parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 21/09/08

25ª Domenica Tempo Ordinario /A
   

Letture: Isaia 55, 6-9; Salmo 144; Filippesi 1, 20-27; Matteo 20, 1-16.

 

"Così gli ultimi saranno i primi,
e i primi gli ultimi."

Dal Vangelo di Matteo capitolo 20, versetto da 1 a 16

1Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: “Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna.

2Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna. 3Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza disoccupati 4e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo darò. Ed essi andarono.

5Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto. 6Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi? 7Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna.

8Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e dà loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi. 9Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro.

10Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero un denaro per ciascuno. 11Nel ritirarlo però, mormoravano contro il padrone dicendo: 12Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo.

13Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro? 14Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te. 15Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono? 16Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi”.

viviamo la gioia di poter lavorare
nella vigna del signore

Il Vangelo parla al nostro cuore

Per noi queste parole della Scrittura che sono state proclamate sono vita, sono luce, nella confusione e nello smarrimento di questo nostro tempo. Smarrimento dei sentimenti più umani, più veri. Un cuore nel quale si è disseccata la compassione è un cuore disumanizzato. Penso alle immagini delle due bambine zingare morte su una spiaggia vicino Napoli, questa estate, mentre altri continuavano a prendere il sole, indifferenti.

La compassione è quella che conosciamo dalle parole e dal comportamento del Signore Gesù che si è fermato, si è avvicinato, si è commosso sulla condizione e il dolore di tanti uomini e donne. Per questo il Vangelo è il nostro cibo quotidiano, per questo ogni giorno dobbiamo leggerlo e meditarlo: perché ci fa conoscere e ci fa vivere con gli stessi sentimenti di Gesù, man mano che diventiamo docili al suo Spirito che viene in noi e ci rinnova.

Un Signore che chiama a tutte le ore nella sua vigna

Si possono dare tante spiegazioni circa questi uomini che il Signore chiama a lavorare nella sua vigna alle varie ore del giorno, cominciando all’alba e finendo a poco prima del tramonto, quando per il buio bisognava smettere il lavoro.

Gli operai della prima ora possono indicare quelli che hanno sentito e accolto l’invito del Signore nei primi tempi, attraverso la predicazione degli apostoli; e gli altri, man mano nel corso della storia, fino a giungere ai giorni nostri.

Ci fanno pensare anche a quelli che hanno conosciuto da vicino il Signore sin dalla giovinezza fino a giungere a quelli che per varie vicende della loro vita, hanno sentito e conosciuto il Signore in momenti successivi della loro vita, fino a quelli che l’hanno incontrato e conosciuto verso il tramonto della loro vita.

Ma possiamo pensare anche che questi vari inviti nelle diverse ore della giornata indicano la chiamata che il Signore rivolge a tutti: a quelli che sono più forti e a quelli che sono più deboli, a quelli che sono più colti e a quelli che lo sono meno; a quelli che vivono dalla nascita in Italia e a quelli che sono venuti da poco, a quelli che vivono in una condizione agiata fino a quelli che mancano del necessario.

Il Signore ama tutti e chiama tutti

Insomma questa parabola raccontataci dal Signore ci fa conoscere che l’amore del Signore si estende a tutti, che egli non esclude nessuno. E la paga che alla fine della giornata dà a tutti nella stessa misura, è la gioia di spendere la propria vita con lui e per lui. Ed è un dono per tutti sempre gratuito ed immeritato, sia per quelli dell’inizio che per quelli della fine della giornata.

Nell’agire del padrone della vigna c’è giustizia perché egli non dà meno di quanto aveva concordato con i primi; ma c’è amore quando non dà di meno a quelli che erano arrivati alla fine della giornata. Anch’essi avevano bisogno di sfamarsi e di portare aiuto alle proprie famiglie. È la comunione nella diversità, la stessa gioia pur provenendo da situazioni e storie diverse.

Una giustizia senza amore diventa ingiustizia

Il mondo non capisce questa logica della giustizia coniugata assieme all’amore. Pensiamo alla assurdità di un decreto col quale si voleva proibire addirittura di rovistare nei cassonetti dei rifiuti a quelli che non avevano da mangiare: nemmeno quello potevano fare, non avendo da mangiare. Un decreto che per le proteste di tanti è stato ritirato. Una giustizia senza amore non è giustizia, ma diventa ingiustizia.

Una logica fredda ed egoista procura divisioni. E le divisioni lacerano i cuori, tolgono la pace, suscitano contese e passioni violente, fino a portare alle guerre, piccole o grandi che siano: nelle famiglie, nei quartieri o nelle città, fino a porre un popolo contro un altro.

È bello essere cristiani in questo tempo

In questa realtà noi siamo chiamati a scoprire la bellezza di essere cristiani, di essere una comunità viva che reagisce di fronte all’indifferenza o alla violenza verso i deboli e i piccoli che vivono fra di noi, verso ogni istanza di una vita più giusta e più umana.

Ognuno di noi può essere il volto di Cristo, manifestare la sua compassione. Paolo dice: “per me il vivere è Cristo”, vivere la nostra vita producendo frutti di amore e di compassione, comunicando con la parola e con tanti piccoli gesti l’amore del Signore per ogni uomo ed ogni donna.

È un tempo difficile quello in cui viviamo, ma è anche un tempo in cui è bello essere cristiani, reagendo al vento freddo di questo tempo che rende chiusi in se stessi, prigionieri di una mentalità egoista, che crede di vivere meglio possedendo, acquistando. Colpiscono i grandi centri di consumi, gli ipermercati che sorgono nei grandi spazi attorno alle nostre città: dove si trova tutto, dove si trascorrono ore ed ore girando, guardando e comprando anche quello che non serve.

Cerchiamo il Signore, invochiamolo: Egli è vicino

Ma è anche un tempo in cui cercare il Signore e convertire il cuore ai suoi pensieri, alle sue vie, un tempo in cui poter scegliere di lavorare con gioia nel campo di questo mondo, dove ci sono tante energie nascoste di bene, tanti che aspettano l’invito del Signore che può giungere anche attraverso di noi.

Tante volte anche noi ci lasciamo prendere – come quegli operai dell’ultima ora della parabola – da tristezza, invidia, gelosia e anche mormorazione, dimenticando la gioia della vita che ci è stato donato di vivere, senza alcun nostro merito, senza essere migliori degli altri.

Viviamo nella gioia di essere nella sua casa, di poter vivere nella libertà di amare, e poter manifestare il volto del Signore con la nostra vita, ovunque siamo, ovunque andiamo, “glorificando Cristo nel nostro corpo e comportandoci in modo degno del Vangelo di Cristo” (Filippesi 1,20-27).

Intenzioni di preghiera:

1) O Signore che sei generoso e dai la tua ricompensa al primo come all’ultimo di noi, aiutaci tutti a ricevere la tua grazia come un dono sempre immeritato e gratuito.

2) O Signore perdonaci per quando lasciamo crescere nel nostro cuore radici di tristezza. Insegnaci a contrastare ogni invidia, ogni gelosia, ogni mormorazione, accogliendo con gioia l’invito a lavorare nella tua vigna.

3) Ti preghiamo o Signore per il papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per la Santa Chiesa perché sappia essere nel mondo testimone di concordia e di pace.

4) Accogli o Signore le intenzioni che ti presentiamo e che sono state a noi affidate. Libera l’umanità dalla bramosia, dallo spirito di contesa, dalle passioni violente che alimentano divisioni e guerre. Dona al mondo intero di conoscere la tua pace e benedici tutti.

5) O Signore che esci ogni ora in cerca di operai, guarda ai giovani che spesso nessuno prende a giornata. Ti preghiamo per loro, perchè sappiano mettere, fin dalla prima ora, il loro cuore e le loro energie a servizio del Vangelo per costruire un mondo nuovo, più giusto e più solidale.