbandonerà. Come per tre volte lo rinnegherà.

Ma Gesù non smette di dialogare, di spiegare, di aiutare, di preparare ai momenti della passione. Dialoga con loro mentre sta a tavola, anticipando nel pane e nel vino che diventa il suo corpo e il suo sangue, quello che sta per compiersi nelle ore della passione e morte in croce. Parla con loro nell’orto degli Ulivi, chiedendo di vegliare e pregare. Parla anche con quelli che sono venuti ad arrestarlo con spade e bastoni. Il vangelo di Giovanni ci dice che Pietro è colui che al momento dell’arresto tira fuori la spada.

Nella passione e dinanzi a lui crocifisso, lo scandalo per noi e per questo mondo è vedere un uomo mite che rifiuta ogni violenza, che la subisce ma che non smette di amare, non nega la sua identità dinanzi al sommo sacerdote – “Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto? Io lo sono! E vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire con le nubi del cielo” – risponde a Pilato di essere re, subisce gli oltraggi e gli insulti dei soldati e muore in mezzo a due ladroni.

Nel suo cuore non c’è odio ma amore per tutti. È un amore immenso, offerto gratuitamente. Che cosa sono le nostre opere, quel poco che facciamo per gli altri, i nostri piccoli meriti - che a noi appaiono sempre non piccoli – dinanzi al mistero di questo amore?

Viviamo questi giorni con Gesù, lasciamoci interrogare da questo amore che abbiamo compreso ancora tanto poco. Ci troviamo dinanzi ad un amore inconcepibile, scandalo in un mondo dove vige la legge del dare e avere.

I discepoli hanno voluto bene a Gesù. Ma forse il loro amore è qualcosa di sentimentale, di istintivo che poggia sulla fiducia in se stessi, che dinanzi al pericolo ha paura e fugge e lascia il Signore solo. L’amore del Signore si radica nel suo amore al Padre, è lo Spirito Santo che egli dona ai discepoli, qualcosa di immenso che rompe le barriere dei limiti dell’uomo e fa spazio alla gratuità.

Stiamo accanto al Signore, meditiamo le sue parole e i suoi gesti, i suoi dialoghi con i discepoli nelle ore della passione, fermiamoci sui diversi personaggi che si muovono attorno a Gesù, riflettiamo sui comportamenti di ognuno di loro, collochiamoci in questa passione, riconosciamo quali sono i nostri comportamenti e guardiamo al Signore, a come risponde e reagisce.

In lui c’è il segreto per uncambiamento radicale della nostra vita, il segreto di un futuro diverso per questo mondo, per chi è prigioniero, senza speranza nella malattia, nella solitudine, nella povertà più estrema. L’amore di Gesù, un amore inconcepibile, è un amore che libera dalla prigionia di noi stessi, dalla schiavitù e dall’oppressione, è resurrezione per noi e per questo mondo.

Sia questa una Pasqua che ci libera dai nostri limiti, da ogni rassegnazione, ci renda liberi di amare gratuitamente come gratuitamente abbiamo ricevuto.

Intenzioni di preghiera:

  • Signore aiutaci sul tuo esempio ad incontrare e ad aiutare chi è malato, a comprendere il grande bisogno di guarigione e di salvezza che vivono quanti hanno la vita segnata dal dolore. Donaci la tua compassione per consolare e non rassegnarci mai di fronte al male.
  • Signore tu che vieni a liberare ogni uomo dal male, rimetti le nostre colpe, perdona il nostro peccato, rendi la nostra umanità capace di comunicare il Vangelo e insegnaci a custodire il vincolo della fraternità.
  • Ti preghiamo o Signore per il Papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per tutta la Chiesa perché imitandoti sappia prendersi cura dei più deboli e dei malati.
  • Ti preghiamo o Signore accogli le invocazioni che ti presentiamo e che lungo questa settimana sono state a noi affidate. O Gesù, tu che stendi la tua mano per lenire il dolore degli uomini, guarisci tutti i malati. Ricordati in particolare di chi è colpito in Africa dall’AIDS.
  • Ti preghiamo o Signore perché le ferite della guerra, della fame e dell’abbandono di cui soffrono molti paesi possano essere guarite. Fa o Signore che la pace venga presto per ogni popolo e che ciascuno di noi offra il suo cuore e le sue mani per realizzarla specie dove c’è odio e inimicizia.