parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 23/03/08
Pasqua di Resurrezione/A
   

Letture: Atti 10,34.37-43; Salmo 117; Colossesi 3,1-4; Giovanni 20,1-9

 


"Cristo è risorto"

Dal Vangelo di Giovanni capitolo 20, versetti da 1 a 9

Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand’era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. 2 Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: "Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!". 3 Uscì allora Simon Pietro insieme all’altro discepolo, e si recarono al sepolcro.

4 Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. 5 Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. 6 Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, 7 e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte.

8 Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. 9 Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti.

Il signore e' risorto e noi possiamo risorgere
ad una vita nuova e bella con lui

Il sabato è passato; sono finiti i giorni degli uomini. Ecco un nuovo giorno. È vero, inizia in maniera triste, come spesso triste è la nostra vita. È un’alba triste, presso un sepolcro. La tomba di Gesù non è una tomba speciale, è una tomba allineata tra le altre tombe di uomini e di donne. Semmai c’è una tristezza in più: in quella tomba non è finito solo il corpo di un amico, è finita la speranza di un regno nuovo che aveva infiammato quel gruppetto di uomini che Gesù si era portato dietro sin dalla Galilea.

Se il mondo avesse il coraggio di fermarsi presso le tombe! Sentirebbe nel proprio petto come un nodo di angoscia, un senso di paura, di fronte alla morte della speranza, del futuro. I cimiteri? Non solo. Ci sono oggi paesi divenuti come grandi tombe, cimiteri di vittime spesso innocenti, per l’oppressione, la violenza, la guerra. Davanti a questo panorama di morte, molti uomini fuggono, come fecero anche i discepoli di Gesù. Solo tre donne, scrive il Vangelo di Marco, si fermano. La prima, Maria di Magdala, è una donna un po’ strana: è stata guarita da sette demoni. L’altra Maria è la madre di Giacomo. C’è poi Salome. Sono tre povere donne galilee, venute a Gerusalemme dietro a Gesù. Ora, smarrite e sballottate dopo le tristi vicende occorse al loro Maestro, non sanno fare altro che recarsi al sepolcro. All’alba erano già lì, preoccupate per come entrare nel sepolcro.

Una pietra pesante, come sono pesanti le pietre che schiacciano la vita dei deboli, chiudeva il sepolcro. Ma, appena giunte, videro che la pietra era stata rotolata via, e videro un angelo, avvolto in bianche vesti, seduto sulla destra. Ebbero paura, ma l’angelo proclamò il Vangelo della resurrezione: “Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui”.

È la prima Pasqua: ed è per una piccola comunità di tre sole povere donne, straniere e disprezzate. Ancora una volta si compie quello che Gesù aveva detto: “Ai poveri è predicata la buona novella, e beato chi non si scandalizza di me”. È la prima Pasqua. Ma anche se è per tre sole povere donne, non è un fatto privato; è per tutti i discepoli: “Ora andate, e dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea”. Di lì i discepoli avrebbero dovuto annunciare la resurrezione a tutti gli uomini sino ai confini della terra. La resurrezione è un annuncio che scuote l’intera vita degli uomini. La scuote da capo a fondo per ridarle un nuovo volto, rimuove le pietre pesanti che gravano sui cuori degli uomini per renderli liberi, illumina il buio che grava sulla vita per manifestare il chiarore della misericordia. Chi risorge è il crocifisso. Quel morto in croce è ora rivestito della potenza di Dio.

E la croce che appariva come l’impotenza, è diventata la potenza di Dio nel mondo. Piuttosto frequentemente nella tradizione iconografica delle Chiese d’Oriente la croce porta da un lato Gesù crocifisso e dall’altro Gesù risorto. Nelle apparizioni è il crocifisso che appare risorto, per manifestare la forza del suo amore per noi: come era stato crocifisso per noi, così viene risuscitato per noi.

È questo l’annuncio che quelle donne ricevono dall’angelo, e che provoca gioia grande e assieme timore. Gioia perché intuiscono che Gesù potrà restare con loro, ma anche timore per trovarsi immerse nel giorno di Dio. E fuggirono via dal sepolcro. Non restarono ferme là dov’erano. Una fretta entrò in loro. Sì, non si può indugiare davanti all’annuncio della resurrezione. C’è fretta; fretta di annunciare la liberazione ai prigionieri del male, a chi è sepolto dalla cattiveria, a chi è schiavo dell’orgoglio e dell’odio, a chi è schiacciato dalla fame e dalla guerra. Anche tre povere donne possono farlo. Proprio loro, disprezzate e per nulla considerate, furono le prime inviate per annunciare il Vangelo.

E i discepoli debbono andare in Galilea, nell’estrema periferia di Israele, ai suoi confini, dove inizia la regione dei pagani: qui incontreranno il Signore risorto e di qui partiranno per le vie del mondo. La Galilea è l’immensa periferia povera del mondo che attende l’annuncio di una speranza; ma forse è anche il cuore di ognuno di noi che aspetta di vedere il Signore. “Cristo è risorto, veramente è risorto!”.

Intenzioni di preghiera:

  • Ti preghiamo o Signore tu che con la tua morte hai vinto la morte e con la tua Resurrezione ci doni la vita, ascolta la nostra preghiera per il mondo intero, per la pace tra i popoli, per la prosperità di tutte le terre, perché il male sia vinto, la violenza non domini più sugli uomini e cessi ogni guerra.
  • Ti ringraziamo o Signore per il dono di questa Pasqua, per la comunione che hai fatto gustare a tutte le nostre comunità. Aiuta tutti noi, a partire da questi giorni, per superarci nell’amore.
  • O Signore di ogni consolazione in questo giorno di esultanza noi ti preghiamo dona ad ogni uomo la forza liberatrice della Pasqua, perché nessuno resti prigioniero del peccato, della morte, della tristezza ma tutti gustino la gioia della redenzione.
  • O Signore noi ti preghiamo per il papa Benedetto, il nostro vescovo Crescenzio e per la tua santa Chiesa perché sia comunità pasquale e annunci al mondo la buona notizia della salvezza.
  • Ti preghiamo o Signore, tu che nella Resurrezione dissolvi ogni paura e rendi possibile ciò che il nostro cuore spesso non ha saputo sperare, fa che sappiamo ricevere la vita nuova che sorge dal tuo sepolcro e che questa Pasqua segni per ciascuno di noi un nuovo battesimo nell’amore.
  • Ti preghiamo o Signore rafforza la fede di questa tua famiglia perché possa vivere il tuo amore senza limiti ora e nei giorni che verranno testimoniando a tutti che tu, il Risorto, sei la speranza di un mondo nuovo e pacificato.