parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 26/10/08

30ª Domenica Tempo Ordinario /A
   

Letture: Esodo 22,20-26; Salmo 17; 1 Tessalonicesi 1,5-10; Matteo 22, 34-40

 

"Amerai il prossimo tuo come te stesso."

Dal Vangelo di Matteo capitolo 22, versetto da 34 a 40

In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: “Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?”.

Gli rispose: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento.

Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti.

non si puo' amare dio senza amare il prossimo

Dio difende i deboli e i poveri

Le parole antiche del libro dell’Esodo, il secondo libro che troviamo aprendo la Bibbia, colpiscono per la loro chiarezza e immediatezza. Non possiamo rifugiarci dietro spiegazioni complicate o ricercate:

Così dice il Signore: «Non molesterai il forestiero né lo opprimerai … Non maltratterai la vedova o l’orfano. Se tu lo maltratti, quando invocherà da me l’aiuto, io darò ascolto al suo grido … Se tu presti denaro a qualcuno del mio popolo, all’indigente che sta con te, non ti comporterai con lui da usuraio: voi non dovete imporgli alcun interesse.

Sono quelli che maggiormente devono essere difesi perché più deboli. E noi pensiamo immediatamente ai maltrattamenti e alle umiliazioni che colpiscono proprio gli stranieri, i rom. Non passa settimana che non ci siano episodi violenti nei loro confronti. Dopo gli incendi criminali dei campi rom della primavera scorsa e dell’inizio dell’estate, sono venute le aggressioni e gli assassinii. Non possiamo ascoltare le antiche parole dell’Esodo passivamente senza avvertire la contraddizione dei nostri comportamenti: “Non molesterai il forestiero né lo opprimerai

Gesù unisce l’amore di Dio e l’amore per il prossimo

La Bibbia, già da prima della venuta di Gesù, conosceva i due comandamenti dell’amore, verso Dio e verso il prossimo. Le correnti religiose dell’ebraismo avevano codificato 613 precetti, di cui 365 negativi e 248 positivi; una mole di disposizioni, anche se non tutte dello stesso valore. Era chiaro però quale fosse il primo:

Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze (Deuteronomio cap. 6, 4-5).

Ed era noto anche il precetto di amare il prossimo:

Amerai il tuo prossimo come te stesso. (Levitico cap. 19, 18).

Ma Gesù, rispondendo alla domanda di un dottore della Legge – “Maestro, nella Legge, qual ‘ il grande comandamento?” – pone il comandamento dell’amore del prossimo sullo stesso piano del comandamento dell’amore di Dio. La strada per arrivare a Dio incrocia necessariamente quella che porta agli uomini, particolarmente a coloro che sono i più deboli.

Proprio a questo proposito l’evangelista Giovanni scrive nella sua prima lettera (1 Gv.4,20):

Se uno dicesse: «Io amo Dio», e odiasse il suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede.

Con Gesù è possibile costruire un mondo diverso

Gesù, dando per scontata la reciprocità dell’amore fra lui e noi, non chiede: “Amatemi come io vi ho amati”, ma dice: “come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri” (Gv.13,34). È questa la strada per costruire un mondo più umano, per vivere nella pace, per un futuro più giusto.

È possibile costruire un mondo più umano, più giusto, più a misura d’uomo? Coloro che hanno preso sul serio le parole del Vangelo, sanno che la risposta è affermativa. Tanti hanno seguito, nella lunga storia della Chiesa, l’esempio delle prime comunità che proprio col vivere il comandamento dell’amore di Dio e del prossimo, insieme, hanno avviato una rivoluzione delle menti e dei cuori.

Paolo scrive alla comunità di Tessalonica:

E voi avete seguito il nostro esempio e quello del Signore, avendo accolto la Parola in mezzo a grandi prove, con la gioia dello Spirito Santo, così da diventare modello per tutti i credenti.

Ci sono quelli che nel nostro tempo vivono il Vangelo

E anche oggi sono tanti coloro che possono testimoniare che la Parola del Signore è vera, tocca tanti cuori, opera meraviglie, riporta alla vita quelli che vivevano nel buio della rassegnazione, dell’abbandono, della solitudine.

Mentre tanti poveri vengono incontrati con amore, aiutati e sostenuti, tanti, attraverso i poveri, hanno trovato la via per giungere a Dio, scoprire il suo amore; hanno compreso così che, amando i propri fratelli poveri che vedono, imparano ad amare Dio che non vedono.

Intenzioni di preghiera:

  • O Signore che ascolti il grido di chi è più debole, degli orfani, delle vedove, di chi è straniero, aiutaci ad avere la tua stessa compassione e ad andare incontro ai poveri con animo generoso.
  • Liberaci o Signore dal pessimismo che indebolisce la speranza, che raffredda i nostri cuori e donaci di lasciarci scaldare dal tuo amore, chinandoci con pazienza e amore sulla tua Parola.
  • Ti preghiamo o Signore per il nostro vescovo il Papa Benedetto e per la Santa Chiesa perché sappia comunicare a tutti gli uomini l’amore che da Te riceve.
  • O Signore accogli le invocazioni che sono state a noi affidate lungo questa settimana e che ti presentiamo. Guarda dall’alto della tua misericordia e trasforma il cuore e la mente di chi cerca il male. Che la tua pace scenda su questo mondo ferito dalla violenza, dalla guerra e dalla divisione tra i popoli.
  • Mentre ci accingiamo a ricordare la preghiera interreligiosa di Assisi del 1986 – quando papa Giovanni Paolo II invitò tutti i capi religiosi a pregare per la pace - ti preghiamo o Signore, aiutaci a custodire lo Spirito di Assisi perché le religioni - nella preghiera, nel dialogo e nell’amicizia - sappiano indicare al mondo le vie della pace.