parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 11/05/08
Festa di Pentecoste/A
   

Letture: Atti 2, 1-11; Salmo 103 ; 1ªCorinzi 12, 3-7.12-13 ; Giovanni 20, 19-23.

 


"Ricevete lo Spirito Santo"

Dal Vangelo di Giovanni capitolo 20, versetti da 19 a 23

19La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”.

20Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.

21Gesù disse loro di nuovo: “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi”.

22Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: “Ricevete lo Spirito Santo; 23a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi”.

 

impariamo una lingua nuova:
la lingua dell'amore universale

“Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo”. Racconta così il libro degli Atti degli Apostoli quel giorno straordinario della Pentecoste che oggi celebriamo. Sono passati anche per noi cinquanta giorni dopo la Pasqua.

Gesù aveva chiesto ai discepoli di restare in città, di non disperdersi e i discepoli (assieme a Maria e alle altre donne e agli amici che avevano accompagnato il Signore nella sua vita) stavano radunati nel cenacolo. Dalla Pasqua in poi, infatti, non avevano smesso di ritrovarsi assieme per pregare, ascoltare le Scritture e vivere in fraternità.

Lo avevano fatto in quello stesso luogo dove avevano accolto Gesù risorto, “la sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato”, come abbiamo ascoltato nel Vangelo. È ciò che viviamo anche noi oggi cinquanta giorni dopo questa Pasqua del 2008.

Anche noi ci siamo radunati “tutti assieme nello stesso luogo”, uniti a tutti quelli che credono nel Signore Gesù in tanti luoghi. Celebriamo la santa liturgia per nutrirci della Parola del Signore e del suo Corpo che diventa nostro cibo.

Dopo la Pasqua c’è la tentazione di disperdersi per tornare alla vita ordinaria e ai sentimenti di sempre. Come nei discepoli c’è la paura del mondo che è fuori la loro casa. È un mondo che ci impaurisce per la violenza, la guerra, i conflitti, la povertà. La paura fa chiudere le porte della casa ed è la paura che ci fa vivere con le porte del cuore ben chiuse.

Paura degli altri, paura del mondo che sembra così grande e complesso. La paura li aveva seguiti dai giorni della passione in cui erano fuggiti davanti all’arresto di Gesù, e poi anche dopo la Resurrezione, fin sul monte dell’ascensione dove ancora alcuni, è scritto, dubitavano…

Quanti dubbi e quante paure ancora ci sono anche nel nostro cuore: il futuro tante volte ci spaventa: Dove andremo? Cosa faremo? Come cambiare la nostra vita? Cosa possiamo fare?

Questi pensieri che agitano la mente e il cuore ci tengono lontani gli uni dagli altri, e soprattutto ci fanno essere lontani dal Signore. Siamo presi dai problemi della nostra vita e cadiamo facilmente sotto la dittatura del materialismo. Quella dittatura così forte che fa credere solo nella forza delle cose e dei soldi.

Davanti a questa forza sorge il dubbio che l’amore del Signore che ha vinto il male e la morte, non può cambiare la vita. Sotto la dittatura del materialismo non crediamo più a nulla: neanche all’amore. La paura, il peccato si annidano lì dove l’amore è debole: “Nell' amore – dice l’apostolo Giovanni – non vi è timore; anzi il perfetto amore scaccia il timore, perché il timore suppone il castigo e chi teme non è perfetto nell' amore”.

E allora lo Spirito Santo dà forza al nostro cuore, rinvigorisce il nostro spirito. Lo Spirito trasforma la vita a partire dal cuore di ciascuno. È ciò che avvenne in quella prima Pentecoste a Gerusalemme, mentre i discepoli erano chiusi nella loro casa: “Venne all’improvviso dal cielo un rombo come di vento che si abbatte gagliardo e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco”.

Ai discepoli spaventati dalla difficoltà della vita, dal mondo complesso che è appena fuori dalle porte di casa viene cambiato il cuore in modo radicale. Ciò che prima faceva paura (le folle di Gerusalemme) ora suscita amore, interesse, passione. Compresero che - per quanto piccoli e modesti, paurosi e peccatori - anche loro avevano qualcosa da dire agli altri, tanto da parlare lingue nuove e sconosciute.

La Pentecoste è la festa della vittoria su ogni paura, ma soprattutto sulla paura di comunicare il Vangelo al mondo. La Pentecoste, fratelli e sorelle, è una sfida a superare noi stessi, i nostri limiti e i nostri confini, a incontrare gli altri, quelli che sono diversi da noi per abitudini, per storia, cultura; è una sfida a imparare una lingua nuova, quella dell’amore, perché “l’amore è riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito”.

La Pentecoste ci invita a vivere in un modo nuovo, ad accogliere come i discepoli lo Spirito Santo, la forza di comunicare e parlare le tante lingue degli uomini, che vuol dire imparare ad amare e comprendere la loro vita, parlare al loro cuore.

Per questo dobbiamo aprire anche noi il cuore al dono dello Spirito. Esso vince ogni paura e supera ogni distanza, riversa nel nostro cuore la forza dell’amore che ci fa incontrare gli altri, anche chi è lontano o diverso da noi.

Le folle di Gerusalemme restano stupite da quell’evento straordinario e si chiedono come sia possibile udire quegli uomini parlare ciascuno nella propria lingua. È lo stupore di chi si sente di colpo compreso e inizia a capire che c’è una parola nuova per la sua vita, che si può vivere in modo diverso, con un pensiero sugli altri e non più solo su sé stessi.

Nel nostro mondo sembra sempre più difficile incontrarsi, comprendersi, trovare un linguaggio comune. Sembra che, ogni giorno di più, si allargano fossati e si alzano muri che separano gli uomini.

Quanto bisogno allora c’è anche oggi che torni a soffiare lo Spirito su questo mondo! Una Pentecoste di amore che rinnovi la faccia della terra, che renda accoglienti i cuori dei ricchi verso i poveri, forti e amiche le braccia dei giovani verso gli anziani, pacifici i cuori dei violenti, che abbatta i muri di separazione tra le etnie e i popoli.

Una Pentecoste che davvero faccia udire in ogni luogo ed ogni lingua “le grandi opere di Dio”. Lo Spirito non ci fa avere paura del mondo, anzi ci insegna ad amarlo, perché soffia dove vuole, senza conoscere le frontiere tristi del nostro cuore.

Lasciamoci toccare il cuore anche noi, da questo Vangelo, è l’amore che cambia il cuore. Ringraziamo il Signore per il dono del suo Spirito e preghiamo perché continui a soffiare specie lì dove c’è tristezza, paura, solitudine.

Soffi forte il tuo Spirito Signore, spirito di amore, passi nel cuore di tutti, di ognuno di noi, vinca ogni egoismo e si faccia vicino alla vita di tutti e in particolare alla vita dei poveri.

Venga Signore il tuo Spirito Santo a rinnovare la faccia della terra.

  • Intenzioni di preghiera:

  • Ti preghiamo o Signore rinnova oggi il prodigio della Pentecoste: effondi su ciascuno di noi la forza del Consolatore, aiutaci a spendere la nostra vita con gioia e generosità nella missione che tu ci affidi, donaci il coraggio di testimoniare il Vangelo oggi e sempre.
  • Vieni Santo Spirito e custodisci l’unità di questa famiglia in ogni parte del mondo. Donaci la luce che rischiara il nostro cammino e fa fruttificare i tuoi doni che riceviamo in abbondanza.
  • Ti preghiamo o Signore sostieni sempre con il tuo amore il papa Benedetto, il nostro vescovo Crescenzio, e infondi sulla Santa Chiesa lo Spirito Santo perché, ammaestrata dal suo insegnamento, sappia parlare al cuore di tutti gli uomini.
  • O Signore ti presentiamo tutte le invocazioni che sono state a noi affidate lungo questa settimana. Manda Signore il tuo Spirito a rinnovare la terra: dove c’è odio fa fiorire l’amore, dove c’è dolore la gioia, dov’è la guerra la pace.
  • Spirito della Pentecoste, consola i nostri fratelli e le nostre sorelle malati: apri il loro cuore alla speranza e guariscili.