parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 05/10/08

27ª Domenica Tempo Ordinario /A
   

Letture: Isaia 5, 1-7; Salmo 79; Filippesi 4, 6-9; Matteo 21, 33-43

 

"A voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti."

Dal Vangelo di Matteo capitolo 21, versetto da 33 a 43

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:

«Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo, che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.

Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo.

Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero.

Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?».

Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».

E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:

“La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”?

Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».

il signore attende frutti buoni dai suoi discepoli

Alziamo lo sguardo sul vasto mondo che ci circonda

Viviamo in un mondo vasto, con notizie che ci giungono ogni giorno anche da paesi lontani. Ma facciamo fatica a guardare questa realtà o cerchiamo di vivere come se non ci fosse: forse perché ci fa paura questo mondo pieno di problemi complicati e difficili per noi. E allora preferiamo rinchiuderci pensando così di poterci difendere; e ci rifugiamo nelle nostre piccole problematiche quotidiane che ci appaiono ingigantite proprio perché non alziamo lo sguardo sul vasto mondo.

E così diventiamo diffidenti verso tutto ciò che ci è estraneo, che è fuori di noi, che viene da lontano. È questo il clima che si viene affermando in questo tempo. Ma vediamo anche che questo clima genera violenze, aggressioni gratuite verso chi è più debole. Sono i poveri a fare le spese delle nostre insicurezze.

Il Signore ci chiama a lavorare per un mondo in pace

In realtà ci sono problematiche ben più gravi che vengono dalla camorra, dallo spaccio di droga, dal terrorismo, dalle guerre che anche se riguardano altre regioni del pianeta, hanno sempre una ripercussione sui nostri paesi. Si preferisce prendersela con chi non minaccia affatto la nostra sicurezza. Così gli animi si incattiviscono, si acuiscono le divisioni, si diventa sospettosi e intolleranti. Il nemico lo si individua negli stranieri, negli zingari e persino nei mendicanti.

Non è questo il mondo che vuole il Signore, la vita che egli ci chiama a costruire e a vivere. Le parole della Scrittura proclamate oggi ci parlano di un Dio appassionato per gli uomini, che ha dissodato un terreno, ha tolto i sassi, ha piantato delle viti e si aspetta dei frutti buoni.

Il mondo diviso e contrapposto, la distanza che c’è fra ricchi è poveri, non sono frutti buoni che il Signore si aspetta; sono piuttosto frutti amari che rendono infelici gli uomini. “Egli si aspettava giustizia ed ecco spargimento di sangue – scrive il profeta Isaia - attendeva rettitudine ed ecco grida di oppressi”.

Noi crediamo nella forza della preghiera e dell’Eucaristia

Questa situazione ingiusta e disumana ci interroga, ci interpella, come esseri umani e soprattutto come credenti in Gesù, non possiamo rimanere passivi e indifferenti. Se noi stiamo col Signore non possiamo pensare e dire: sono cose troppo grandi per me, per noi; non ci posso fare niente. L’apostolo Paolo ci dice: “in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti”.

Sì, noi abbiamo un potere, il potere della preghiera; ma crediamo poco, troppo poco alla forza della preghiera, alla potenza dell’Eucaristia che celebriamo ogni settimana; parliamo come quelli che parlano a partire da sé, dalle proprie forze insignificanti. E per questo diciamo: ma che ci posso fare? L’Eucaristia che celebriamo la domenica è una forza che ci rende capaci di sognare un mondo più umano, più unito, più giusto; e ci rende capaci di operare per un mondo dove le divisioni vengono superate, le guerre sono eliminate.

Col Signore anche le cose impossibili diventano possibili

Il 4 ottobre 1992 venne firmata la pace che segnava la fine di una guerra civile in Mozambico durata 17 anni con circa un milione di morti e tante distruzioni in quel paese. E la pace fu ottenuta perché delle persone avevano creduto, con la fede nel Signore, che tutto diventa possibile, anche quello che crediamo impossibile.

C’è bisogno di pace nel nostro mondo diviso, nelle nostre città, nei nostri quartieri. E chi ha fede crede nel potere della preghiera e crede che se lui per primo comincia a vivere in pace con tutti, la pace si diffonde attorno a lui e attira tanti altri alla pace; diventiamo operai della pace, costruttori di ponti di pace, persone che dialogano con tutti per condurre gli uomini a vivere in pace.

È stato un gesto bello quello compiuto dal nostro cardinale che ha incontrato nei giorni scorsi a Mosca, il patriarca della Chiesa ortodossa russa, Alessio II e gli ha consegnato una reliquia di san Gennaro: “un martire della Chiesa indivisa – ha detto il patriarca – che venerate voi a Napoli e che noi oggi venereremo anche a Mosca”.

Convertiamoci giorno per giorno al Vangelo e al sogno di un mondo più umano

Coloro che ricevono la Parola del Signore e credono nella sua forza non rimangono indifferenti e rassegnati di fronte a questa realtà complicata e difficile, ma animati dalla passione del Signore che ci ha creati perché viviamo uniti, nella concordia, nella convivenza pacifica, operano con semplicità ed intelligenza per aprire strade di dialogo e di incontro, di comprensione vicendevole, di convivenza pacifica. Questi sono i frutti che il Signore attende da quelli che credono in Lui e vogliono vivere come discepoli suoi.

Per questo abbiamo bisogno di convertirci, convertirci ogni giorno al Signore, ai suoi pensieri di amore, di misericordia, di pace con tutti. Solo rivolgendoci a lui, nutrendoci della sua Parola, guarderemo con occhi nuovi, penseremo con pensieri diversi. Paolo scrive anche per noi: “In conclusione, fratelli, quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri”.

Non restiamo in silenzio, per paura, di fronte ai deboli che sono ingiustamente oppressi, non restiamo nella paura di dire la verità con le parole semplici del Vangelo e con la fiducia che il Signore è con noi.

Intenzioni di preghiera:

  • Signore perdonaci perché spesso al tuo amore infinito e ai copiosi doni che riceviamo dalla tua grazia, rispondiamo con alterigia e con la nostra infedeltà. Liberaci dal male e rendici sull’esempio di San Francesco servi umili, lieti e fiduciosi, appassionati al sogno del tuo Vangelo.
  • Ti ringraziamo o Signore per il miracolo della pace che 16 anni fa hai concesso al Mozambico servendoti di noi servi umili e senza forza e ti preghiamo ancora di proteggere questo paese perché sappia custodire e far crescere il dono della pace.
  • Ti preghiamo o Signore per il Papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per tutta la Chiesa, vigna che la tua destra ha piantato, perché porti sempre frutti abbondanti di vita, di carità e di pace.
  • Signore al termine di questa settimana ti chiediamo di accogliere le invocazioni che ti presentiamo e che lungo questa settimana sono state a noi affidate. Ti chiediamo di disarmare i disegni dei violenti, di volgere i cuori alla ricerca del bene comune, di proteggere i popoli che soffrono a causa di ostilità fratricide, di custodire la pace.
  • Ti preghiamo o Signore, tu che non ti rassegni davanti alla durezza di cuore dei tuoi figli ma mandi in ogni tempo testimoni e santi a curare la tua vigna, aiuta tutti i cristiani a rispondere nella santità di vita e nella carità all’appello del tuo amore e a cercare l’unità nell’unica opera dell’amore per te.